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BARI – A partire da oggi e fino al prossimo tre marzo verranno eseguite “le attività correlate e inclusive dell’installazione della condotta sottomarina con l’ausilio della Castoro sei (nave posatubi semisommergibile della Saipem, ndr) e di rimorchiatori, navi trasporta tubi e navi adibite al trasporto di materiale di progetto”. È quanto si legge in una ordinanza – la numero 4 dello scorso 17 gennaio – emanata dalla guardia costiera di Otranto in cui si rendono noti anche i divieti dinanzi alla costa di San Foca, a Melendugno in provincia di Lecce dove approderà il gasdotto Tap che porterà gas azero in Europa.
Dalla banchina del porto la nave della società Saipem è ben visibile. Nelle prossime settimane sarà vietato “intralciare in qualunque modo le attività delle unità impegnate nel progetto, navigare, ancorare e sostare con qualsiasi unità nautica, praticare balneazione, effettuare attività di pesca e svolgere attività di immersione“.
“Nonostante sia acclarato che Tap stia lavorando senza autorizzazioni, i lavori procedono. Qualcuno dovrebbe avere il coraggio di muoversi, di fare qualcosa. Invece ci siamo sempre e solo noi”. Così alla Dire Gianluca Maggiore, leader del Movimento No Tap che questa mattina è sul lungomare di San Foca, a Melendugno, con lo sguardo rivolto al mare.
A qualche miglio dalla costa salentina c’è la Castoro 6, la nave che Saipem ha inviato per attuare “i lavori più impattanti per il mare: l’installazione di un tubo lungo 110 chilometri. Vedere sfregiato il nostro mare – chiosa – è un dolore immenso”.
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