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VIDEO | Falcomatà: “Via da Reggio Calabria cinquemila giovani in cinque anni”

Lo ha dichiarato il sindaco Giuseppe Falcomatà ad Arezzo all'assemblea annuale di Anci in occasione del dibattito 'I giovani e l'Europa'

Pubblicato:20-11-2019 14:18
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:38
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AREZZO – “Reggio Calabria, e parlo solo del Comune, ha perso 5.000 cittadini in 5 anni. E’ un territorio che si sta spopolando, soprattutto nelle nuove generazioni, in chi oggi non vede nessuno spiraglio di prospettiva nella propria terra, probabilmente non lo vede neanche nell’Italia, e sono le migliori intelligenze”. Così il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà intervenuto oggi ad Arezzo all’assemblea annuale di Anci in occasione del dibattito sull’indagine ‘I giovani e l’Europa’.

“Da un lato – ha aggiunto Falcomatà – ci ritroviamo scoperti delle migliori energie, dall’altro la ricostruzione difficilissima di un territorio la dobbiamo fare con chi resta, e chi resta spesso non è il massimo che ci si può aspettare per una ricostruzione”.

“La settimana scorsa mentre mi recavo a Roma con l’unico volo rimasto – ha ricordato il sindaco metropolitano – constatavo che c’erano molti ragazzi che andavano nella capitale per svolgere uno dei tanti concorsi pubblici che si stanno facendo. Leggendo i cognomi delle graduatorie degli idonei o dei vincitori, spesso sono del Sud Italia e si tratta di giovani che verosimilmente non torneranno più nel Mezzogiorno, perché l’unica occasione di lavoro che hanno trovato e’ stata fuori dalla loro terra”. “È importante cercare dei modi, delle risorse, per consentire alle aziende non soltanto di sostenerle ma di investire nei nostri territori – ha affermato Falcomatà – nel Mezzogiorno l’unico modo per togliere i giovani dal bisogno, liberandoli dalla morsa della ‘ndrangheta, è creare occasioni di lavoro che non li può creare la politica della ‘clientela’, della ‘consulenza’, dello ‘staff’, e neanche lo sblocco dei concorsi nelle pubbliche amministrazioni, se poi non ci sono le risorse per poterli fare. Fare i concorsi nei Comuni e negli Enti locali va bene – ha concluso – ma occorrono le risorse”.


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