Tradito dalla passione per la Juve: arrestato a Torino il torturatore delle carceri libiche Najeem Osama Almasri

Nonostante il mandato di cattura internazionale emanato dalla Corte Internazionale dell'Aja, il capo della polizia libica era atterrato in Italia

Pubblicato:21-01-2025 11:41
Ultimo aggiornamento:21-01-2025 11:43
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Arrestato Najeem Osama Almasri
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ROMA – Tradito dalla sua passione per la Juve. Nonostante il mandato di cattura internazionale emanato dalla Corte Internazionale dell’Aja, Najeem Osama Almasri Hoabish, capo della polizia libica, ha sfidato la sorte ed è atterrato a Torino per vedere la sua squadra del cuore. Durante un controllo di routine però, il 47enne è stato fermato dagli agenti della Digos, assieme ad altri tre connazionali. L’allarme non è scattato immediatamente, ma una volta che il terminale lo ha segnalato come destinatario di un mandato di cattura, gli agenti lo hanno arrestato ieri in albergo e portato nel carcere delle Vallette.

CHI È NAJEEM OSAMA ALMASRI

Su Almasri pendono accuse di crimini di guerra e contro la dignità umana, ma anche di stupro, tortura e omicidio. È il capo della polizia giudiziaria libica e secondo alcuni fonti è il responsabile della prigione di Mitiga a Tripoli, dove vengono portati gli oppositori politici e i terroristi dello Stato islamico. Qui i detenuti verrebbero sottoposti a torture e ai lavori forzati.

Ad esultare per la sua cattura di Almasri è stata soprattutto la ong Mediterranea Mediterranea Saving Humans secondo cui “Almasri è la prova di come l’intero sistema libico, foraggiato in questi anni da milioni di euro dai governi italiani e dall’Unione Europea, sia atroce e criminale: banditi come Almasri hanno solo messo in pratica il mandato ricevuto di “fermare i migranti”, con mezzi e soldi delle istituzioni occidentali. Si nascondeva in Italia, ovviamente: perché qui i trafficanti si sentono al sicuro. Nonostante il tentativo di tenerla nascosta, la notizia è comunque uscita in Italia, grazie a Nello Scavo di Avvenire. Ma siamo solo all’inizio: chi ha pagato Almasri per torturare, detenere, uccidere donne uomini e bambinə?”


Diversa la reazione della Libia: secondo un articolo pubblicato sul sito Libyan Review infatti, per la polizia giudiziaria libica e l’istituto di pena Ain Zara Main, quella di Almasri è una “detenzione arbitraria” e quello avvenuto in Italia è un “incidente oltraggioso” che le autorità libiche devono risolvere al più presto.

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