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Giornata mondiale dell’Infanzia, la povertà educativa si può combattere con la bellezza

È l’obiettivo di 'Di Bellezza Si Vive', il progetto quadriennale selezionato dall’impresa sociale Con I Bambini

Pubblicato:20-11-2020 07:14
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:36
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ROMA – “Nei bambini ci sono già tutte le soluzioni”. Parte dalla stessa fiducia che il grande scrittore Gianni Rodari riponeva nei ragazzi il percorso di contrasto alla povertà educativa di ‘Di Bellezza Si Vive’, un progetto selezionato nell’ambito del bando Un Passo In Avanti dall’impresa sociale Con i Bambini e giudicato tra i diciotto più innovativi su scala nazionale. 

In Italia sono circa 9 milioni e mezzo i minori che vivono in povertà relativa e assoluta. Accanto al disagio economico e sociale si annida sempre quello educativo e il nostro Paese, culla di cultura e arte, scopre di aver abbandonato a loro stessi molti dei suoi figli: un minore su sette lascia prematuramente gli studi mentre circa il 50% dichiara di non aver mai letto un libro. La fotografia dell’infanzia in Italia era già sfocata negli anni pregressi, il Covid ha rappresentato un ulteriore duro colpo aumentando l’impoverimento a causa di difficoltà di accesso e digital divide. Come affrontare questo drammatico fenomeno? Come invertire questa allarmante tendenza? Per Di Bellezza Si Vive, è proprio la Bellezza a fornire la risposta più efficace al gap socio-educativo di minori in situazioni di disagio sociale

“Il dato sulla povertà educativa in Italia– spiega Giorgia Turchetto, Responsabile del Progetto– è molto preoccupante. Dalla nostra osservazione deduciamo che il fenomeno continua a crescere anche perché le risposte sembrano essere solo formali e tendono a ripetere modelli che, con alcune fasce di giovani, non funzionano. Noi siamo partiti dal presupposto che la bellezza, le arti visive e performative, la musica, il teatro, la danza o il paesaggio, siano strumenti straordinari in grado di ampliare, come dimostrano moltissime ricerche, il potenziale cognitivo, comportamentale ed emozionale di chiunque, in particolare dei bambini. La bellezza, in altre parole, è un agente educativo e formativo che può divenire un mezzo formidabile nel recupero di minori a rischio o in situazioni di disagio o abbandono scolastico”. 


Il progetto è nato da un lungo percorso di co-progettazione interdisciplinare sostenuto da otto partner – Il Manto, capofila, Fondazione Horcynus Orca, On Impresa Sociale, Dipartimento Educazione Castello di Rivoli, Fondazione Moderni, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Assifero, Studio MCG Studio Associato di Pedagogia e Psicologia Clinica – diversi per sapere, missione, contesto, e punta proprio sulla multidisciplinarietà per fornire una risposta olistica ed efficace al problema della povertà educativa. Il partenariato rappresenta un’inedita comunità educante composta da soggetti attivi sulle scene nazionale e internazionale con progetti di accoglienza, educazione, fruizione culturale, ricerca pedagogica e clinica, così come di divulgazione scientifica, formazione e sperimentazione di economie etiche, circolari e inclusive. Partito lo scorso maggio, durerà quattro anni e coinvolgerà bambini e ragazzi prevalentemente in condizioni di povertà educativa e marginalità sociale. Le azioni sono rivolte a cinque ambiti tematici: famiglia, scuola, spazi di vita, spazi di cultura e mondi digitali. 

“Il nostro primo obiettivo– conclude Turchetto- è recuperare attraverso la Bellezza i minori e le comunità cui rivolgiamo le nostre azioni: puntiamo a promuovere una vera e proprio policy educativa condivisibile da agenzie formali e informali. Crediamo che sia arrivato il momento – e l’emergenza sanitaria in corso rafforza questa convinzione – di andare oltre i modelli tradizionali proposti da scuola e famiglia e favorire approcci educativi improntati alla circolarità e alla contaminazione dei saperi al vivere pienamente la corporeità, interagire con l’ambiente e il paesaggio attraverso una comunità educante diffusa. Da questi presupposti possono scaturire energie e modelli nuovi realmente costruttivi nel contrasto alla povertà educativa”.

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