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La Protezione Civile fa il punto sull’emergenza, Curcio: “Lavoriamo in condizioni estreme”

ROMA - Gli operatori della Protezione

Pubblicato:21-01-2017 13:27
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:49

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ROMA – Gli operatori della Protezione civile e della Forze dell’ordine stanno operando in “condizioni che sono davvero estreme”, oltretutto sotto la neve ci possono essere le conseguenze delle ultime forti scosse di terremoto, che potrebbero ad esempio aver compromesso strade già danneggiate dai precedenti eventi sismici, e non tenerne conto potrebbe portare conseguenze sulla “sicurezza degli operatori”. Per cui si deve evitare una “semplicistica rappresentazione” delle attività in corso. Fabrizio Curcio, capo della Protezione civile, lo dice in conferenza stampa dal Dicomac di Rieti, in diretta su RaiNews24.

Le ultime scosse possono aver creato “ulteriori instabilità che saranno scoperte solo quando si toglierà neve“, dice Curcio, invitando ad evitare “la semplicistica rappresentazione per cui basta un mezzo per liberare area in una frazione, senza tener conto che nel frattempo quattro eventi con magnitudo pari o superiori a 5” hanno colpito le aree già duramente colpite. Prima di criticare, quindi, si deve tener conto di “quello che può trovarsi sotto la neve, in relazione alla sicurezza degli operatori”, sottolinea.


Una volta smaltita l’emergenza, si dovrà passare alla “verifica dela stabilità dei versanti nevosi e dei versanti al di sotto della neve“, avverte il Capo della Protezione civile, avvertendo che oltretutto “lo scioglimento della neve influirà sull’equilibrio idrogeologico” della zona.    Insomma, aggiunge Curcio, “speriamo in giornate meno drammatiche, ma saranno altrettanto difficili“.


“IN CAMPO OLTRE 8.300 UNITÀ, NON SONO IN CORSO RICERCHE DI ALTRE PERSONE”

Il dispositivo in campo supera le 8.300 unità” e ci sono “3mila mezzi in giro, molti dedicati alla situazione specifica del maltempo”. Fabrizio Curcio, capo della Protezione civile, lo dice in conferenza stampa dal Dicomac di Rieti, in diretta su RaiNews24.

Il sistema della Protezione civile “si è mosso nella sua completezza”, spiega Curcio, facendo ricorso anche “agli spalaneve presi dalle società aeroportuali, che ringrazio” per aver fornito mezzi che “non servono in aeroporti e sono stati messi a disposizione”. A questi si aggiungono quelli “presi a noleggio da aziende private, oltre a quello che gli amministratori locali hanno messo in piedi autonomamente“, precisa.

Resta comunque “la necessità di un supporto psicologico per le persone che sono molto scosse”, avverte Curcio, ricordando che “nella notte si sono verificate centinaia scosse che condizionano la tenuta già provata delle persone sui territori”.

La situazione sta migliorando quasi ovunque” e “non abbiamo ricerche di persone in corso“. Il bilancio resta quindi fermo alle 5 vittime di Rigopiano “e non abbiamo segnalazioni in corso di persone che si stiano ricercando”, aggiunge Curcio.


“EVACUAZIONI CONCLUSE, IN ABRUZZO 31MILA UTENZA DA RIATTIVARE”

La Protezione civile sta svolgendo “un lavoro incessante per liberare la viabilità principale, ma soprattuto quella che raggiunge frazioni”. Fabrizio Curcio, capo della Protezione civile, lo dice in conferenza stampa dal Dicomac di Rieti, in diretta su RaiNews24. “Le evacuazioni concluse quasi dappertutto, ci sono ancora alcune singole realtà” da risolvere, aggiunge.

“Lavorando con le società della gestione della rete elettrica, quindi Enel e Terna, ci dicono che sulla parte abruzzese” ci sono “circa 31mila utenze ancora da attivare, mentre sono 800 quelle che nelle Marche, soprattutto nella provincia di Ascoli Piceno, hanno necessità di attivazione”, conclude Curcio.

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