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La Conferenza delle Regioni fa proprio il ‘Manifesto di Termoli’ per il no alle trivelle

Il documento è stato sottoscritto dai rappresentanti di sei regioni italiane (Molise, Abruzzo, Basilicata, Calabria, Marche e Puglia) contro le estrazioni di idrocarburi in mare

Pubblicato:20-10-2015 17:02
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:40

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La Conferenza delle Regioni ha ratificato e fatto proprio il ‘Manifesto di Termoli‘, il documento sottoscritto dai rappresentanti di sei regioni italiane (Molise, Abruzzo, Basilicata, Calabria, Marche e Puglia) contro le estrazioni di idrocarburi in mare.

trivelle in mare

Per la Regione Abruzzo era presente il sottosegretario alla presidenza della giunta regionale con delega all’Ambiente Mario Mazzocca, che ha manifestato “il proprio apprezzamento per il voto unanime delle Regioni italiane sul documento”. Quello di oggi è “un ulteriore importante accadimento- commenta Mazzocca- con cui il Governo dovrà confrontarsi“. Se il documento di Termoli poteva essere interpretato “come una manifestazione di volontà di una parte dell’Italia- prosegue- con la sottoscrizione dei referendum e l’odierna unanime validazione da parte della Conferenza delle Regioni riteniamo che si sia in presenza di un fatto politico dirompente e dirimente, con il quale il Governo centrale dovrà necessariamente fare i conti”.


Ennesimo duro colpo al governo sulla ricerca petrolifera e le trivellazioni in mare“: lo afferma il deputato di Sel Adriano Zaccagnini commentando l’approvazione da parte della Conferenza delle regioni del documento sottoscritto nel luglio scorso a Termoli da sei regioni italiane contrarie alle trivellazioni a all’estrazione di idrocarburi in mare. L’approvazione del ‘Manifesto di Termoli’, prosegue l’esponente di Sel, “non solo certifica la contrarietà all’attività estrattiva nei mari della nostra Penisola di sei regioni ma impegna le altre Regioni d’Italia a contrastare la strategia del Governo nazionale che punta sull’attività estrattiva dinanzi ai litorali italiani”. Il governo, quindi, “prenda atto della volontà delle regioni, riveda l’assurdo progetto di trivellare i nostri mari e cambi la strategia energetica nazionale mettendola sui binari della sostenibilità ambientale”, conclude Zaccagnini.

Il ‘Manifesto di Termoli’ – segnalano dalla Regione Abruzzo – è articolato su sette punti.

1. Condivisa preoccupazione per lo sviluppo incontrollato di attività estrattive in zone costiere oltre che di pregio storico e naturalistico.

2. Mantenimento in capo Comunità regionali della prerogativa di elaborare le scelte di protezione e valorizzazione delle proprie coste e del mare, da intendersi beni comuni e irrinunciabili.

3. Necessita’ del graduale superamento della attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi in quanto basata sul consumo di fonti energetiche fossili, e contestuale progressivo ricorso a fonti energetiche alternative e rinnovabili.

4. Ineludibilita’ della concertazione con le Comunità regionali del mantenimento di attività estrattive nei tratti di mare prospicienti le coste, elevando il tema ad una più consona dimensione europea.

5. Urgenza di una Cabina di Regia nazionale fra Regioni costiere e competenti organi dello Stato, che elabori scelte condivise sulle aree nelle quali avviare o mantenere attività estrattive.

6. Centralità della via della condivisione e del dialogo con l’amministrazione centrale e richiesta ed al Governo dell’immediata apertura di un tavolo di confronto di caratura stabile e duratura.

7. Ricorso a tutti i mezzi (strumento referendario incluso) previsti o consentiti dell’ordinamento italiano, europeo ed internazionale, qualora non si consentano forme di condivisione e di dialogo.

Da allora i punti elaborati “costituiscono un indirizzo strategico comune delle Regioni”, dal quale è scaturita una serrata attività politica: dal concordamento dei testi dei quesiti referendari il 18 settembre scorso a Bari in occasione della ‘Fiera del Levante’, alla materiale sottoscrizione (il 30 settembre 2015, da 10 Regioni) della relativa richiesta di Referendum abrogativo delle norme che consentono e facilitano la ricerca e le estrazioni di petrolio sia in mare che sulla terraferma. Oggi, dopo che nell’ultima seduta del 13 ottobre la ‘Commissione Ambiente ed Energia’ delle Regioni licenzio’ il documento, il ‘Manifesto di Termoli’ e’ stato approvato all’unanimità dalla Conferenza delle Regioni.

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