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VIDEO | Campania capofila per l’istituzione della giornata del figlio

"Bisogna colmare il vuoto normativo per i bambini senza famiglia", sostiene il consigliere regionale Vincenzo Maraio

Pubblicato:20-11-2019 17:39
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:38

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NAPOLI – “Sono molto onorata di presentare qui la proposta di legge a firma del consigliere Maraio e mia” per istituire la giornata regionale del figlio. Lo ha detto Rosa D’Amelio, presidente del Consiglio regionale della Campania, a margine della conferenza stampa in sala Nassiryia dove è stata annunciata la proposta.

“La Campania – prosegue – ha già fatto molto, noi siamo una Regione che dà grande attenzione all’adolescenza e all’infanzia, ma deve ancora fare tanto”. “Come presidente di tutti i Consigli regionali d’Italia – prosegue – ho stipulato con il presidente nazionale dell’Unicef un accordo sui diritti dell’infanzia che ho rilanciato in tutte le Regioni. La proposta di legge di oggi, che vede la Campania capofila, mi rende orgogliosa perché nella conferenza di domani pomeriggio chiederò alle Regioni di lavorare in tal senso”.

Per D’Amelio serve “coinvolgere le tante famiglie affidatarie e adottive in modo che si sparga la cultura che lasciare un bambino in un istituto è un danno non solo per il bambino ma anche per le comunità”.


Alla conferenza hanno preso parte, tra gli altri, il garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza della Campania, Giuseppe Scialla, e il presidente dell’associazione Amici dei bambini, Enrico Gallozzi, da cui è partita l’iniziativa. “Siamo contenti – rimarca il consigliere Vincenzo Maraio – di essere la prima Regione d’Italia ad istituire questa giornata che è simbolica, ma che serve soprattutto a dare sostanza e attenzione ad una fascia sociale debole come quella dei bambini e degli adolescenti”.

In occasione “della giornata internazionale a difesa dei bambini diamo sostanza a questa iniziativa legislativa” che servirà a “sensibilizzare le scuole e la società a dare nuova prospettiva ai bambini”. Per Maraio c’è da affrontare “un problema legislativo, un vuoto che dobbiamo colmare. Nella normativa nazionale si difende il bambino all’interno della propria famiglia d’origine, ma manca un’apertura ulteriore per cui una tutela dei bambini va fatta – conclude – a prescindere dalla famiglia d’origine“.

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