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Locri, Don Ciotti: “C’è un’Italia che si ribella”

REGGIO CALABRIA - “C’è un’Italia che si ribella all’indifferenza, al conformismo, alla

Pubblicato:21-03-2017 11:21
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:02

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REGGIO CALABRIA – “C’è un’Italia che si ribella all’indifferenza, al conformismo, alla corruzione che devasta i beni comuni e l’ambiente. Un’Italia consapevole che la convivenza civile e pacifica si fonda sulla giustizia sociale, sulla dignità e la libertà di ogni persona” ha dichiarato don Luigi Ciotti fondatore di Libera in occasione della XXII^ giornata della memoria delle vittime delle mafie in fase di svolgimento a Locri (RC).

“In questo senso il richiamo alla memoria non è mai stato per Libera un esercizio retorico– ha aggiunto don Ciotti- quelle persone non sono morte per una targa, una corona di fiori, un discorso celebrativo. Sono morte per la nostra libertà, per la nostra democrazia, ossia per ideali che abbiamo il compito di realizzare. Solo l’impegno personale e collettivo trasforma la memoria d’occasione, inamidata, in memoria condivisa e pubblica, in memoria viva”.

GRASSO: IN 25MILA A LOCRI, SOLO INSIEME POSSIAMO FARCELA

25.000 a Locri, con Don Ciotti e Libera, oltre 500.000 in tutta Italia: sono i cittadini che oggi ricordano tutte le vittime di mafia colorando di speranza le strade delle loro città. La novità è che l’iniziativa di Libera è ancor di più patrimonio di tutti: celebriamo infatti, per la prima volta, la ‘Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie’, istituita con una legge approvata pochi giorni fa”. Cosi’ su facebook il presidente del Senato, Pietro Grasso, che si trova a Locri in occasione della ‘Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie’.


“Nei nomi – quasi mille – che compongono il triste e lungo elenco delle vittime che oggi vengono scanditi- aggiunge-, c’è tutta la nostra comunità, ferita in ogni sua parte: magistrati, uomini e donne delle forze dell’ordine, politici, imprenditori, commercianti, studenti, bambini, giornalisti, uomini di fede, insegnanti. Ci sono storie note a tutto il Paese e altre che invece erano relegate al dolore privato dei familiari”.

“Tutte le vittime, però, hanno pari dignità- dice ancora-: chi è rimasto e porta con sé l’insostenibile peso della perdita di una persona cara, non deve sentirsi mai solo ma deve invece poter contare su tutti noi. I morti di mafia reclamano giustizia e ci chiedono di impegnarci per la legalità e la verità. Possiamo fare molto ma servono coraggio e dedizione, gli stessi che vedo negli occhi delle persone che sono qui a Locri. Solo insieme possiamo farcela. Tocca a noi, a tutti noi, dare pieno valore al 21 marzo, trasformarlo davvero nel primo giorno di una primavera di legalità: abbiamo il diritto, ma anche il dovere, di realizzare questa ambizione”.

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