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Usa, l’ambasciatore Massolo: “Verso Cina e Russia con Biden non cambia nulla”

Lo ha dichiarato Giampiero Massolo, presidente dell'Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi), intervistato dall'agenzia Dire a margine del Festival della diplomazia

Pubblicato:20-10-2020 12:08
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:05
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di Tommaso Meo

ROMA – Linea dura nei confronti della Cina, estrema cautela con la Russia e pressioni sugli alleati della Nato perché partecipino di più alle spese militari resteranno una costante della politica americana indipendentemente dall’esito delle presidenziali del 3 novembre: parola di Giampiero Massolo, presidente dell’Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi), intervistato dall’agenzia Dire a margine del Festival della diplomazia.

Se a vincere le elezioni americane il 3 novembre dovesse essere Joe Biden – sottolinea Massolo – credo che alcune costanti della politica americana non cambieranno, anche perché non se le é inventate Trump ma erano presenti con Obama e forse già da prima”.
Il presidente dell’Ispi precisa: “Penso alla linea intransigente nei confronti della Cina, all’essere guardinghi verso la Russia o a chiedere agli alleati di partecipare di più alle spese militari. Non ho motivo di pensare che tutte queste cose cambieranno. Quello che cambierebbe con Biden potrebbe essere il metodo, quello cioè di una maggiore inclusione, di un maggiore uso delle organizzazioni multilaterali e di una maggiore consultazione degli alleati”.


Secondo Massolo, non bisogna dimenticarsi però che per una superpotenza come gli Stati Uniti consultarsi un po’ di più non preclude “l’agire poi per conto proprio”. Il presidente dell’Ispi richiama al realismo e al “non farsi facili illusioni”, poiché con Biden alla Casa Bianca “la forma potrebbe essere più sottile e gradita, ma la sostanza non altrettanto necessariamente”.

MASSOLO (ISPI): “SERVE MULTILATERALISMO DAL BASSO”

“In un mondo senza bussola, ci siamo posti la domanda di che spunti dare e che riflessioni fare per riprenderne il controllo”, ha dichiarato all’agenzia Dire l’ambasciatore Giampiero Massolo, presidente dell’Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi) e del comitato scientifico del Festival della diplomazia di Roma, Diplomacy 2020.

“Abbiamo visto negli ultimi anni la tentazione che molti governi hanno avuto di prendere il controllo di tutto: delle proprie popolazioni, dei flussi migratori, del commercio e della tecnologia. Questo ha portato a un mondo senza una leadership riconosciuta– ha detto Massolo- ma anche a un mondo del ‘my country first’ (“viene prima il mio Paese”, ndr), con una conseguente crisi del multilateralismo, che non viene più percepito come una soluzione adeguata a risolvere i conflitti”.

Secondo Massolo, la pandemia ha accelerato tendenze all’involuzione della cooperazione internazionale che erano già in atto. “Sarebbe illusorio ora tornare a quello che si faceva prima senza modificare nulla” osserva ancora il presidente di Ispi. “Servono nuovi modelli di multilateralismo, che sono alla base nei nostri ragionamenti”. L’ambasciatore propone quindi una sorta di “multilateralismo dal basso in cui le opinioni pubbliche devono incalzare i governi a collaborare su temi come la trasformazione energetica, la gestione dei dati o la gestione delle migrazioni”. Il mondo del domani immaginato da Massolo e in discussione a Diplomacy 2020 dovrebbe essere in questo modo “meno egoista”.

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