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ROMA – Il nucleare come fondamentale alternativa ‘low carbon’ e non più considerata “critica” sul percorso verso un’Europa a impatto climatico zero entro il 2050, con l’Italia che sia “pioniera di una frontiera innovativa del futuro”. È questo l’auspicio di Carla Cappiello, presidente dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Roma, che stamattina ha aperto i lavori del webinar ‘Il ruolo dell’ingegneria nucleare nella transizione ecologica‘ – organizzato dall’Ordine da lei presieduto – alla presenza di diversi esperti del settore e di una rappresentanza politico-istituzionale, con i senatori Matteo Salvini, Paolo Arrigoni e Maurizio Gasparri.
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In questi primi giorni del 2022, ha detto Cappiello, “si è tornati a parlare di questo tipo di energia più intensamente. Il motivo è che nella bozza della cosiddetta tassonomia dell’Unione europea, a cui la Commissione europea dovrebbe dare il via libera proprio oggi 21 gennaio, sono comparsi gli investimenti in nucleare e gas in quanto compatibili con il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050. L’obiettivo è quello di indirizzare i fondi privati su determinate energie considerate di transizione“.
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Come sottolineato dalla presidente degli ingegneri romani, infatti, “il nucleare può essere considerato un’alternativa low carbon rispetto agli altri combustibili fossili, sebbene considerato una ‘risorsa critica’ negli Stati europei, Italia inclusa. L’Europa è il più grande importatore mondiale di energia, si stima che la spesa complessiva sia di 400 miliardi di euro l’anno per l’acquisto di più della metà dell’energia consumata, il 53%”. L’Europa, quindi, “dipende dal nucleare per oltre un quarto della propria energia elettrica, e più della metà dell’elettricità che deriva da fonti a basso impatto ambientale proviene dalle 128 centrali atomiche installate in 14 dei 28 Stati europei“.
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Il tema dell’energia dell’atomo è da sempre molto dibattuto in Italia, ma le novità tecnologiche degli ultimi anni potrebbero cambiare radicalmente le carte in tavola. Il nostro Paese, ha infatti ricordato Cappiello, “ha votato contro il nucleare con dei referendum, ma era quello cosiddetto di prima generazione, non quello di cui si parla adesso. A oggi, le principali alternative al nucleare classico sono due: la fissione di quarta generazione e i reattori a fusione nucleare. I vantaggi della fusione sarebbero molti. Oltre all’eliminazione del problema dei rifiuti, si avrebbero zero impatto o quasi da estrazione dei combustibili, la sicurezza intrinseca e lo sviluppo di tecnologie innovative applicabili in numerosi campi. I reattori di quarta generazione saranno estremamente utili per ridurre il problema delle scorie radioattive”.
Il problema principale, stante la volontà politica, è quello dei tempi di realizzazione, che per “sistemi di questo tipo non sono irrisori. Per mettere a punto la tecnologia, la road map va oltre l’agenda europea del 2030 e forse del 2050 – ha sottolineato la presidente – Però è importante l’inserimento del nucleare nella tassonomia europea, perché si permetterebbe un maggior investimento di risorse private nella ricerca e nella realizzazione dei progetti”. Anche perché, guardando in casa nostra, “la situazione odierna in Italia, caratterizzata da alte emissioni da carbone e da un caro bollette, che nel 2022 produrrà una stangata per le famiglie da oltre 11 miliardi di euro, circa 1.950 euro a famiglia, non permette più di non riconoscere anche al nucleare un ruolo tra le energie green”.
L’Italia infatti, “pioniera negli anni ’60 e ’70 dei primi reattori di limitata potenza e dimensione, non sarebbe una new entry del settore. Oggi l’Europa ha selezionato sei progetti strategici nei reattori nucleari del futuro. Mi auguro che come italiani, e come ingegneri, possiamo essere i pionieri di una frontiera innovativa del futuro”, ha concluso Cappiello.
“Il nucleare non può essere una parolaccia, è la via dal punto di vista della sostenibilità e dell’economicità e sono assolutamente allineato sul fatto che nella transizione energetica ed ecologica il nucleare, così come il gas naturale, debba essere una parte del tutto. Non stiamo più parlando né di Chernobyl né di Fukushima, stiamo parlando del 2022 e del futuro dei nostri figli”. Lo ha detto il senatore e leader della Lega, Matteo Salvini, durante il suo intervento al webinar ‘Il ruolo dell’ingegneria nucleare nella transizione ecologica’ organizzato dall’Ordine degli ingegneri di Roma e provincia.
I numeri, ha sottolineato Salvini, “ci dicono che ci sono 51 centrali in costruzione di cui la metà in Cina e in India, negli Usa questa mattina sono operativi 93 reattori, in Francia 56 e altre decine tra Russia, India, Pakistan e mondo sviluppato: non possiamo essere gli unici fuori della ricerca. Mi faccio volentieri carico di una battaglia giusta, magari scomoda perché può dividere in Italia e in Europa ma l’importante è discutere dei fatti, dei temi, dei numeri, di quarta generazione, di fusione, fissione, scorie, sicurezza e costi energetici guardandoci intorno. Sono a disposizione come spero tutti gli altri colleghi di partito perché questa non è battaglia di parte”.
Per il leader del Carroccio “il costo energetico che oggi noi paghiamo è il 30% in più rispetto alla Germania e il 15% in più rispetto alla Francia, e questo costo non è di una parte politica, è un costo per le imprese e per le famiglie che non possiamo sostenere. Se ci sono 442 reattori attivi al mondo e se c’è una ricerca in corso in molti Paesi sugli ‘small modular reactor’ non possiamo starne fuori, quindi ritenetemi e riteneteci a disposizione per portare avanti quello che voi, che siete gli unici titolati a farlo, potete mettere a disposizione del Paese. Non ne faccio un discorso di parte o di partito, l’Italia ne ha bisogno: non possiamo essere tra i pochi che non partecipano alla sfida del futuro, anche perché le altre fonti di approvvigionamento energetico, lo vediamo in queste ore con i problemi in Ucraina e con il costo del petrolio, ovviamente non sono quelle del futuro”.
Secondo Salvini “il tema dell’energia pulita, sicura e nucleare non è una parolaccia, nucleare non può essere una parolaccia se nella tassonomia europea è insieme al gas naturale all’interno della transizione come energie finanziabili nel nome del green. Mi auguro che iniziative come questa vostra di stamattina possano essere diffuse: mi fido poco degli onniscienti, conoscevo poco la materia e la sto approfondendo anche grazie a voi acquisendo dati e numeri – ha concluso rivolgendosi agli ingegneri romani – Se l’Unione europea oggi sta producendo il 26% della sua dotazione energetica da nucleare, e di questo 26% Francia, Germania, Svezia e Spagna coprono l’80%, l’Italia non può esserne fuori. È una questione anche di dipendenza e indipendenza: il nucleare deve essere affrontato senza ideologie e senza prevenzioni. Non sono un tifoso pro o contro, ma documentandoci non possiamo rimanere fuori da quello che Cina, India, Pakistan, Corea del Sud, Stati Uniti, Gran Bretagna, Finlandia, Romania, Svezia e Francia stanno affrontando come sfida”.
“Io sono sempre stato un nuclearista convinto, e ricordo quando l’ultimo Governo democraticamente eletto dagli italiani, il governo Berlusconi, con l’allora ministro dello Sviluppo economico Scajola produsse tutta la normativa per il ritorno al nucleare. Quel Governo avviò tutto, poi dopo Fukushima ci fu una battuta d’arresto come accadde all’epoca con Chernobyl. Il dibattito sul nucleare poi riprende però puntualmente fiato perché non si può immaginare un mondo che non utilizzi il nucleare o che si possa essere talmente ipocriti da non produrre energia nucleare e poi prenderla dalla Francia“. Lo ha detto il senatore e componente del Comitato di presidenza di Forza Italia, Maurizio Gasparri, durante il suo intervento al webinar ‘Il ruolo dell’ingegneria nucleare nella transizione ecologica’ organizzato dall’Ordine degli ingegneri di Roma e provincia.
Ora, ha evidenziato Gasparri, “si parla perché ci sono tensioni internazionali, c’è la pandemia e i prezzi delle materie prime salgono, esattamente come accadde con gli shock petroliferi. Queste situazioni dimostrano che alcune fonti tradizionali possono aumentare di prezzo e rendere impossibile la produzione, e non basta che il Governo metta miliardi su miliardi per le bollette: il nucleare è l’unica risposta sul tema della razionalità e sul piano della cultura storica, e dobbiamo avere la forza di portare avanti questo dibattito come fece allora il Governo Berlusconi – ha concluso il senatore – Plaudo a questa iniziativa, io ci sono e anche Forza Italia c’è e ha sempre sostenuto questo tema anche a livello internazionale: ora che c’è questa emergenza dobbiamo cercare di guadagnare metri di campo”.
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