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Volkswagen, Aci: “Pronti a svolgere noi i test su strada delle auto”

La vicenda della casa di Wolfsburg mostra "non solo un comportamento non in linea con i rapporti tra produttori e acquirenti, ma anche dei problemi nella catena di controllo", lamenta Sticchi Damiani

Pubblicato:20-10-2015 13:27
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:39

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sticchi damiani aciROMA – Le prove su strada necessarie per comprendere i veri valori di emissione dei motori – nei giorni dello scandalo Volkswagen – potrebbe effettuarle l’Aci, l’Automobil club italiano. La candidatura la formula l’Aci stesso “in quanto ente indipendente”, dicendosi pronto “a effettuare in Italia le prove e i test su strada” per verificare le emissioni delle automobili in attesa di omologazione. Così  il presidente dell’Automobile Club Italiano, Angelo Sticchi Damiani, nella sua audizione alla commissione Industria del Senato, audizione attorno al caso Volkswagen. Infatti “abbiamo non solo il know how, le capacità tecniche- spiega Sticchi Damiani- ma anche i circuiti dove poter svolgere i test”.

L’attività, prosegue il presidente Aci, “potrebbe essere svolta ovviamente con la Motorizzazione civile” ma “riteniamo debba essere coinvolto il Cnr di Napoli, un’eccellenza” ma sarà “importante coinvolgere anche l’Ispra”. La vicenda della casa di Wolfsburg mostra “non solo un comportamento non in linea con i rapporti tra produttori e acquirenti, ma anche dei problemi nella catena di controllo- lamenta Sticchi Damiani- è un problema infatti che le prove di questo tipo avvengano solo in laboratorio sui rulli e non su strada”.

All’Aci, quindi, “in quanto ente indipendente che rappresenta 35 milioni di automobilisti”, ribadisce il presidente dell’Automobile club italiano, Angelo Sticchi Damiani, “interessa sapere quali sono le emisisoni effettive che impattano sulla salute dei cittadini”, e quindi “dobbiamo arrivare a delle prove che siano il più possibile vicine all’uso normale e quotidiano dell’auto”, non limitandosi quindi al solo testi di labortario su rulli. Fondamentale, infine, armonizzare le normative europee di settore, conclude Sticchi Damiani, “perché non ha senso che l’Italia si comporti in maniera virtuosa mentre poi facciamo circolare vetture omologate con altre normative”.


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