Una settimana di salvataggi. Non in mare, ma nelle aule parlamentari. Ieri il Centrodestra unito – Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia – insieme al M5S, hanno respinto l’autorizzazione a procedere nei confronti del ministro dell’Interno chiesta dai magistrati siciliani. Oggi il ministro ai Trasporti e Infrastutture, il ‘grillino’ Danilo Toninelli, più volte protagonista di clamorose gaffe, è stato salvato dalla maggioranza di governo Lega-M5S, che al Senato hanno bocciato le mozioni di sfiducia presentate dal Pd e da Forza Italia. In tutte e due le votazioni, vuoi per le assenze, vuoi per dissensi, comunque la maggioranza al Senato è sotto quota 161, quella minima per tenere in piedi il Governo.
Superato questo scoglio, i due leader, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, ventre a terra stanno combattendo in Basilicata, dove domenica si vota per il nuovo presidente. Per Salvini la strada è in discesa: non c’è ancora certezza, ma i sondaggi danno il centrodestra avanti. Per Di Maio, dopo le batoste in Abruzzo e Sardegna, la Basilicata è l’ultima spiaggia. Deve, per forza, arrestare l’emorragia, dare un segnale che il Movimento è vivo e lotta insieme a lui. Partita difficile, difficilissima.
Nella Capitale ieri è stato arrestato il numero 2 del Comune, big politico del M5S a Roma. Il Movimento nato per combattere la corruzione non è indenne, è stato sporcato pure dalle ‘mazzette’. Per Di Maio è questione di vita e di morte: tra poche ore, visto il risultato, se anche in Basilicata il M5S risulterà residuale, scatterà l’orologio. Prima di tutti per la sindaca di Roma, Virginia Raggi. Lei chi la salverà?