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Lazio, il Terzo polo apre al Campo Largo: “Disponibili a non correre in solitaria”

Il Terzo Polo apre alla possibilità di un accordo con il centrosinistra: ma serve un candidato presidente di garanzia

Pubblicato:20-10-2022 19:07
Ultimo aggiornamento:20-10-2022 19:07

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Un accordo sul campo largo nel Lazio tra Pd, M5s e Terzo Polo (Italia Viva e Azione) è possibile. Certo, non c’è ancora nulla di scontato ma “al momento è escluso che si arrivi ad un candidato in solitaria e fuori dalla coalizione da parte del Terzo Polo“. Il giorno del nuovo appello agli alleati lanciato dal presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, a “non regalare la Regione alla destra e a non buttare 10 anni di buon governo” sono queste, secondo quanto è in grado di ricostruire l’agenzia Dire, le attuali posizioni degli altri partiti della possibile coalizione di centrosinistra.


Ufficialmente quasi nessuno vuole ancora parlare, solo il M5s lo ha fatto ieri con Roberta Lombardi che ha ribadito come il possibile accordo con gli altri passerà per un’intesa “sulle cose da fare in merito alla transizione ecologica, il vero fattore dirimente”. Ma dietro le quinte i ragionamenti sono in corso in tutte le forze in campo. Perché un’altra sconfitta clamorosa come quella delle politiche nel campo largo del centrosinistra non la vuole proprio nessuno. I riflettori sono puntati, in particolare, sul terzo polo.
Due le chiavi per un eventuale accordo, che comunque sia in Azione che in Italia Viva “nessuno esclude”: si parte da “un candidato presidente che garantisca politicamente tutti” e si arriva al “possibile utilizzo di liste civiche“. Magari una del Presidente ed un’altra senza nomi e partiti per evitare l’imbarazzo di trovare vicini, sulla scheda, forze politiche che fino al giorno prima se le davano, politicamente parlando, di santa ragione. Il nodo è poi certamente anche programmatico. Nel Terzo Polo non c’è alcuna preclusione al dialogo” ma è anche vero che Azione e Italia Viva continuano a dire che “sarà difficile governare con chi, eventualmente, continuerà a dire no al termovalorizzatore a Roma, tanto per fare un esempio”.


C’è poi la questione dei nomi dei possibili candidati. Se è vero che in Azione e Italia Viva al momento viene “escluso un candidato del Terzo Polo” non è nemmeno un mistero che le posizioni sui nomi attualmente in campo sono diverse: da mesi circola il nome del vicepresidente della Regione Lazio, Daniele Leodori, che avrebbe il sostegno anche del M5S. Alessio D’Amato, attuale assessore alla Sanità della giunta Zingaretti, è invece un profilo molto più compatibile per Italia Viva. La sensazione è che tutti siano alla ricerca di un terzo nome che metta d’accordo le quattro forze politiche, grazie ad un profilo inattaccabile. Nella mischia è stato lanciato il nome di Andrea Riccardi, ex ministro e fondatore della Comunità di Sant’Egidio. Dall’entourage arrivano le smentite di rito, ma resta da appuntare sulle agende l’evento di venerdì 11 novembre, quando sarà con Giusppe Conte e Andrea Orlando alla presentazione del libro di Goffredo Bettini ‘A sinistra – Da capo’.



Nel Pd, intanto, si prende tempo. I Dem fanno sapere all’agenzia Dire che gli incontri operativi per la scelta del candidato e la scrittura di un programma comune che metta tutti dentro “entreranno nel vivo dopo la nascita del Governo” Meloni. “Al tavolo saranno tutti presenti” filtra da ambienti Dem. Bisognerà correre, perché tra le possibili dimissioni di Zingaretti, tra novembre e dicembre, e il voto che verosimilmente sarà a febbraio 2023, ci sarà pochissimo tempo per trovare un’intesa politica reale. “Già governiamo insieme ma sarebbe la prima volta che ci presentiamo insieme. Un vero inedito. Per questo bisogna correre e trovare un candidato davvero autorevole e di garanzia che permetta l’accordo”, è la sintesi finale che filtra dal Terzo Polo.

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