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Prisma al via, Benvenuti (Asi): “Italia grande apripista”

Il satellite totalmente made in Italy osserverà la Terra grazie a un potente 'occhio' iperspettrale

Pubblicato:21-03-2019 19:59
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:15

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ROMA – L’Italia è il Paese “apripista” per quanto riguarda l’osservazione della Terra dallo Spazio. “Abbiamo aperto un filone importantissimo, nel quale siamo in prima linea”, rivendica orgogliosamente il commissario straordinario dell’Agenzia spaziale italiana (Asi), Piero Benvenuti.

Prisma, acronimo di Precursore IperSpettrale della Missione Applicativa, è un satellite interamente made in Italy e guarderà la Terra con ‘occhi’ nuovi.

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La differenza rispetto ai satelliti in uso “sta nel fatto che oltre a fornire un’immagine del terreno esplorato sulla superficie terrestre, per ogni elemento di immagine, il cosiddetto pixel- spiega Benvenuti in un’intervista all’Agenzia Dire- sarà disponibile la distribuzione spettrale, cioè la composizione dei colori dell’immagine stessa. Quindi non si tratta di più immagini a diversi colori, ma di un’unica immagine con tutte le informazioni“. I colori “sono composti dalla luce riflessa del Sole, oppure sono prodotti sulla Terra. Per esempio se c’è un incendio- precisa Benvenuti- il fuoco produce luce e ha dei colori caratteristici, quindi attraverso le immagini io posso sapere che cosa sta succedendo in quella zona. Questo è il valore di questa tipologia di satellite, che permette di monitorare nel tempo cosa sta succedendo in ogni zona del territorio“.


Compito di Prisma sarà quindi anche fornire dati fondamentali per supportare i soccorsi in caso di emergenza, come ad esempio frane, alluvioni o terremoti, ma fornirà pure informazioni sulle modifiche antropiche all’ambiente, dall’inquinamento terrestre allo sfruttamento del suolo.

“Se combiniamo i dati già disponibili con quelli di Prisma, che ci danno un’informazione ulteriore- spiega Benvenuti- è possibile fare un monitoraggio molto più mirato, perché già dalle immagini si capisce cosa sta succedendo, senza dover intervenire sul luogo. Stiamo già lavorando con il Dipartimento della Protezione civile per programmare in futuro un sistema che metta in condizione il Dipartimento di intervenire in maniera mirata e tempestivamente ogni volta che siano rilevate anomalie”. I dati saranno liberamente fruibili per la comunità scientifica.

Prisma è un progetto tutto italiano. Il satellite è di proprietà dell’Asi, è stato realizzato da un Raggruppamento Temporaneo di Imprese, guidato da Ohb Italia, responsabile della missione e della gestione dei tre principali segmenti (terra, volo e lancio), e Leonardo, che ha realizzato la strumentazione elettro-ottica e iperspettrale, oltre a diversi equipaggiamenti di bordo, come i sensori d’assetto e il pannello solare. Il lancio avverrà con il vettore Vega prodotto da Avio (il lanciatore è dell’Esa, ma di concezione e costruzione a prevalenza italiana). Il centro di controllo della missione è stato realizzato da Telespazio mentre l’acquisizione e l’elaborazione dei dati avverrà dal Centro Spaziale di Matera. Di base, la vita operativa di Prisma è di cinque anni, rinnovabili in caso di buon funzionamento.

“Prospettiamo non solo di usare Prisma finché funzionerà- prosegue Benvenuti nell’intervista alla Dire- ma anche di collaborare alla costruzione di altri satelliti dello stesso tipo”. Un esempio? “E’ stato avviato con Israele lo studio preliminare del satellite Shalom. Abbiamo avuto recentemente un incontro a Tel Aviv, a breve gli israeliani verranno in Italia per continuare i negoziati e stiamo definendo in maniera più precisa i compiti rispettivi. Lo studio di fattibilità è già stato fatto, dobbiamo solo suddividerci i compiti e preparare il cronoprogramma”. Nel frattempo, “anche a livello europeo si stanno programmando satelliti simili, per esempio lo stanno facendo in Germania, ma sono in ritardo di almeno due anni rispetto a noi. Siamo veramente degli apripista. Abbiamo aperto un filone importantissimo di osservazione della Terra“, conclude Benvenuti.

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