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Elezioni, Rossi Doria (PD): “Non possiamo metterci a scherzare con le tasse”

"Si dica ai cittadini la complessità della situazione in cui ci troviamo"

Pubblicato:21-02-2018 15:40
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:30

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NAPOLI – Come va la campagna elettorale? “Non mi piace perche’, mi pare, che non si dica ai cittadini la complessita’ della situazione nella quale ci troviamo”. Cosi’ alla Dire Marco Rossi Doria, candidato Pd in Campania alla Camera nel collegio uninominale di Napoli San Lorenzo (Posillipo, Chiaia, San Ferdinando, Montecalvario, Avvocata, San Giuseppe, Porto, Pendino, Mercato, San Lorenzo, Stella). “Siamo appena usciti con la testa fuori dall’acqua – spiega -, abbiamo una situazione di indebitamento che ci proviene da 30 o forse 40 anni addietro e dobbiamo pagare interessi sul debito pubblico, tenere i conti in ordine e al tempo stesso pero’ promuovere sviluppo e quindi lottare in Europa perche’ ci sia la possibilita’ di sviluppo. Non possiamo metterci a scherzare con le tasse – afferma l’ex maestro di strada sulle promesse elettorali degli altri schieramenti politici -, dobbiamo recuperare le tasse che le persone non pagano e non possiamo tartassare i piccoli imprenditori e commercianti perche’ altrimenti non c’e’ crescita”. C’e’ quindi “un equilibrio molto difficile. I conti vanno detti ai cittadini in maniera molto, molto seria”.

“NON C’È CRESCITA PIL SENZA SVILUPPO SOCIALE” 

 

Giovani, bambini, lavoro e, soprattutto, sviluppo sociale. Sono questi i principali punti del suo programma elettorale. “Sono una persona da un lato di scuola e dall’altra parte di lavoro di prossimita’ con ragazzi, ma anche con adulti, di quartieri poveri in zone di esclusione nel Mezzogiorno e non solo a Napoli”, sottolinea.  “Mi sono occupato di sviluppo locale quindi su come si fa a far crescere un quartiere, un territorio, contando si’ sulla formazione e sulla scuola ma anche su come si arriva a nuovo lavoro, come si forma il lavoro cooperativo”. Adesso, racconta, “ho un’associazione che si occupa di avvio d’impresa di ragazzi di 25, 30, 35 anni poveri che lavorano a nero e che vogliono aprire un’attivita’ propria. Portero’ innanzitutto questi temi in Parlamento e questi temi richiamano, tutti, un tema piu’ grande che il tema dello sviluppo. Esiste uno sviluppo, quindi una crescita del Pil, senza la coesione sociale, senza il fatto che le persone stiano meglio, senza che le comunita’ abbiano strutture dopo dove ritrovarsi? Io penso di no. Non lo dico solo io, lo dicono anche i grandi capitalisti che se le diseguaglianze crescono, se c’e’ piu’ poverta’, se c’e’ esclusione estrema, anche l’economia va male. Si spendono un sacco di soldi per cose che invece potrebbero evitarsi a monte. Portero’ in parlamento – conclude – questi temi insieme a temi come i diritti delle persone, quelli dei bambini e dei ragazzi di cui mi sono occupato tutta la vita”.


“FOTOGRAFIA DELLA RIFORMA È IN CHIAROSCURO”

 

“Ormai?”, sottolinea alla Dire parlando delle contestazioni alla legge. “È da quando e’ uscita che e’ stata contestata”, spiega. “C’e’ stato uno sciopero immenso di cui ho scritto su La Stampa di Torino un lungo articolo dove spiegavo, in tempi non sospetti, per filo e per segno, quali erano le promesse anche giuste di alcuni dei temi sollevati da questa legge 107 e quali erano le cose che non andavano assolutamente”.  Alcuni aspetti, sottolinea l’ex ‘maestro di strada’, “erano scelte obbligate nel senso che c’e’ stata una sentenza dell’alta Corte amministrativa dell’Aia e il governo della Repubblica, qualunque fosse stata la forza politica al governo, avrebbe dovuto In ogni caso regolarizzare la posizione di 130000 persone che avevano contratti precari nella scuola. Questo va detto, era una scelta obbligata”. Rossi Doria riconosce che “una cosa del genere non era semplice” e “non e’ stata fatta esattamente come si sarebbe potuto fare” ma, ribadisce “altri punti della Buona Scuola penso che siano stati importanti”.  Dal punto di vista della formazione dei giovani per esempio. La scuola lavoro pero’ ha bisogno di piu’ soldi”. Su altri aspetti della scuola italiana, pero’, il giudizio del candidato Pd non lascia dubbi come, ad esempio, su come si gestisce la comunita’ educante nella scuola. “Nel passato noi giudicavamo i ragazzi come insegnanti. La Buona Scuola voleva giudicare gli insegnanti ma non c’era un elemento di valutazione dei dirigenti e questo fatto ha fatto arrabbiare molti perche’ bisogna che ci sia una coerenza, come dico da molti anni, in ogni sistema al suo interno”.  Giudizio positivo e’ invece quello che Rossi Doria esprime a favore dei fondi che i governi di centrosinistra hanno ridato all’istituzione scuola. “Va detto che sono stati finalmente, dopo molti anni, dati dei soldi alla scuola. Soldi che le erano stati sottratti. Da chi? Dai governi di centrodestra che hanno fatto dei tagli lineari per 8,7 miliardi l’anno alla scuola, alla ricerca e all’universita’. Nessun governo di nessun Paese europeo, guidato dalla destra o dalla sinistra, ha mai fatto una cosa del genere. Nessun Paese Ocse ha mai fatto una cosa del genere e noi stessi, in Italia, non abbiamo mai fatto tagli di questo tipo all’investimento in istruzione. Non solo nella storia della Repubblica ma dall’inizio del Regno d’Italia ad oggi. Stiamo finalmente recuperando colpe che vengono da altri”.

“BABY GANG E’ UN FENOMENO ANCORA DA STUDIARE”

“Mi sono occupato di ragazzini difficili e che fanno gesti difficili tutta la vita e dico con franchezza, come ho gia’ scritto, che questo e’ un fenomeno nuovo. È un fenomeno paragonabile a bande che ci sono state negli Stati Uniti o nell’Est europeo. Ho iniziato a studiare questo tipo di cose. Penso che le dobbiamo studiare”.  Prosegue Marco Rossi Doria – “Credo sia giusta una repressione perche’ il limite serve ai bambini e ai ragazzi soprattutto quando si mettono in pericolo e mettono gli altri in pericolo”, sottolineando pero’ che “ci vuole una politica di prossimita’. Azioni, cioe’, salienti da parte della comunita’ educante, a scuola e fuori scuola, che siano capaci di intercettare questa spinta distruttiva terribile che fa male alle persone proponendo invece di queste avventure negative delle avventure positive”. Argomentazioni che lo stesso candidato dem ha gia’ espresso al prefetto di Napoli ed e’ su queste cose “su cui si sta lavorando. Ho fiducia che si fara’ un buon lavoro tra Comune di Napoli, istituzioni regionali e istituzioni nazionali. Istituzioni per una volta coordinate tra loro in maniera positiva su questa questione guardandola sia dal punto di vista delle politiche generali, cioe’ lo sviluppo locale di quartieri difficili, sia – conclude l’ex maestro di strada – dal punto di vista specifico in risposta alle baby gang”.

“SÌ A RIPOPOSIZIONE IUS SOLI-IUS CULTURA”

“Ho partecipato insieme a centinaia e centinaia di insegnanti, di ogni ordine e grado, d’Italia agli scioperi della fame simbolica a favore dello Ius soli e Ius culturae”. Marco Rossi Doria rispondendo ad una domanda sulla legge di cittadinanza non andata a buon fine nella scorsa legislatura.  Rossi Doria ci tiene a specificare che in realta’ si tratta di “Ius soli e Ius culturae, perche’ non devi essere solo un ragazzo o una ragazza, un bambino o una bambina, nata in Italia ma devi anche partecipare alla scuola e alla appartenenza culturale del nostro Paese che e’ un Paese, l’Ocse ce lo dice, fortemente incline alla inclusione e all’integrazione fra culture”. “Io”, ribadisce il candidato Pd, “sono per lo Ius soli e lo Ius culturae nella dicitura della Camera che e’ una dicitura che non e’ stata approvata perche’ non c’erano i numeri”. Una formulazione “molto equilibrata” che, conclude, “se fossi eletto riproporrei sicuramente all’attenzione del parlamento”.

“SCUOLA GRANDE PORTO CHE AVVICINA CULTURE”

“Di tutte le istituzioni della Repubblica, la scuola e’ quella che senz’altro ha fatto di piu'”. L’opinione di Marco Rossi Doria sul tema dell’integrazione.  Oggi, spiega, “il tema non e’ cosa deve fare ma e’ il riconoscimento da parte della comunita’ nazionale di cosa hai gia’ fatto. Quindici anni fa c’erano 57mila ragazzini di origine straniera nella nostra scuola adesso sono 820mila. L’Ocse e l’Onu dicono che e’ stata una delle forme piu’ importanti di integrazione, un esempio da seguire in cosi’ breve tempo. Le nostre scuole, salvo rare eccezioni, funzionano come il vero grande porto che avvicina le culture, integra nelle leggi dello stato diritti e doveri migliaia di giovani cittadini. Dobbiamo, quindi, continuare su questa linea, avere piu’ soldi su questa linea”. “Tutto cio’ e’ stato possibile – prosegue – non solo per il volontarismo degli insegnanti e per la grande competenza professionale degli insegnanti ma anche perche’ il Ministero si e’ dotato di strutture e di occasioni di riflessione. Ogni anno tutti i docenti che si occupano, in ogni regione d’Italia, di questa questione, si riuniscono vedono, che cosa sta succedendo, cosa funziona di piu’ per insegnare l’italiano, per esempio, piuttosto che per coinvolgere le mamme piuttosto che per fare altre cose. Quindi – conclude – siamo un esempio riconosciuto nel mondo e su questo dobbiamo continuare, in questa direzione, con perseveranza”. Un mondo quello della scuola e della formazione che e’ tanto caro all’ex sottosegretario del Miur il quale a domanda risponde: “si’, farei il ministro dell’Istruzione”.

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