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Il vaccino anticovid è sicuro? Ora litigano pure gli scienziati

L'editoriale del direttore Nico Perrone per Direoggi

Pubblicato:20-11-2020 16:17
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:36

andrea crisanti immunologo
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ROMA – Mentre il commissario Arcuri promette la distruibuzione di milioni di dosi di vaccino anti covid già dal prossimo gennaio, a cominciare dalle categorie a rischio, gli scienziati litigano. Ad accendere la miccia è stato il virologo Andrea Crisanti, che ha sollevato dubbi: “Normalmente ci vogliono dai 5 agli 8 anni per produrre un vaccino… senza dati a disposizione io non farei il primo vaccino che dovesse arrivare a gennaio. Perché vorrei essere sicuro che questo vaccino sia stato opportunamente testato e che soddisfi tutti i criteri di sicurezza ed efficacia. Ne ho diritto come cittadino…”.

Apriti cielo, tutti addosso: “Quando un vaccino arriva ad essere immesso vuol dire che e’ sicuro, testato ed efficace” dice il presidente della Societa’ italiana di pediatria (Sip), Alberto Villani, e aggiunge: “La normativa italiana e’ una delle piu’ rigorose al mondo. Il vaccino deve passare tutta una serie di controlli e di verifiche attraverso le agenzie nazionali. Nel nostro Paese c’e’ l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) e lo stesso tipo di organismo esiste a livello europeo e internazionale”.

Più duro Matteo Bassetti: “Io mi vaccinerei gia’ oggi. Mi sono sempre vaccinato in vita mia. Lo faranno i miei collaboratori, che non vedono l’ora. Crisanti e’ un bravissimo microbiologo, ma non e’ sul campo e si vede. Noi che rischiamo ogni giorno attendiamo il vaccino e ne siamo felici”, sottolinea il direttore della clinica di Malattie infettive del policlinico San Martino di Genova.


Anche il Governatore del Veneto, Luca Zaia, ha il braccio pronto per la siringa: “Io personalmente lo faccio. Alla volta di gennaio avremo sulla piazza almeno sei vaccini e bisognera’ essere pronti… Ad esempio serviranno almeno 20 milioni di siringhe. Non sara’ obbligatorio”, assicura Zaia, ma “immaginate il mondo col vaccino… Avremo il passaporto sanitario, vedrete che sara’ così. Diventera’ un elemento nell’anagrafe sanitaria di ognuno di noi e la comunita’ sanitaria internazionale si tutelera’… Del resto se c’e’ la rabbia tu in certi Paesi con il cane non vaccinato non ci vai…”.

Sul fronte politico, invece, dopo la dichiarazione di guerra lanciata ieri dal leader della Lega, Matteo Salvini, che ha accolto a braccia aperte tre parlamentari del partito di Silvio Berlusconi, per il centrodestra è allarme rosso.

Berlusconi non vuol più parlare con Salvini e la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, sta cercando di rimettere a posto i cocci, perché bisogna scegliere i candidati per le prossime importanti elezioni amministrative.

Sul versante del Governo, soprattutto in casa Pd, ci sono mugugni nei confronti del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che non ha colto la palla lanciata da Berlusconi per aprire un ‘dialogo’ e assicurarsi un passaggio indolore della legge di Bilancio al Senato dove la maggioranza ha pochi voti di scarto. “Conte ha fatto finta di niente, ha paura che il M5S rovesci il tavolo – commenta un esponente Dem- ha deciso di ricorrere alle vecchie pratiche: si assicurerà i voti necessari con qualche mancia su questo o quell’emendamento. Peccato, ha perso l’occasione d’oro per dividere e lasciare isolati gli estremisti a destra”.

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