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Tg Ambiente, edizione del 20 dicembre 2022

Si parla di accordo biodiversità; di pesticidi negli alimenti; di rinnovabili e autonomia; di rifiuti radioattivi

Pubblicato:20-12-2022 15:42
Ultimo aggiornamento:20-12-2022 15:42

Tg Ambiente
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BIODIVERSITÀ, ACCORDO A COP15, WWF: “INCERTEZZA SU FUTURO

Con due anni di ritardo a causa della pandemia, oggi si è chiusa la COP15 a Montreal ed è stato approvato l’Accordo Globale per la Biodiversità, ora chiamato l’Accordo Kunming-Montreal, che dovrebbe impegnare i Paesi ad arrestare ed invertire la perdita di biodiversità entro il 2030. L’Accordo prevede l’obiettivo di conservare almeno il 30% di terra e oceani nel rispetto dei diritti delle popolazioni indigene e delle comunità locali e riconosce il contributo dei territori indigeni e tradizionali al suo raggiungimento. Per il WWF si tratta di un punto sicuramente positivo, che risponde a una delle richieste dell’organizzazione del Panda che, però, non ha visto nell’esito dei negoziati la determinazione necessaria a dare una vera svolta nella crisi di natura per i prossimi sette anni, come avrebbe richiesto la drammatica situazione che la biodiversità globale sta vivendo. Il WWF inoltre accoglie con favore l’impegno di arrestare l’estinzione delle specie entro il 2030, ma questo è il livello minimo di quanto è necessario fare, visti i fallimenti passati e una crisi ambientale sempre più grave. L’Accordo, segnalano dall’associazione, al momento è solamente un punto di partenza: se non ci saranno un’accelerazione nell’implementazione degli obiettivi e una seria mobilitazione delle risorse, resterà un guscio vuoto di promesse.


LEGAMBIENTE: “SOLO IL 54,8% DEGLI ALIMENTI È SENZA RESIDUI DI PESTICIDI”

Tra gli alimenti che ogni giorno arrivano sulle tavole degli italiani aumentano i campioni in cui sono state trovate tracce di pesticidi che hanno raggiunto quota 44,1%. Nonostante la bassa percentuale di campioni irregolari, quindi con principi attivi oltre le soglie consentite, pari all’1% (in lieve diminuzione rispetto all’anno precedente), è necessario evidenziare che solo il 54,8% del totale dei campioni risulta senza residui di pesticidi. Lo scorso anno, la rilevazione aveva raggiunto quota 63%. Così ‘Stop pesticidi’, il rapporto elaborato da Legambiente in collaborazione con Alce Nero per fare il punto della situazione sui fitofarmaci presenti nei nostri alimenti. Al centro dell’indagine 4.313 campioni di alimenti di origine vegetale e animale, compresi i prodotti derivati da apicoltura di provenienza italiana ed estera, analizzati nel 2021. A destare preoccupazione è, poi, il 44,1% di campioni in cui sono state trovate tracce di uno o più fitofarmaci, tra monoresiduo (14,3%) e multiresiduo (29,8%), seppur nei limiti di legge. 90 le sostanze attive rintracciate, tra cui un campione di uva con 14 residui, uno di pere con 12 residui, uno di peperoni con 10 residui. Dai dati dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare- EFSA, risulta addirittura campionata una fragola proveniente dall’Unione europea con 35 diversi residui.

ENERGIA, ITALIA AUTONOMIA A 58% PUNTANDO SU RINNOVABILI

Sfruttando le sue materie prime – acqua, vento, sole e rifiuti – e agendo su elettrificazione dei consumi ed efficientamento, l’Italia può raggiungere il 58,4% di autonomia energetica, quasi triplicando gli attuali livelli. Così il report ‘Verso l’autonomia energetica italiana: il ruolo del Centro Sud’ presentato dal presidente di A2A Marco Patuano. L’Italia è oggi quintultima in Europa per autonomia energetica – 22,5% contro il 39,5% di media UE su dati 2019 – ma è seconda per disponibilità di risorse rinnovabili sul proprio territorio. Un ruolo chiave nello sviluppo delle fonti rinnovabili e nel raggiungimento di quell’autonomia energetica lo potrebbero giocare le Regioni del Centro Sud che potrebbero generare, sul totale della nazione, il 60% della potenza solare addizionale – 105,1 GigaWatt totali a livello nazionale – attraverso installazioni su tetti e impianti a terra e il 95% dell’opportunità di sviluppo per l’eolico – 21,1 GW totali a livello nazionale. Nel settore idroelettrico, il Centro Sud rappresenta il 23% della potenza addizionale – 3,3 GW totali a livello nazionale – e si tratta di territori sono strategici anche per le possibilità legate al recupero energetico. Infatti, azzerando il conferimento in discarica e abilitando una produzione elettrica maggiore di 7 TeraWattora, in Italia si potrebbero valorizzare circa 8 milioni di tonnellate di rifiuti. Il 63% di questa possibilità è concentrato al Centro Sud. Inoltre, il biometano potrebbe attivare circa 6,3 miliardi di m3 (pari all’8% del consumo nazionale di gas) di cui il 37% nel Centro Sud, soprattutto grazie alla vocazione agricola di tali regioni. “I risultati dello studio evidenziano come nel nostro Paese siano possibili ampi margini di miglioramento nella produzione di energia green a partire dalle peculiarità di ciascun territorio, sulla base delle risorse esistenti e degli impianti già presenti- spiega Patuano- Nello scenario attuale, attraverso la valorizzazione delle proprie fonti rinnovabili disponibili, come vento, sole, acqua e rifiuti, il Centro Sud può fornire un contributo concreto all’autonomia energetica del Paese”.

CARABINIERI E SOGIN PER SICUREZZA RIFIUTI RADIOATTIVI

Un Protocollo d’intesa per la collaborazione nelle operazioni di recupero, gestione e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi e convenzionali e delle sorgenti radioattive orfane. Lo hanno siglato il Commissario di Sogin, Prefetto Fiamma Spena, e il Comandante dei Carabinieri Tutela Ambientale e Transizione Ecologica, Generale di Brigata Valerio Giardina. Il Protocollo prevede l’organizzazione di attività formative reciproche nei settori di interesse comune e la collaborazione nello sviluppo di attività di analisi, ed eventuale aggiornamento, delle procedure riguardanti la gestione dei rifiuti radioattivi e convenzionali, nonché delle terre e rocce da scavo prodotte nei lavori di disattivazione dei siti nucleari. L’accordo è in linea con la strategia di economia circolare che Sogin adotta, da sempre, per minimizzare i rifiuti prodotti e massimizzare il volume dei materiali da recuperare. Una strategia che si sviluppa su quattro driver: riciclo dei materiali smantellati; efficientamento dei consumi energetici; riutilizzo di strutture e componenti durante i lavori di dismissione; riduzione dell’impatto ambientale in ogni fase dei lavori. Lo smantellamento degli impianti nucleari italiani permetterà di recuperare oltre un milione di tonnellate di materiale, l’89% delle strutture sistemi e componenti che saranno smantellati.

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