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Non assumeva “donne sotto i 40”, Elisabetta Franchi sotto la lente di Ispettorato e Regione

La stilista finì al centro delle polemiche per aver raccontato di non assumere lavoratrici giovani che potessero assentarsi in caso di maternità. Caso chiuso? Niente affatto, la consigliera di parità dell'Emilia-Romagna passa al setaccio rapporti biennali dell'azienda

Pubblicato:20-12-2022 20:08
Ultimo aggiornamento:20-12-2022 20:08

ELISABETTA FRANCHI
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BOLOGNA- La scorsa primavera scoppiò un vero e proprio caso per le parole pronunciate da Elisabetta Franchi durante un incontro pubblico: la stilista bolognese spiegava di non assumere donne giovani in azienda per il timore che possano avere dei figli. “Oggi le donne le ho messe ma sono ‘anta’, questo va detto, comunque ancora ragazze ma cresciute. Se dovevano far figli o sposarsi lo avevano già fatto e quindi io le prendo che hanno fatto tutti i giri di boa, sono al mio fianco e lavorano h24, questo è importante”, disse Franchi, scatenando un putiferio.

“I NUMERI PARLANO”

Ne seguì un vespaio di portata nazionale, con l’imprenditrice costretta a giustificarsi assicurando che nella sua aziende le donne non vengono discriminate. In questi mesi, però, c’è chi non si è accontentato delle rassicurazioni ‘a parole’ di Franchi. Sull’azienda si sono accesi i riflettori della Regione e dell’Ispettorato del lavoro, che hanno aperto un tavolo di confronto con l’azienda che sta per produrre i primi risultati. “I numeri parlano”, sentenzia, sibillina, Sonia Alvisi, consigliera di Parità dell’Emilia-Romagna, senza aggiungere altro in attesa di aver visionato tutti i documenti inviati dalla casa di moda.

DOCUMENTAZIONE AL SETACCIO

In particolare, allo studio ci sono i rapporti biennali sulla parità di genere (obbligatori per le imprese sopra i 50 dipendenti) dai quali “possono emergere dati significativi”. La consigliera di Parità si è mossa subito, una volta scoppiato il caso, a maggio scorso. A giugno c’era già stato il primo incontro con l’Ispettorato del lavoro a cui sono seguite le interlocuzioni con l’azienda. Un iter che si è concluso a fine novembre con l’invio da parte di Elisabetta Franchi di tutta la documentazione richiesta dalla Regione. “Se ci sono delle irregolarità verranno sanzionate, ma io auspico che si arrivi a un protocollo di buone pratiche che consenta di migliorare le condizioni di chi lavora in quell’azienda”, conclude Alvisi.


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