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I dieci milioni da Faac alla Chiesa per aiutare chi ha bisogno

Grazie all'eredità del colosso dei cancelli automatici la Chiesa di Bologna può dare una mano a famiglie, migranti e disoccupati

Pubblicato:20-11-2019 14:47
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:38

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BOLOGNA – Aiuti alle famiglie in difficoltà con l’affitto o con il pagamento delle bollette. Borse di studio e aiuti per gli studenti con disabilità o per frequentare il doposcuola. Fondi per le missioni, per supportare altre diocesi o per progetti sul territorio. Ma anche soldi per consentire ai bambini, che altrimenti non potrebbero permetterselo, di fare sport o di andare in gita assieme ai compagni di classe. Così la Chiesa di Bologna spende i milioni di dividendi che incassa da Faac, il colosso dei cancelli automatici lasciato in eredità alla Diocesi da Michelangelo Manini nel 2012: dieci milioni per l’esattezza per il 2019 (nove al metto delle tasse), che sono stati utilizzati, per esempio, per evitare lo sfratto a 54 famiglie.

Tanti soldi, considerato che la chiesa bolognese riceve circa 1,5 milioni dall’8xMille.

“Con i fondi Faac non si sostiene l’attività ordinaria della vita della Chiesa, ma si finanziano attività straordinarie che altrimenti non si potrebbero fare. L’obiettivo è aiutare le famiglie a uscire da una fase crisi in modo che una situazione grave non diventi drammatica. Della somma disponibile, 6,5 milioni sono già destinati, mentre il resto resta a disposizione per far fronte a situazioni di emergenza che non riguardano solo il territorio bolognese”, spiega il vicario generale, Giovanni Silvagni. Di quei 6,5 milioni, circa un milione e mezzo va alla Caritas diocesana per il fondo di solidarietà delle parrocchie, 1,3 milioni è dedicato al mondo della scuola e dell’istruzione, un milione è destinato a Insieme per il lavoro. Sulla distribuzione degli altri 2,7 milioni decide una commissione presieduta dal cardinale Matteo Zuppi, che valuta progetti sul territorio (32 quest’anno, compresi interventi a favore del reinserimento di chi esce di prigione, per i migranti e i senza fissa dimora).


La commissione guidata da Zuppi stanzia fondi anche per le missioni (19) e le richieste di aiuto prevenienti da altre diocesi. “Se si guardano le richieste che arrivano dalle parrocchie ci si rende conto che il problema principale per tante persone è la casa”, osserva il direttore della Caritas diocesana, don Matteo Prosperini. Lo scorso anno alle parrocchie sono arrivati circa 1,3 milioni di euro, che sono stati utilizzati per aiutare 1.770 famiglie con 2.454 minori: 300.000 euro sono serviti a far fronte ai problemi (in primis l’affitto) legati all’abitazione, 358.000 sono stati spesi per il pagamento delle bollette, 63.136 hanno coperto spese sanitarie, 225.000 per tante altre piccole cose, comprese le quote per le gite dei ragazzi, la retta per la frequenza di corsi sportivi, la mensa scolastica, l’assicurazione della macchina. All’interno di Insieme per il lavoro, invece, la Diocesi ha seguito direttamente l’inserimento lavorativo di 400 persone (sulle 850 totali tornate al lavoro grazie al progetto), proponendo alle aziende “prioritariamente le persone che hanno più bisogno”, puntualizza il referente Giovanni Cherubini. Contributi sono andati all’Eremo di Ronzano per l’accoglienza dei rifugiati e dei richiedenti asilo, all’associazione Arca della Misericordia, che segue gli ultimi degli ultimi garantendo un tetto e cure a circa 80 persone in condizione di gravissima difficoltà (con i fondi della Curia è stato ristrutturato un fienile a San Lazzaro che oggi accoglie 20 ospiti), ma anche all’ortodossa Santa Croce dei Romeni.

Sul fronte dell’istruzione nel 2019 506.000 euro sono stati assegnati a 296 studenti disabili, 314.850 euro a 2.400 ragazzi per coprire parte di costi del doposcuola e 498.000 euro per la frequenza scolastica (dall’abbonamento del bus ai libri) di 2.935 scolari.

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