NEWS:

Verso l’8 marzo, si moltiplicano le assemblee ‘Non una di meno’

ROMA - In queste ultime settimane di gennaio c'è un'Italia in fermento che si riunisce e discute

Pubblicato:21-01-2019 14:28
Ultimo aggiornamento:21-01-2019 14:28

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – In queste ultime settimane di gennaio c’è un’Italia in fermento che si riunisce e discute per organizzare la “giornata dello sciopero globale femminista” del prossimo 8 marzo. L’hanno ribattezzata così, le attiviste del movimento ‘Non una di meno’, la Giornata internazionale della donna – comunemente nota come Festa della donna, nata agli albori del Novecento negli Stati Uniti d’America e designata negli Anni 70 come celebrazione globale dalle Nazioni Unite – che si sostanzia, grazie al giovane laboratorio politico sorto dall’argentino ‘Ni Una Menos’, di ulteriori elementi: l’assemblea come strumento, terreno di confronto e condivisione, territoriale e nazionale; lo sciopero, internazionale e femminista, come forma di protesta, “contro il patriarcato” e la “violenza maschile”.

Da Torino a Firenze, da Padova a Catania, passando per Napoli, le assemblee cittadine verso “lottomarzo” si moltiplicano, dopo le due grandi assemblee nazionali di Bologna (6-7 ottobre 2018), quando è stato proclamato lo “Stato di Agitazione Permanente”, e Roma (25 novembre 2018). Alla base delle rivendicazioni delle attiviste il ‘Piano femminista contro la violenza maschile e di genere’ (scaricabile al link https://drive.google.com/file/d/1r_YsRopDAqxCCvyKd4icBqbMhHVNEcNI/view), lanciato nel novembre 2017 dopo decine di assemblee cittadine, cinque assemblee nazionali e nove tavoli tematici. Una piattaforma per contrastare violenza di genere e sessismo ed evidenziare il ruolo delle donne nella società, denunciando la loro subalternità nel mercato del lavoro, nell’ambito del sistema neoliberista.

lottomarzo2
lottomarzo4
lottomarzo3

“Vogliamo far entrare lo sciopero nelle case, espanderlo alla società, agli ospedali e ai consultori, alle scuole e alle università, dove si produce un sapere che in gran parte continua a riprodurre quei ruoli e quelle gerarchie- si legge tra i dettagli dell’evento Facebook dell’assemblea cittadina di Bologna, convocata per il prossimo 27 gennaio- Guardando alla lotta delle lavoratrici migranti della Yoox di Bologna e delle operaie di Italpizza a Modena, contro le molestie e l’intreccio tra sessismo, razzismo e sfruttamento, vogliamo portare le istanze dello sciopero femminista in tutti i luoghi di lavoro, preparandolo con assemblee sindacali ovunque sia possibile, creando le condizioni affinché possa scioperare anche chi è senza contratto o in una condizione di maggiore precarietà e ricattabilità”. Una spinta ambiziosa contro alcuni bersagli simbolici della stagione politica giallo-verde: “il disegno di legge Pillon e le mozioni anti-aborto”, “la guerra alle e ai migranti legittimata dalla legge Salvini”, “la violenza economica e una manovra finanziaria che, lungi dall’abolire la povertà- continua il post- ha trasformato il ‘reddito di cittadinanza’ in un dispositivo di controllo classista”.


A Napoli l’assemblea di domani, 22 gennaio, si dividerà in tavoli di lavoro. Il tavolo ‘Formazione’ approfondirà i ddl Salvini e Pillon, con l’organizzazione di interventi e iniziative in scuole, università e piazze; il tavolo ‘Sciopero’ immaginerà la giornata dell’8 marzo, tentando di “differenziarla il più possibile così da allargare la possibilità di partecipare e scioperare”; il tavolo ‘Comunicazione’ organizzerà feste, iniziative e presentazioni. Al centro della discussione anche “l’autoinchiesta sul lavoro verso l’8 marzo” e “l’organizzazione di assemblee territoriali” (Scampia, 19 febbraio; Sparanise, con il corteo sull’ambiente; Bagnoli, con la battaglia per la riapertura del consultorio). Momenti assembleari sono previsti in alcune tra le principali città italiane: Torino e Padova (23 gennaio), Catania (24 gennaio) e Firenze (29 gennaio).

Permane lo scarto ideale tra movimento e segreteria della Fiom, che, fanno sapere le attiviste sul blog di ‘Non una di meno’, non proclamerà lo sciopero. “Nel suo intervento conclusivo- si legge sulla pagina in cui ieri è stato pubblicato il testo letto dalle attiviste nel corso del Congresso nazionale della Fiom-Cgil lo scorso 13 dicembre a Riccione- ha spiegato che uno sciopero generale di categoria per riuscire deve essere motivato, e che se non riuscisse indebolirebbe il sindacato. Finché continuerà a pensare lo sciopero in termini strettamente sindacali, e non politici e sociali, la segreteria Fiom non potrà vedere l’occasione – riconosciuta e colta dai suoi omologhi europei, come i sindacati spagnoli – di combattere la violenza patriarcale come una delle condizioni che contribuiscono a intensificare la precarietà e lo sfruttamento di tutte e tutti”.

“Noi chiediamo- continuano le attiviste- un salario minimo europeo per contrastare i salari da fame, i meccanismi di disparità e di dumping salariale; un reddito incondizionato e universale, slegato dal reddito familiare, dalla cittadinanza e dalle condizioni di soggiorno, un reddito che noi definiamo di autodeterminazione perché deve essere garanzia di indipendenza economica e autonomia, di prevenzione della violenza, di liberazione dai ricatti delle molestie e dello sfruttamento. Noi chiediamo un welfare universale e gratuito, non basato sul modello familistico, ma sul principio dell’autonomia delle donne e di tutti, adeguato alle relazioni, ai bisogni e ai desideri; dunque, il ri-finanziamento e potenziamento dei servizi pubblici dell’infanzia, nonché l’accesso universale agli stessi; politiche a sostegno della vera genitorialità condivisa, attraverso l’estensione incondizionata delle indennità di maternità, paternità e parentale a tutte le tipologie contrattuali, e non solo in presenza di contratto”. 

“Infine- sottolinea il movimento- la dimensione globale delle lotte per l’autodeterminazione e i diritti del lavoro è oggi un tema inaggirabile. Per questo abbiamo assunto la lotta per un permesso di soggiorno europeo, per la cittadinanza e l’asilo, come nostra lotta: se il ricatto della clandestinità produce violenze e sfruttamento sui confini interni ed esterni, noi rivendichiamo per tutti libertà di muoversi e di restare”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it