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Coronavirus, è allarme per le violenze sui bambini: “Traumi cranici decuplicati”

L'allarme arriva Costantino Panza, coordinatore delle Pagine elettroniche di Quaderni dell'Associazione culturale pediatri (Acp)

Pubblicato:20-10-2020 11:23
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:05
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ROMA – Traumi cranici da abuso decuplicati, violenza, nuove poverta’, isolamento, regressi scolastici, diagnosi mancate. Sono anche queste le conseguenze sui bambini della pandemia da Covid-19 e della chiusura, durante il lockdown, delle scuole e dei servizi sanitari e di assistenza sociale.

“Temi dei quali, al momento, ci si occupa molto poco, a vantaggio di altre problematiche, talvolta enfatizzate senza una reale motivazione scientifica”. L’allarme arriva Costantino Panza, coordinatore delle Pagine elettroniche di Quaderni dell’Associazione culturale pediatri (Acp).

Di Covid-19 e delle molte problematiche che il virus ha portato nella vita dei bambini si e’ discusso nel 32esimo congresso Acp, appena concluso, che quest’anno ha ospitato esperti nazionali e internazionali. “Si e’ parlato tanto della sindrome iper-infiammatoria, rara complicanza di Covid-19- prosegue Panza- che ha coinvolto e coinvolge pochissimi bambini rispetto a chi e’ maltrattato“, ribadisce Panza.


La lontananza da scuola, aggiunge Federica Zanetto, presidente Acp, per molti bambini ha significato “rinunciare all’unico pasto completo, ed essere esposti alle difficolta’ psicologiche e allo stress degli adulti“.

Negli Stati Uniti, spiega Perry Klass, pediatra e opinionista del New York Times, “l’emergenza Covid-19 ha determinato una perdita dei progressi educativi nei bimbi con disabilita’ dello sviluppo e uno stress estremo per le famiglie colpite da malattie, perdita del lavoro, poverta’ e insicurezza abitativa”.

Il pediatra statunitense ricorda che “i bambini hanno rappresentato solo il 10% di tutti i casi di Covid-19 negli Stati Uniti. Con oltre 200mila decessi da Covid-19- prosegue- ricercatori e medici ancora non si capacitano che i decessi tra i minori siano stati solo 100. I bambini- rincara Klass- hanno molte piu’ probabilita’ di morire per omicidi, annegamento o ustioni“.

Tratteggiando l’identikit dei bambini morti di Covid negli Usa, Klass evidenzia come “il 45% fosse ispanico e il 29% afroamericano: i loro genitori sono piu’ spesso lavoratori essenziali e vulnerabili, le famiglie vivono in poverta’ e senza accesso garantito all’assistenza sanitaria, e hanno sottostanti disparita’ di salute come l’obesita’”.

Passando all’Europa, Angel Carrasco, presidente della Confederazione Europea delle cure primarie pediatriche a Madrid, ricorda che in Spagna “il lockdown e’ iniziato il 15 marzo ed e’ stato particolarmente duro per i bambini. Anche noi- prosegue- abbiamo contato un significativo aumento delle lesioni non accidentali tra i minori, specialmente ustioni”.

Ora, anche la Spagna affronta una pesante seconda ondata, che coinvolge pero’ soprattutto giovani adulti. Nell’ultimo mese, sottolinea Carrasco, “i bambini (0-14 anni) sono stati circa il 10% dei casi totali, 2/3 dei quali sopra i 5 anni. La pandemia piu’ grave e’ l’aumento della poverta’ nelle fasce deboli, l’aumento della violenza sui bambini, la mancanza di follow up per quei bambini con malattie croniche, ma anche la mancanza di controlli di base adeguati, che potranno portare a un aumento delle malattie croniche non diagnosticate. Nella seconda ondata, in Spagna- constata il pediatra iberico- la gestione non e’ migliorata. Riaprire tutto, dopo il lockdown, e’ stato un enorme errore. Ma siamo sicuri di una cosa: le scuole avevano bisogno di riaprire e devono restare aperte. La scuola e’ importante per tutti e per i bimbi vulnerabili in particolare. Gli istituti bene organizzati non hanno prodotto grandi focolai: questo e’ cio’ che vediamo. Gli adulti e i giovani adulti, nelle universita’ e nella movida, sono il problema. Le scuole no. Quello che serve sono piu’ risorse: abbiamo pochi servizi e poco personale, come in Italia”.

L’Associazione culturale pediatri pone infine l’accento sul “vortice di informazioni riguardo Covid-19 a cui siamo sottoposti. Questo non danneggia solo l’opinione pubblica e il diritto del singolo a formarsi una opinione sostenuta da fatti, ma danneggia anche medici e pediatri, messi sotto pressione dalle richieste dei pazienti. La notizia che vaccinarsi contro l’influenza possa aiutare i bambini contro il nuovo Coronavirus e’ stata distorta– ribadisce Costantino Panza- Si tratta solo di un’ipotesi, non avvalorata. Ma dal condizionale, diversi titoli della stampa italiana sono passati alla certezza. Inoltre, se leggiamo quell’ormai celebre articolo, fino in fondo, scopriamo anche conflitti di interesse discreti e impegnativi. Non significa che lo studio non abbia valore ma- conclude- ci aiuta a inquadrare”.

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