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Flash mob degli studenti al ministero dell’Istruzione per ricordare Lorenzo Parelli

Il giovane è morto un anno fa durante uno stage in azienda. La denuncia di Rete degli Studenti del Lazio e la Fiom di Roma: "Dopo la morte del ragazzo nulla è cambiato"

Pubblicato:21-01-2023 14:06
Ultimo aggiornamento:21-01-2023 14:07
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ROMA – Oggi 21 gennaio la Rete degli Studenti del Lazio e la Fiom di Roma e del Lazio sono tornati sotto il ministero dell’Istruzione, in occasione dell’anniversario della morte di Lorenzo Parelli. Il sindacato studentesco e il sindacato dei lavoratori denunciano che dopo la morte dello studente, avvenuta lo scorso anno durante un percorso di stage in un’azienda, nulla sia cambiato. Così in una nota la Rete degli Studenti del Lazio. Resi pubblici anche i dati di un sondaggio del sindacato studentesco che ha coinvolto un campione di 1500 studenti del triennio superiore della Regione, circa l’1% del totale degli studenti coinvolti in percorsi di PCTO. Per il 58,2% degli studenti e delle studentesse i corsi sulla sicurezza sono inutili e poco utili, per il 69,5% la scuola non insegna i diritti del lavoro, mentre il 52,2% crede che la propria esperienza di Pcto non sia inerente al proprio percorso di studio.

Né il ministro Bianchi né il neo-ministro Valditara si sono interessati al tema. Le morti di Lorenzo Parelli, di Giuseppe Lenoci e Giuliano De Seta, secondo la Rete e la Fiom, non sono servite a fare interessare Ministero e Governo del tema. “Dal Governo Meloni non vediamo nessun interesse sull’ex alternanza scuola-lavoro– spiegano dalla Rete degli Studenti Medi del Lazio- Da sempre ci opponiamo a questo modello di relazione tra scuola e mondo del lavoro, così come denunciamo le storture di un sistema che espone noi studenti e studentesse ad un lavoro che uccide tre persone al giorno. I Pcto – ex alternanza scuola-lavoro – vanno ripensati e serve che Ministero e Governo ci interpellino. Non vogliamo piangere altri coetanei. I dati del nostro sondaggio sul Lazio sono allarmanti: i Pcto uccidono nel peggiore dei casi, ma nel migliore dei casi non funzionano, non servono a niente e soprattutto ignorano la formazione alla sicurezza e ai diritti del lavoro. Per noi non è scuola quella che uccide, non è lavoro quello che sfrutta”.


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