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Report del Consiglio Grande e Generale di San Marino del 20 dicembre – pomeriggio

Di seguito un estratto degli interventi della seduta odierna

Pubblicato:20-12-2022 21:25
Ultimo aggiornamento:09-01-2023 10:26

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SAN MARINO – Nel pomeriggio il Consiglio Grande e Generale prosegue l’esame degli emendamenti aggiuntivi presentati da Repubblica futura- circa una trentina- partendo dall’Articolo 1 sexies del Bilancio previsionale 2023. Degli emendamenti esaminati nel pomeriggio ne viene approvato uno all’unanimità, concordato con il governo, l’Articolo 1 decies “Riduzione tariffe asili nido secondo figlio”.

Si parte quindi dall’emendamento di Rf aggiuntivo di un articolo 1-sexies “Autonomia energetica”, presentato in mattinata, per chiedere una relazione da parte della Commissione consiliare competente, entro 45 giorni, su un piano esecutivo che “indichi interventi pubblici e privati per incrementare l’autonomia energetica e idrica della Repubblica di San Marino”. Il Segretario di Stato per le Finanze, Marco Gatti, chiede di respingere l’emendamento perché “lo strumento più appropriato per convocare commissioni rispetto temi specifici da parte del Consiglio è l’Ordine del giorno”. E in ogni caso, “indipendentemente dall’Odg- prosegue- la convocazione della commissione consiliare sarà fatta a breve- assicura- perché per il governo è una priorità dei primi mesi del prossimo anno e condivide l’impostazione di un piano operativo generale”. L’emendamento viene respinto con 19 voti contrari, 11 favorevoli, 1 astenuto e 1 non votante.

Segue l’esame dell’emendamento di RF aggiuntivo di un articolo 1-septies “Aiuti alle famiglie su bollette”, presentato perché “non c’è niente in Finanziaria per sostenere le famiglie sammarinesi a fare fronte al caro bollette”, spiega Andrea Zafferani. Così, “alla luce degli aumenti recentemente deliberati- prosegue- in pratica i cittadini fanno da bancomat all’Azienda dei servizi, pagando una tariffa almeno del 25% superiore rispetto al costo medio reale che l’Azienda sostiene, per effetto del contratto finanziario che non stiamo sfruttando e lo riteniamo non accettabile”. In questa direzione va la proposta con cui “chiediamo una sorta di ristoro, che il 90% di questo extra gettito per l’Azienda venga riversato sui cittadini, riducendo le bollette”.


Nel dibattito sull’emendamento, interviene anche il Segretario di Stato per l’Industria Fabio Righi, sottolineando come anche il tema del caro-bollette riporti alla necessità di realizzare una produzione di energia interna.“Rispetto a questa pianificazione noi possiamo giocare una partita unica nel suo genere- assicura- è un tema centrale sia per gli investimenti esteri, sia per gli obiettivi che il sistema internazionale si è dato, le soluzioni che vengono date possono essere veri e propri volani di sviluppo e interventi di sistema Paese, da non sottovalutare”. Il Sds Righi cita quindi l’esempio di chi può essere interessato a investire a San Marino “per mettere a terra la prima comunità energetica nazionale”.

Oscar Mina, Pdcs, ricorda che in Finanziaria c’è già l’articolo 19 che al comma 7 prevede una delega entro il 31 -12 al congresso di Stato per sostenere le famiglie proprio in questo ambito. A riguardo, il consigliere Pasquale Valentini, Pdcs, chiede un impegno, entro gennaio, al governo per dare soluzioni affinché gli aumenti delle bollette non siano insostenibili per cittadini e imprese. Gloria Arcangeloni di, Rete, riconosce che la delega prevista all’articolo 19 del Bilancio ha una scadenza troppo lunga e invita a correggerla per anticipare i tempi. “Stiamo diventando ridicoli- manda invece a dire- Maria Katia Savoretti, Rf- le famiglie vanno aiutate oggi, in questo momento, non a fine 2023”. Replica il Segretario Gatti: “Le risorse dello Stato non sono infinite e le abbiamo mirate per chi ha urgenza o necessità, ovvero la stessa cosa che prevediamo di gestire con il decreto all’articolo 19, ora l’Aula può scegliere se votare questo emendamento, o l’ articolo 19”.

L’emendamento viene infine respinto con 17 voti contrari, 9 favorevoli e 1 astenuto.

L’emendamento successivo di Rf è l’aggiuntivo di un articolo 1-octies “Credito imposta aumenti salariali”. “L’inflazione crescente che erode la capacità di spesa delle famiglie è il problema dei problemi- spiega Nicola Renzi, Rf- motivo per cui abbiamo cercato di immaginare meccanismi per aiutare le famiglie”. Gian Matteo Zeppa, Rete, espone i suoi dubbi sull’applicabilità della proposta: “Capisco le ragioni, ma bisogna prima chiedere quale sia a San Marino il tasso di inflazione- che non si sa- e l’emendamento è comprensibile ma inapplicabile-prosegue- perché interviene sulla contrattualistica in materia rinnovi, ambito particolare e si deve tenere conto delle leggi e delle regole”. Conferma i dubbi appena esposti il Segretario Gatti che esprime orientamento negativo all’emendamento: “Quanto richiesto è tematica di contrattazione collettiva e non è compito del governo inserirsi nella contrattazione del settore privato, così come vedo difficile che si faccia un discorso su tre anni, se l’inflazione cala, il governo rimane ingaggiato a vita?”. L’emendamento viene respinto con 19 voti contrari e 11 a favore.

Ragionamento analogo per l’emendamento successivo, Articolo 1-novies “Detassazioni welfare aziendale”, volto “a colmare il gap tra l’andamento dell’inflazione e quello della produttività del lavoro, che è più basso- spiega Zafferani- attraverso l’intervento della politica fiscale”. Si propongono in sostanza benefici fiscali alle aziende che prevedono forme di welfare aziendale, ovvero benefit e prestazioni non legate agli aumenti salariali, erogati per migliorare la qualità della vita dei dipendenti. La forma individuata del beneficio è “il credito di imposta fino a un massimo 1.500 euro annui per dipendente”, chiarisce Zafferani. Per il Segretario di Stato Gatti l’emendamento è da respingere: “Anche in questo caso si prevede un intervento pubblico dove c’è contrattazione collettiva”. L’emendamento viene respinto con 16 voti contrari, 10 a favore e 1 non votanti.

Si arriva all’emendamento Articolo 1 decies “Riduzione tariffe asili nido secondo figlio”, volto a ridurre l’impatto del costo degli asili nido sulle famiglie, in presenza di più figli che lo frequentano, con tagli che vanno dal 20 all’85% della retta per il secondo figlio, in base a scaglioni di reddito, e sono ancora superiori in presenza di un terzo figlio frequentante il nido.

Interviene il Segretario di Stato Andrea Belluzzi per aprire all’approvazione dell’emendamento “se migliorato”. Il Segretario chiede infatti di correggerlo estendendone l’applicazione anche per famiglie che hanno altri figli che frequentano la scuola d’Infanzia o la scuola Elementare. E di coniugare la proposta rimuovendo il provvedimento inserito nella fase di covid dell’attivazione di fasce orarie. “L’insieme di questi interventi possono essere un aiuto per le famiglie che hanno più figli o desiderano averne- sottolinea Belluzzi- con tali integrazioni l’emendamento è accettabile, se no, così come proposto, non raggiungerebbe l’obiettivo, perché applicabile solo se tutti i figli frequentano il nido”. Da Repubblica futura c’è soddisfazione per la disponibilità. Anche se Nicola Renzi, Rf, chiede rispetto per la proposta fatta: “Come si fa a dire- lamenta- che così non serve a nessuno..”. Sara Conti, Rf, sottolinea come la proposta fatta rientri anche nelle politiche a contrasto del calo demografico. “Siamo favorevoli all’integrazione della proposta- sottolinea Conti- che va nella direzione di ampliarne l’applicazione e di migliorarla, ben venga”. L’emendamento viene così riproposto con una formulazione condivisa dal governo e viene approvato all’unanimità.

Sulla stessa linea è anche l’emendamento Articolo 1 undicies “Adeguamento assegni familiari”, strumento ritenuto non aggiornato. Il Segretario di Stato per la Sanità Roberto Ciavatta assicura che c’è la volontà di rivedere gli importi degli assegni famigliari e di quelli integrativi. “Va messo mano a questi istituti, come previsto all’articolo 20 comma 7- chiarisce- all’Iss ho chiesto se questo intervento fosse compatibile, considerando che da gennaio partono gli effetti della riforma previdenziale”. Ma il parere degli uffici è stato negativo: quel fondo è infatti pagato dai datori di lavoro e “qualsiasi variazione non può essere coperta dando carico al bilancio dello Stato”. Ciavatta assicura che nel corso del 2023 l’andamento del fondo degli assegni famigliari sarà monitorato: “Se ci sarà capienza, sarà interesse del governo e della maggioranza di andare a integrare gli assegni- assicura- ma non può essere deciso a tavolino con un emendamento in Finanziaria”. Respinto quindi l’emendamento con 28 voti contrari e 8 favorevoli.

Stessa sorte per gli emendamenti successivi: Articolo 1-duodecies “Prevenzione con attività sportive”, Articolo 1-Terdecies “Aumento sconto Smac” e l’Articolo 1 quater decies “Bonus Cultura”. In particolare, quest’ultimo introdurrebbe un bonus di 500 euro per chi compie 18-19-20 anni nel corso del 2023, per l’acquisto, tra l’altro, di libri, biglietti di spettacoli teatrali o spettacoli dal vivo, per l’abbonamento a giornali sammarinesi, per l’accesso a musei e mostre, per partecipare a corsi di musica, teatro o lingua straniera. Per Rf non è una spesa insostenibile per lo Stato, stimata intorno a 500 mila euro. I consiglieri proponenti paragonano quella spesa a quelle fatte dal governo per le consulenze. Giuseppe Maria Morganti, Libera, anticipa la presentazione di un emendamento analogo da parte di Libera. Ma l’orientamento del governo è contrario. Il Segretario per l’Istruzione e la Cultura, Andrea Belluzzi, elenca i progetti su cui si sta già impegnando la sua Segreteria nella direzione di “garantire l’istruzione a tutti e anche a chi non ha mezzi”, per sostenere, ad esempio anche “percorsi di studio all’estero e l’accesso ai programmi di Intercultura ed Erasmus” . Belluzzi si dice poi dispiaciuto che il dibattito sia stato “inquinato”, “mettendo sullo stesso piano il discorso della cultura dei giovani con il tema delle consulenze”.

Respinto anche l’emendamento Articolo 1 quindecies “Imposta di soggiorno”per chiedere che l’imposta istituita nel 2021 torni in capo all’ufficio del turismo per sua gestione e non sia più i capo ufficio tributario. Seguono gli emendamenti Articolo 1 septies decies “Lavoro prestato dagli amministratori”, per dimezzare i versamenti contributivi previsti, e l’articolo 1 septies decies in subordine per prevedere che i contributi dimezzati per i primi 5 anni di attività della società di capitali. Per il governo le proposte sono peggiorative e sono entrambe respinte.

I lavori vanno avanti oltre le 20- continuando l’esame degli emendamenti aggiuntivi di Repubblica futura- come da accordo convenuto in Ufficio di presidenza, e proseguiranno fino le 21.

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