NEWS:

Venezuela, Sandoval: “Trump avanti tutta, ora transizione”

"La parola chiave è transizione, che poi vuol dire

Pubblicato:21-02-2017 14:22
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:56

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

“La parola chiave è transizione, che poi vuol dire cambiamento di governo; a pronunciarla è appena stato Rex Tillerson, il nuovo segretario di Stato americano”: a parlare con la DIRE è Claudio Sandoval, professore di diritto internazionale dell’Universidad metropolitana di Caracas, ora negli Stati Uniti per un corso ad Atlanta. Il tema delle lezioni è l’impatto della “revolucion bolivariana” sulle relazioni tra gli Stati Uniti e i Paesi dell’America Latina. Una storia già difficile che adesso, con l’ingresso alla Casa Bianca di Donald Trump e dall’altra parte Nicolas Maduro al posto di Hugo Chavez, rischia di prendere una piega ancora più preoccupante. “Di ‘transizione’ Tillerson ha parlato in un’intervista al blog ‘Latin America Goes Global'” dice Sandoval: “L’idea è che sia necessario un cambiamento, da realizzarsi attraverso elezioni, con una decisione popolare”.

Le relazioni tra Caracas e Washington erano complesse già ai tempi di George Bush e di Barack Obama. L’ultima conferma è un’inchiesta americana cominciata quattro anni fa, che questo mese ha portato alle sanzioni nei confronti del vice-presidente venezuelano Tareck Aissami. Proprietà e conti bancari confiscati con l’accusa, sottolinea il dipartimento del Tesoro, di avere “un ruolo di rilievo nel traffico internazionale di stupefacenti”. Secondo Sandoval, i risultati dell’indagine non erano stati resi pubblici da Obama per timore di compromettere il dialogo avviato dalla sua amministrazione con Cuba, alleata tradizionale del Venezuela.

Una preoccupazione che con Trump sarebbe saltata, anche per le pressioni esercitate sul neo-presidente dalle lobby del Congresso a maggioranza repubblicana. “A chiedere la linea dura è anzitutto il gruppo legato a Marco Rubio” spiega il professore. Convinto che le tensioni potrebbero crescere nonostante Trump appaia intenzionato a rafforzare un’alleanza anti-terrorismo con la Russia. “Per Mosca – spiega il professore – l’asse con Caracas ha un valore strategico che va al di là delle relazioni economiche”. In questo contesto si inserisce la mediazione in Venezuela della Santa Sede, attenta alle rivendicazioni popolari e in prima fila nel sostegno a un tavolo negoziale tra il governo e l’opposizione. “Al riguardo la politica americana è stata oscillante” dice Sandoval. “L’ultimo segnale è stata però la richiesta di scarcerazione di Leopoldo Lopez, il politico di opposizione più popolare, condannato a 14 anni di carcere”.


di Vincenzo Giardina, giornalista professionista

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it