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Libia, arrivati a Mazara del Vallo i pescherecci ‘Medinea’ e ‘Antartide’

I due pescherecci 'Medinea' e 'Antartide' con i 18 componenti degli equipaggi rilasciati in Libia dopo 108 giorni di prigionia sono arrivati in Italia

Pubblicato:20-12-2020 11:44
Ultimo aggiornamento:20-12-2020 15:04

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MAZARA DEL VALLO – Sono arrivati al porto nuovo di Mazara del Vallo i due pescherecci ‘Medinea’ e ‘Antartide’ con i 18 componenti degli equipaggi rilasciati in Libia dopo 108 giorni di prigionia. Ad attenderli i familiari e numerosi giornalisti, oltre che il sindaco Salvatore Quinci.

I due pescherecci sono salpati da Bengasi nella notte tra giovedi’ e venerdi’ e dopo oltre 50 ore di navigazione, scortati dalla fregata ‘Carlo Margottini’, sono giunti a Mazara del Vallo dove la Capitaneria di porto ha chiuso lo specchio d’acqua davanti alla citta’ proprio per permettere l’arrivo delle due imbarcazioni in sicurezza.

SINDACO DI MAZARA: RECRIMINAZIONI DOPO, OGGI È FESTA

Oggi e’ un giorno di festa. Ogni discussione e ogni recriminazione la lasciamo alle giornate che verranno. Oggi Mazara si scopre piu’ serena e felice: c’e’ grande emozione. Finalmente finisce un incubo”. Lo ha detto il sindaco di Mazara del Vallo, Salvatore Quinci, giungendo al porto nuovo della cittadina trapanese, dove a breve arriveranno i pescherecci ‘Medinea’ e’ ‘Antartide’ dopo oltre cinquanta ore di navigazione nel Canale di Sicilia.


ARMATORE ‘MEDINEA’: 108 GIORNI TERRIBILI, MA OGGI NOSTRO NATALE

“Tanta emozione, sono stati 108 giorni terribili ma oggi e’ una giornata di festa. L’emozione e’ tanta e non vediamo l’ora di riabbracciarli. Lo ha detto Marco Marrone, armatore del peschereccio ‘Medinea’, parlando con i giornalisti al porto nuovo di Mazara del Vallo. Ieri Marrone ha avuto un incontro in videoconferenza con i ministri degli Esteri e della Giustizia, Luigi Di Maio e Alfonso Bonafede, a cui hanno partecipato anche le famiglie dei marittimi.

“Li ho ringraziati ma ho anche detto che 108 giorni sono stati tanti e quindi ci sta anche la critica che loro, da uomini di governo, devono accettare – ha aggiunto -. Oggi pero’ pensiamo alla festa, oggi e’ il nostro Natale. I nostri sono dei grandi uomini, hanno vissuto giorni difficili ma sapranno superare quest- brutta esperienza e torneranno a essere i grandi marinai che sono”.

I PARENTI DEI PESCATORI DI MAZARA: PER NOI GIORNATA DI RINASCITA

“Oggi e’ una giornata di rinascita: avevamo i cuori spenti e hanno ricominciato a battere di nuovo. Questa notte non abbiamo dormito, ma va bene cosi’. È una vittoria di tutte le famiglie”. A parlare, sulla banchina del porto nuovo di Mazara del Vallo, e’ Anna Amabilino, cognata del pescatore Salvo Bernardo, uno dei 18 marittimi rimasti prigionieri delle milizie del generale libico Haftar per 108 giorni e oggi accolti nella cittadina trapanese al loro arrivo dopo oltre due giorni di navigazione a bordo dei pescherecci ‘Medinea’ e ‘Antartide’.

COMANDANTE ‘MEDINEA’: NO VIOLENZE FISICHE MA TRATTATI MALISSIMO

Ci hanno trattati malissimo. Non ci dicevano nulla di quello che accadeva in Italia. Spero di dimenticare tutto”. Sono le parole pronunciate da Pietro Marrone, comandante del peschereccio ‘Medinea’, lasciando la banchina del porto nuovo di Mazara del Vallo a bordo di un’auto con i suoi familiari. “Nessuna violenza fisica – ha aggiunto – ma ci hanno distrutti mentalmente, umiliandoci”. Sulla banchina la tensione accumulata dalle famiglie dei 18 marittimi si e’ sciolta in pianti e abbracci.

DEPUTATO TUNISINO INCONTRA PESCATORI: ESITO NON ERA SCONTATO

Ci siamo salutati e ho espresso loro la nostra solidarieta’ e vicinanza per quello che hanno passato in questi 108 giorni. Ritengo abbiano bisogno di tempo per risanare queste ferite perche’ il trattamento subito, secondo le loro dichiarazioni, e’ stato duro: avranno bisogno di serenita’ e di tanta assistenza per riprendere il loro cammino”. Lo ha detto il deputato tunisino Sami Ben Abdelaali, parlando con i giornalisti sula banchina del porto nuovo di Mazara del Vallo dopo avere incontrato i 18 pescatori appena rientrati dopo una prigionia di oltre tre mesi in Libia.

Tra i 18 ci sono anche sei marittimi di nazionalita’ tunisina. E a una domanda sulle trattative che hanno portato al rilascio dei pescatori Ben Abdelaali ha risposto: “Non ero presente ma sicuramente ci sono stati diversi interventi per arrivare a questo risultato che non era scontato ne’ facile vista la mancanza di un governo unico in Libia. Un ruolo di altri paesi del Nord Africa nella vicenda? Qualcuno sicuramente, insieme con la diplomazia italiana”.

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