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Calcio, Genoa-Milan: la ‘Nord’ resta fuori contro l’anticipo alle 15

GENOVA - È un silenzio irreale quello che accoglie l'ingresso in campo di Genoa-Milan, posticipo della prima giornata di ritorno

Pubblicato:21-01-2019 15:08
Ultimo aggiornamento:21-01-2019 15:08

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GENOVA – È un silenzio irreale quello che accoglie l’ingresso in campo di Genoa-Milan, posticipo della prima giornata di ritorno del campionato di calcio di serie A, allo stadio Luigi Ferraris di Genova. Nessun coro, nessun vessillo e poche centinaia i tifosi rossoblu che hanno sfidato il gelo e l’orario infausto, con la “Gradinata Nord” rimasta quasi deserta e totalmente priva della tifoseria organizzata. Solo due striscioni per salutare il giovane tifoso genoano Federico Fontana, morto nel weekend in un incidente stradale. Più gente, invece, nel settore “Distinti”. 

La partita era inizialmente in calendario alle 21 ma è stata anticipata per volere del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, e su prescrizione dell’Osservatorio sulle manifestazioni sportive, per timori di ordine pubblico. Niente storico inno del Grifone, che solitamente saluta i giocatori pochi istanti prima del fischio di inizio. Solo fischi per il jingle della Lega calcio, un timido coro “vergogna” e un applauso a incitare la squadra.


Il cuore caldo della tifoseria organizzata è rimasto all’esterno del suo “tempio” per protestare contro una scelta ritenuta scellerata anche dalla società e dal mister Cesare Prandelli. Tutta la politica genovese aveva chiesto, invano ma a gran voce, il ripristino dell’incontro alle 21. 

Se, infatti, è vero che la rivalità tra le tifoserie di Genoa e Milan è una tra le più accese e che tra pochi giorni ricorre l’anniversario della morte di Vincenzo “Claudio” Spagnolo -tifoso rossoblu ucciso il 29 gennaio 1995 dall’ultrà rossonero, Simone Barbaglia, all’esterno dello Stadio Luigi Ferraris, poco prima della partita che era in calendario domenica alle 15- è altrettanto vero che, dopo anni di trasferte vietate, negli ultimi campionati i supporter più accesi del grifone e del diavolo si sono incontrati anche in orari serali, senza particolari conseguenze. Ecco perché la scelta del Viminale di anticipare l’incontro alle 15 ha colto tutti di sorpresa, scatenando infinite polemiche. 

Non certo un favore a una città che sta lottando con le unghie e con i denti per riprendersi dal crollo del ponte Morandi. L’orario, infatti, non crea problemi solo ad abbonati e appassionati rossoblu ma a tutta la città che deve convivere con uno stadio a pochi passi dal centro. Giocare a metà pomeriggio di un giorno feriale mette in ginocchio traffico, abitanti e commercianti del quartiere Marassi, e non solo, ma ha costretto anche le scuole nelle vicinanze dello stadio ad anticipare l’orario di uscita degli studenti per limitare gli inconvenienti. Ad accrescere la rabbia dei tifosi genoani, anche l’ormai usuale contestazione al presidente Enrico Preziosi, diventata ancora più accesa per le notizie dell’imminente passaggio del bomber polacco, Krzysztof Piatek, proprio al Milan, dopo appena sei mesi alla guida dell’attacco del grifone

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