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PALERMO – Torture e abusi contro i detenuti nel carcere Pietro Cerulli di Trapani. Il Nucleo investigativo centrale della polizia penitenziaria ha arrestato undici appartenenti al corpo, finiti ai domiciliari, sospendendone dal servizio altri 14. L’inchiesta, coordinata dalla procura di Trapani, vede 46 indagati. In corso una quarantina di perquisizioni.
L’inchiesta è stata aperta nel 2021 dalla procura di Trapani, dopo le denunce di alcuni detenuti ristretti al Pietro Cerulli. Gli accertamenti sono stati portati avanti dal Nucleo investigativo di Palermo della polizia penitenziaria, con il coordinamento del Nucleo investigativo centrale. I detenuti hanno raccontato di avere subito maltrattamenti in luoghi provi di telecamere di sorveglianza. A quel punto gli investigatori hanno piazzato delle telecamere nascoste all’interno del carcere scoprendo le violenze e hanno scoperto violenze fisiche e vessazioni “reiterati nel corso del tempo” e “messe in atto da un gruppo di agenti penitenziari” in servizio nel carcere Pietro Cerulli.
Le torture erano “un ‘modus operandi’ diffuso”, sostengono gli investigatori. Questi i reati ipotizzati, a vario titolo: tortura, abuso di autorità contro detenuti, falso ideologico e calunnia.
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