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Siria, Erksoussi (Mezzaluna Rossa): “Da Baghouz migliaia di sfollati”

Parla il dirigente campo profughi presso la roccaforte dello Stato islamico

Pubblicato:21-03-2019 16:16
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:15

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ROMA – “Da quando sono iniziati i combattimenti a Baghouz per liberarla dai miliziani dello Stato islamico, riceviamo tra le 3mila alle 4mila persone ogni giorno.
Attualmente il campo accoglie oltre 72mila persone. Lavoriamo di continuo per tenerci pronti ad ospitare questo continuo flusso di persone”. A parlare con la ‘Dire’ e’ Khaled Erksoussi, segretario generale della Mezzaluna Rossa in Siria. Erksoussi descrive la situazione nel campo profughi di Al-Hol, circa 200 chilometri a nord di Baghouz, la localita’ dove le forze arabo-curde stanno scacciando l’ultima roccaforte dello Stato islamico.

“La vita nel campo e’ molto difficile” spiega il segretario generale. “Ci sono donne e bambini, molti dei quali arrivano qui traumatizzati per via della guerra e dei combattimenti da cui sono dovuti fuggire”. Per loro, gli operatori umanitari organizzano attivita’ ricreative. “Cerchiamo di farli pensare ad altro”, dice Erksoussi. Vengono distribuiti anche materiali scolastici e alcune lezioni si svolgono sotto le tende.

Ma i bisogni sono tanti. Gli sfollati vengono riforniti di tutto: cibo, acqua, cure mediche, servizi igienici, tende, coperte, vestiti, nonche’ corrente elettrica tramite i generatori. “Abbiamo sei cliniche mobili che girano per il campo, per offrire assistenza” dice Erksoussi. A questi presidi si sono aggiunte cinque ambulanze e un’ulteriore clinica mobile che conta due unita’ per ginecologia, cardiologia e radiologia.


Inoltre, sempre in questi ultimi giorni il team di Mezzaluna Rossa ha livellato vari chilometri quadrati di terreno per poter installare oltre 200 tende, fornite di 40 bagni chimici e distribuito 121 nuovi cassonetti per la raccolta dell’immondizia in tutto il campo. Infine, sono stati portati 132 nuovi serbatoi per l’acqua, con una capienza di 93 metri cubi. Un lavoro impegnativo, a cui contribuiscono anche altre organizzazioni tra cui Unicef, Programma alimentare mondiale e le varie agenzie della Federazione internazionale di Croce Rossa.

“Al momento – prosegue Erksoussi – ci stiamo concentrando anche sul trovare soluzioni alternative per queste persone, che non possono continuare a vivere qui per sempre. Bisogna dare loro la possibilita’ di avere degli alloggi in aree stabilizzate, o di lasciare il Paese”. E chi ha lasciato Baghouz potra’ tornare? “Si'” risponde Erksoussi. “Nell’area i combattimenti stanno proseguendo. Ma quando la zona sara’ pacificata e bonificata della presenza dei miliziani le persone potranno tornare”.

Francesco Rocca, presidente della Federazione internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, la settimana scorsa a Bruxelles, in occasione di una conferenza sulla Siria, ha ammonito: “Sebbene negli ultimi 12 mesi i combattimenti si siano ridotti di intensita’, l’emergenza umanitaria non e’ affatto terminata”.

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