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Siria, Baghouz vicina alla liberazione: gli edifici raccontano la vita dell’Isis

"L'Isis resterà e crescerà": questo recitano i muri di Baghouz, la città roccaforte del gruppo armato Stato islamico nel nordest della Siria

Pubblicato:21-03-2019 07:56
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:15

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ROMA – “L’Isis resterà e crescerà”: questo recitano i muri di Baghouz, la città roccaforte del gruppo armato Stato islamico nel nordest della Siria, e che le Forze democratiche siriane (Sdf), sostenute dalle truppe curde (Ypg), sono riuscite a riconquistare. A darne notizia sono i cronisti del quotidiano online ‘Asharq Al-Awsat’, che hanno compiuto un sopralluogo nella città dove un tempo vivevano 60mila civili.

I reporter confermano lo stato di devastazione della città, quasi completamente distrutta per via della guerriglia. Ora ai jihadisti resterabbero poche centinaia di metri quadrati nelle campagne, sulla riva orientale del fiume Eufrate.

Secondo la nota testata digitale, i muri degli edifici raccontano la resistenza dei miliziani. Molte le scritte che “sfidano” l’iniziativa dell’Sdf/Ypg ed esaltano lo Stato islamico. Ma le ‘insegne’ di negozi e ristoranti dicono anche altro: rendono conto delle diverse nazionalità dei combattenti, segno che l’adesione al messaggio del califfo Al-Baghdadi ha ottenuto davvero risonanza internazionale.


Il proprietario del ‘Fallujah Store’ ad esempio secondo la testata araba proveniva dall’Iraq, mentre la clinica del dottor Abou Mohammed al-Sudani apparteneva probabilmente a un medico sudanese. E se il ristorante ‘Maakoulat al-Sham’ era probabilmente diretto da un damasceno, l’agenzia di cambio ‘Al-Zeituna’ doveva essere iniziativa di qualcuno di origine maghrebina.

Intanto, la battaglia prosegue: secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani (Sohr), oltre mille membri dell’Isis si sono arresi. Le truppe arabo-curde continuano tuttavia a perlustrare tunnel e trincee nei dintorni della città a caccia degli ultimi covi dei miliziani. Sempre secondo il Sohr, 12 miliziani ieri hanno preferito farsi esplodere piuttosto che consegnarsi alle truppe dell’Sdf/Ypg.

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