ROMA – Più possibilità di trovare un’occupazione per i giovani laureati e maggiore fonte di ricchezza per il territorio. E ancora, Italia all’ottavo posto tra i Paesi Ocse per la produzione scientifica. Tutto questo a fronte di una forte diminuzione degli investimenti nel settore universitario. Sono alcuni dati illustrati oggi, dal rettore de La Sapienza, Eugenio Gaudio in occasione del convegno ‘Per una nuova primavera delle Università’, promossa dalla Conferenza dei rettori delle Unversità italiane (Crui). Università come apripista verso l’innovazione – il vero “laboratorio che innova la pubblica amministrazione” – verso un Paese più competitivo ma sul quale grava la scure dei tagli e su cui “si ha l’impressione di non voler puntare”. Secondo lo studio infatti, con il 17% l’Italia ha il numero più basso di laureati in tutta Europa (al primo posto il Regno Unito con il 42%) e il più basso rapporto docenti/studenti: 19 studenti per un docente, contro il 7,5 della Germania o i 12,5 della Spagna. Ancora più indicativo il dato relativo agli investimenti pro capite: in Italia nell’Università si investe 109 euro per abitante contro i 309 della Germania, i 331 della Francia e addirittura i 628 della Corea del Sud. Il nostro è anche uno dei pochi Paesi che in situazione di austerity ha applicato tagli al settore: dal 2009 al 2016 i fondi pubblici sono diminuiti del 9,9%.
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Università, in Italia il numero di laureati più basso d’Europa
- Antonella Salini
- a.salini@agenziadire.com
- 21 Marzo 2016
- Canali, Welfare
In Italia nell'Università si investe 109 euro per abitante contro i 309 della Germania, i 331 della Francia e addirittura i 628 della Corea del Sud
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