NEWS:

Quarantene e paure paralizzano lo sport, Uisp: “Come fossimo in lockdown”

Tra paura dei contagi e labirtinti normativi, sono sempre meno le persone che fanno sport. E i costi di gestione degli impianti diventano insostenibili

Pubblicato:21-01-2022 13:59
Ultimo aggiornamento:21-01-2022 14:03

basket_bambini_giovani
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

REGGIO EMILIA – Sos dello sport di base emiliano-romagnolo che tra paura dei contagi, nuove norme e rincari dell’energia, non vede la fine del tunnel di incertezza in cui naviga da due anni. A mettere in fila i diversi problemi è Enrico Balestra, presidente della Uisp regionale. “Stiamo vivendo un lockdown de facto: non c’è una chiusura dall’alto come nell’inverno scorso, ma tra quarantene e paura di contagiarsi moltissime persone non possono o non vogliono fare sport, almeno in questo periodo“, attacca Balestra.

COSTI ALLE STELLE, “15.000 EURO A SETTIMANA PER TENERE APERTA PISCINA

I costi, poi, stanno diventando insostenibili per gli impianti: “Aprire le porte di una piscina in gennaio può costare 15.000 euro a settimana- evidenzia ancora il presidente dell’Unione sport per tutti- e un campo da tennis o calcetto oggi costa il 30% all’ora in più rispetto a pochi mesi fa”.

LEGGI ANCHE: Il Covid? Una bomba emotiva che si è abbattuta sugli adolescenti


“BASTA PARLARE SOLO DI RONALDO, RAGAZZI ORMAI NON ESCONO DI CASA”

La pandemia, dice ancora Balestra, “poteva essere l’occasione per una ristrutturazione globale dell’impiantistica sportiva, invece rischiamo di concentrarci su proposte marginali e di scarso impatto. All’interno del Pnrr non leggiamo un piano globale e strategico per lo sport”.
Nel ginepraio della normativa il presidente Uisp sottolinea tra gli altri un aspetto: “Quello del certificato medico che va aggiornato dopo aver passato la malattia. In questo senso siamo molto preoccupati del fatto che si continui a parlare sempre e solo dello sport di vertice e non dello sport di base, anche in termini di ‘return to play’ e pratica. Bisognerebbe smetterla di parlare di Cristiano Ronaldo o Marcell Jacobs, e preoccuparsi della crescente sedentarietà dei ragazzi, della solitudine e delle paure dei cittadini che non escono di casa”.

“MOLTE SOCIETÀ ORMAI NON RIESCONO A GESTIRE GLI IMPIANTI”

Per quanto riguarda il panorama reggiano, infine, è il presidente provinciale Uisp Azio Minardi a intervenire: “Siamo ormai a un crocevia per lo sport di base e per il settore della gestione degli impianti sportivi. Molte società sportive hanno abbandonato la scena e altre non sono più in grado di gestire gli impianti che rischiano di diventare cattedrali nel deserto: qualcuno si muova”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it