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Bettini (Pd): “Conte popolare, illuso chi crede di eliminarlo”

Goffredo Bettini, influente dirigente del Pd, dice la sua: "I 5 Stelle hanno contribuito alla salvezza dell'Italia"

Pubblicato:21-02-2021 12:49
Ultimo aggiornamento:21-02-2021 12:49
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ROMA – “Conte continua ad avere una grandissima popolarità. È caduto non per il fallimento del suo governo che ha ottenuto risultati importanti, ma per una manovra politica. Spetta a lui decidere cosa fare, ma credo che i suoi avversari si illudono se pensano di poterlo togliere dal campo. Rimane una carta decisiva del fronte democratico. Riferimento di tanti cittadini semplici, dei giovani attenti alle tematiche ambientali, di dinamici ceti moderati e produttivi. Se non avessimo fino in fondo difeso Conte e il suo governo, che ha ottenuto risultati importanti, non avremmo potuto portare l’insieme della precedente alleanza a sostenere Draghi. Sarebbe stato un disastro. Noi siamo un partito grande che ha sulle spalle compiti difficili. Non viviamo la spensierata ‘leggerezza’ di chi ha il 2%”. Così Goffredo Bettini, dirigente nazionale del Pd, in una intervista alla Stampa.

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DRAGHI HA PRESENTATO STRATEGIA FORTE E CONCRETA

“La durata del governo coinciderà con la piena realizzazione programma. Problemi verranno quando si dovrà decidere sui provvedimenti concreti. La politica non va in vacanza, dopo questa fase eccezionale si confronteranno campo democratico e destra“, aggiunge Bettini, membro della direzione nazionale del Pd, in una intervista pubblicata dalla Stampa.


“Draghi ha presentato al Parlamento- aggiunge- una strategia forte e concreta. Ha suscitato un consenso amplissimo. Il Pd darà un sostegno limpido e duraturo. Anche perché l’ispirazione di Draghi è fortemente europeista e aderente al modello sociale emancipativo descritto dalla Costituzione. Certamente i problemi potranno venire quando si dovrà decidere sui provvedimenti concreti. A quel punto ognuno tesserà la sua tela: in un confronto aperto e, per quanto ci riguarda, non distruttivo. Di sicuro la politica non va in vacanza. Dopo questa fase eccezionale si confronteranno nuovamente il campo democratico-progressista e la destra italiana, mi auguro civilizzata da questa esperienza di governo di responsabilità nazionale. Draghi non può essere tiranneggiato da una scadenza temporale. Ha detto, giustamente, che vuole affrontare le emergenze e realizzare le riforme, che considera due obiettivi da raggiungere simultaneamente. La durata coinciderà con la piena realizzazione del suo programma”.

“CON DRAGHI PARTITI LIMITATI SU SCELTE DELLE PERSONE”

Con Draghi c’è un governo del Presidente. I partiti, nelle scelte sulle persone, hanno una sovranità limitata. Le dico la mia opinione: il Pd non può accettare una delegazione tra ministri e sottosegretari che non abbia almeno il 50% di rappresentanza femminile. Mi dispiace che con la storia che ho, piccola o grande che sia, qualcuno si è domandato a che titolo parlassi. E mi spiace se ho creato invidia o risentimento. Non ho voglia di rispondere per le rime. Dico solo che mi sono battuto, a differenza di altri, sempre a sostegno del gruppo dirigente e della linea decisa, quasi sempre all’unanimità, negli organismi nazionali. E le garantisco che ce n’era bisogno”, prosegue Bettini.

“DA M5S CONTRIBUITO A SALVEZZA ITALIA IN CONTE BIS”

I 5 Stelle hanno contribuito nel governo Conte II alla salvezza dell’Italia. Per continuare ad esercitare un ruolo positivo nel governo del Paese stanno pagando con generosità prezzi molto alti. Non so quale sarà il loro approdo. So, comunque, che il sistema politico italiano sta attraversando mutazioni, ristrutturazioni e possibili ricomposizioni rapide e imprevedibili. In questo quadro anche la stucchevole discussione nel Pd ‘con i SStelle si’, con i 5 Stelle no’ è in molti casi una pura esigenza di posizionamento interno. Occorre leggere le dinamiche in atto e guardare al futuro; capire, per quanto riguarda il mio partito, che funzione vuole svolgere in Italia e in Europa. Zingaretti ha svolto un lavoro gigantesco. È partito con un Pd in agonia. Ora in Italia, senza il Pd, non si può combinare nulla di buono. E anche Draghi lo sa. Se c’è un segretario che non ha timore di perdere la leadership è proprio lui. Non ama il potere. Ha una modestia e misura circa il suo valore, persino eccessive. È stato sottoposto a attacchi malevoli e offensivi. Quando la pandemia lo permetterà, si discuteranno apertamente il bilancio e le prospettive del Pd e le alternative di linea e di persone. Superando l’attuale mormorio logorante”, conclude Goffredo Bettini.

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