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VIDEO | “Il patriarcato? Esiste, anche in nuove forme”: la ministra Roccella smentisce Valditara

"No a divisioni partitiche e ideologiche, si deve combattere il fenomeno uniti"

Pubblicato:20-11-2024 12:23
Ultimo aggiornamento:20-11-2024 17:46

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ROMA – “Penso che il patriarcato esista. Esistono anche nuove forme di patriarcato, però certamente nel mondo occidentale le vecchie forme sostanzialmente si stanno slabbrando, sono in decadenza, resistono in altre culture e in altri Paesi”. Ha risposto così la ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Maria Roccella, interpellata dai giornalisti sulle parole del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, secondo cui il patriarcato in Italia è “finito con la riforma del diritto di famiglia nel 1975”, a margine dell’evento oggi a Roma dal titolo ‘Il rispetto tiene banco. Studenti protagonisti contro la violenza maschile sulle donne’, organizzato dal Dipartimento per le Politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei ministri, congiuntamente alla Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, in occasione della Giornata Italiana per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, che ricorre oggi.

L’evento è in corso presso il Teatro Rossini. “Oggi pare abbiano liberato la ragazza che si era spogliata per protesta in Iran- ha proseguito Roccella- questa è un’ottima notizia, però bisogna ricordare che quelle forme di oppressione e di violenza contro le donne sono ancora purtroppo la normalità in tanti luoghi”. Secondo la ministra c’è quindi un “problema culturale, d’altra parte basta pensare che il femminismo è nato nelle democrazie occidentali e negli altri Paesi fa fatica ad affermarsi. Detto questo, se il patriarcato esiste o no è una libera opinione, ognuno può avere la sua, credo che ancora ci sia la libertà di pensarla in modi diversi”. Interpellata poi sull’incremento di fenomeni di violenza sessuale, sempre secondo Valditara legate “anche a forme di marginalità e di devianza in qualche modo discendenti da un’immigrazione legale”, Roccella ha risposto:

“Per quanto riguarda i femminicidi, sono legati a tanti fattori, anche qui basta pensare che nella nostra Europa i Paesi con il maggior numero di femminicidi sono quelli del Nord Europa, dove i diritti delle donne sono sicuramente affermati e non in discussione. Ci sono ragioni molto complesse che portano ai femminicidi e non si può pensare che ne esista una sola, tanto è vero che siamo qui per cercare di intervenire sia dal punto di vista delle leggi e delle norme sia dal punto di vista del cambiamento culturale, che vogliamo produrre anche in eventi come questi”.


È fondamentale, secondo la ministra, che ci sia una “interazione tra scuola e famiglia, non devono essere mondi separati. Anche le iniziative di formazione che si fanno nelle scuole, per esempio, devono essere in qualche modo con la partecipazione delle famiglie. Ci deve essere una continuità educativa. Comunque è un grande compito, perché produrre un cambiamento culturale non è facile e dobbiamo affrontarlo tutti insieme. Anche dal punto di vista delle divisioni partitiche e ideologiche dobbiamo cercare di affrontare il fenomeno trovando quello che ci unisce e non valorizzando quello che ci divide”.

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