NEWS:

Il migrante e la politica: “Salvini? Lo odio, prima di parlare giri il mondo”

La sua famiglia sarà la prima che verrà risarcita dallo Stato per la tassa versata per il permesso di soggiorno pagata

Pubblicato:21-02-2017 13:42
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:56

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

NAPOLI – “Cosa penso dei politici? Salvini lo odio”. E’ il messaggio che Kassoum Compaore, migrante del Burkina Faso che vive in provincia di Napoli da 9 anni, lancia al leader della Lega Nord. Kassoum ha 22 anni e frequenta un istituto alberghiero. La sua famiglia, a seguito di una causa del Patronato Inca e della Cgil, è la prima a cui lo Stato dovrà rimborsare la tassa per il rilascio e il rinnovo dei permessi di soggiorno introdotto con un decreto nel 2011.

Sogno di fare il cuoco“, spiega il giovane burkinabè, e a Salvini, che oggi ha twittato “tutti a casa col primo barcone”, Kassoum chiede di “girare il mondo prima di parlare. Così potrà capire il rapporto che si genera tra esseri umani, il concetto di solidarietà. A scuola non ci è mai andato, torni a studiare così capirà che non emigriamo dai nostri Paesi per scelta”.


ALLA SUA FAMIGLIA 500 EURO DI RIMBORSO

Alla famiglia di Kassoum lo Stato dovrà restituire 500 euro. L’imposta per il rilascio e il rinnovo del permesso di soggiorno fu introdotta con un decreto del 2011 per volontà dell’ex ministro dell’Interno, Roberto Maroni, e dell’Economia, Giulio Tremonti. Il versamento della quota, introdotto nel 2012, era obbligatorio fino al 2015, anno in cui la Corte di Giustizia europea stabilì l’illegittimità del decreto “perché sproporzionato e in aperta contraddizione con le finalità di integrazione e accesso ai diritti”. Una parte della quota richiesta ai migranti per il permesso di soggiorno finiva poi nel fondo per il rimpatrio. “Questa sentenza è un primo passo- ha spiegato Walter Schiavella, commissario della Cgil Napoli-, andremo avanti perché altre famiglie ci hanno chiesto un rimborso”.


di Nadia Cozzolino, giornalista

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it