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Social media manager e Pubblica Amministrazione: PA Social traccia l’identikit di 9500 professionisti

Presentata la ricerca condotta dall’Osservatorio nazionale sulla comunicazione digitale nel corso degli Stati Generali della nuova comunicazione pubblica di PA Social. Tra gli interventi la Ministra per la Pubblica Amministrazione Fabiana Dadone e la Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina 

Pubblicato:20-10-2020 10:43
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:05
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ROMA – Un ampio mondo di professionisti composto da 9.500 tra social media manager, esperti di comunicazione e informazione digitale, giornalisti, comunicatori pubblici, che ogni giorno aiutano la pubblica amministrazione ad offrire ai cittadini comunicazione, informazioni, servizi, dialogo. Sono loro al centro della ricerca presentata a Perugia nel corso della sesta edizione degli Stati Generali della nuova comunicazione pubblica, promossi dall’Associazione PA Social, al Palazzo dei Priori del Comune di Perugia.

Un’occasione di confronto che si ripete ormai ogni anno dal 2015 e che in questa edizione si è occupata molto non solo del ruolo della comunicazione nella PA, ma anche della riforma della legge sulla comunicazione pubblica, dei linguaggi e messaggi corretti, dell’esperienza di molte buone pratiche da tutta Italia. La ricerca, condotta dall’Osservatorio nazionale sulla comunicazione digitale, frutto della collaborazione tra l’associazione PA Social e Istituto Piepoli, ha fotografato lo stato di salute dei social media manager in Italia analizzando non solo l’uso degli strumenti ma tratteggiando anche il profilo professionale di chi se ne occupa.

Ricerca alla mano il 78% delle PA ha nell’organico una figura addetta alla gestione delle pagine social, dato che sale al 79% nelle utilities, di sesso maschile (64%), con un’età media tra i 35 e i 44 anni (46%), assunto con contratto a tempo indeterminato (41%) e con diploma di scuola media superiore (59%), che in questo anno ha visto una impennata del lavoro fatto sulle piattaforme digitali, registrando un aumento del 59% contro il 15% delle utilities.


Incremento evidente anche sul fronte delle interazioni dirette con i cittadini, pari al 52% per la PA, al 21% per le utilities. Numeri questi che testimoniano ancora di più la necessità di arrivare presto a definire la riforma della legge 150 in modo da avere un quadro normativo di riferimento che aiuti non solo chi già svolge questo mestiere con passione e competenza, ma anche chi sta iniziando ora il proprio percorso personale. 

“Trasparenza, centralità del cittadino, accountability: i passi avanti che stiamo facendo per aprire la Pa alla società civile sono sotto gli occhi di tutti. In questa strategia, la riforma della comunicazione pubblica rappresenta uno strumento molto importante. Quando parlo di “Pa in uno smartphone”, penso anche all’utilizzo massivo che ciascuno di noi fa di internet e dei social media in ogni momento della giornata. Le amministrazioni devono farsi trovare pronte in questo mondo, devono essere reattive, capaci di dare informazioni tempestive e di qualità – ha dichiarato Fabiana Dadone, Ministra per la Pubblica Amministrazione, intervenuta all’evento – La pandemia, dopotutto, non ha fatto altro che alzare l’asticella e il livello di questa sfida. La digitalizzazione è la frontiera principale della semplificazione e, dunque, la valorizzazione dei nuovi profili della comunicazione è una leva cruciale per mettere davvero le persone al centro del rapporto con le amministrazioni”.

“So che state lavorando, anche in raccordo con la Ministra Dadone – ha detto Lucia Azzolina, Ministra dell’Istruzione, con un video dedicato all’evento – ad una revisione della legge 150 del 2000 sulla comunicazione pubblica, per renderla sempre più veloce, trasparente, digitale. È un lavoro importante, che condivido e che va fatto. La legge del 2000 ha fatto il suo tempo. Oggi viviamo in un mondo molto diverso, abbiamo strumenti nuovi per poter comunicare meglio e con più frequenza  con i cittadini. Dobbiamo farlo. Seguirò e sosterrò questo percorso. Nella PA c’è grande voglia di cambiamento, di digitalizzazione, c’è il desiderio di offrire servizi sempre migliori ai cittadini.”

“I dati presentati sono molto significativi – spiega il presidente di PA Social Francesco Di Costanzo – il mondo della comunicazione e informazione digitale è sempre più ampio e ha bisogno di un riconoscimento e di essere parte integrante, strutturale, dell’organizzazione della nostra pubblica amministrazione. Continuiamo a lavorare con convinzione sulla centralità delle competenze, l’integrazione delle professionalità, un nuovo modello organizzativo. L’obiettivo è sempre comunicazione, informazione, servizi di qualità al cittadino. Per farlo dobbiamo rendere più forte e più centrale chi già oggi fa uno straordinario lavoro e non ha un riconoscimento adeguato e chi ha l’ambizione di fare mestiere in futuro, con percorsi di studi, di formazione e professionali chiari e di qualità”. 

“È iniziata la “fase 3” nel rapporto tra PA e comunicazione digitale. Dopo la nascita dei profili social e la successiva fase dedicata alla qualità dei contenuti, adesso una quota importante delle PA italiane (4 su 5) ha scelto di dotarsi di un social media manager, un professionista dedicato esclusivamente alla comunicazione digitale. Cresce anche l’attenzione alla comunicazione in tempo reale: nella metà dei casi, le PA rispondono in diretta alle richieste che ricevono dai cittadini su social network e chat – commenta Livio Gigliuto, Vicepresidente Istituto Piepoli e Direttore dell’Osservatorio Nazionale sulla Comunicazione Digitale – Con quelli che stimiamo in circa 9500 professionisti, la Pubblica Amministrazione viene incontro alle richieste dei cittadini che vogliono parlare direttamente con ospedali, Comuni e aziende che gestiscono servizi essenziali come la mobilità o i rifiuti”.

Qui la ricerca completa https://www.pasocial.info/wp-content/uploads/2020/10/Indagine-sui-social-media-manager-in-Italia-Osservatorio-.pdf

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