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Governo, Bernaudo: “Male su economia e previdenza, molte aziende a rischio”

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Pubblicato:21-02-2019 14:35
Ultimo aggiornamento:21-02-2019 14:35
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andrea bernaudo
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ROMA – “L’Italia ha bisogno di dimezzare le tasse su tutte le imprese in modo significativo, senza tetti e senza distinzioni”. Così il presidente di Sos partita Iva, Andrea Bernaudo, commenta gli ultimi dati negativi sulla produzione industriale e sulla recessione tecnica. “I contributi previdenziali obbligatori all’Inps – che devono pagare la stragrande maggioranza dei lavoratori autonomi – sono su percentuali spropositate rispetto a quelli di altre casse di professionisti- continua- e sommati a tutte le altre tasse e balzelli locali rendono tecnicamente impossibile continuare a rischiare per produrre. Perché dare il 65% allo Stato e rischiare di saltare senza avere nulla in cambio? Ferie pagate, Tfr, malattia ecc ecc? Assumere una persona con un regolare contratto vuol dire assumere al 50% anche lo Stato, al quale andrà versata la metà della busta paga del lavoratore. Questi sono alcuni dei problemi che hanno le persone che lavorano e che producono. Il governo al momento su questo fronte ha solo ridotto al 15% la pressione fiscale sui ricavi lordi entro i 65.000 euro (seppur eliminando le detrazioni e le spese deducibili). Ha tuttavia lasciato inalterato il contributo Inps obbligatorio, e tutto il resto. Questa misura, tanto sbandierata, ha sicuramente dato una mano ad una piccolissima parte di contribuenti ‘produttivi’, ma non ha stimolato ad assumere (perché ad assumere sono le aziende che fanno ricavi superiori), non ha stimolato a produrre, ma semmai a non produrre per rimanere entro i tetti per beneficiare della riduzione”.

“Insomma- dice ancora il presidente di Sos partita Iva- chiudendo i porti Matteo Salvini ha sicuramente conquistato largo consenso, capitalizzando – da maestro della comunicazione – una battaglia che ha sicuramente fatto emergere tutta l’ipocrisia dei buonisti e dell’Europa, ma sull’economia siamo e restiamo al palo e questo governo – sia sul fronte previdenziale che su quello economico – non ha assolutamente cambiato nulla rispetto al passato”.

“Col reddito di cittadinanza e con quota 100- conclude Bernaudo- riusciremo nell’impresa negativa di aumentare ancor di più la spesa e il debito a carico delle generazioni future e non avremo le risorse per mettere in pratica quello shock fiscale di cui abbiamo assoluto bisogno, perfino di più di controllare sbarchi e immigrazione clandestina”


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