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Scontri a Bologna. Feriti manifestanti allo sgombero della ex Telecom FOTO E VIDEO

Martedì mattina a Bologna è partito lo sgombero alla ex Telecom. Scontri con la Polizia, feriti i manifestanti

Pubblicato:20-10-2015 08:12
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:39

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BOLOGNA –  Alla fine lo sgombero è arrivato: Polizia e Carabinieri a Bologna questa mattina stanno tentando di sgomberare la palazzina dell’ex Telecom di via Fioravanti, occupata da dicembre da famiglie con bambini. Le operazioni sono iniziate prima delle 7, quando tantissimi uomini in divisa, poliziotti e Carabinieri, si sono presentati in via Fioravanti e hanno circondato l’edificio. La strada è chiusa. Sul posto anche numerosi mezzi blindati: in rete circolano già delle foto scattate dagli occupanti che colpiscono per il dispiegamento di Forze dell’ordine. A quanto si apprende gli occupanti sono saliti sul tetto e battono contro le ringhiere. Non hanno intenzione di abbandonare l’edificio. Alle finestre del palazzo sono affacciati dei bambini.

ORE 08.42 – Tafferugli fuori dall’ex Telecom sotto sgombero, a Bologna. Il contatto tra gli agenti e i manifestanti che si sono radunati sono l’edificio si è verificato quando le Forze dell’ordine hanno deciso di far avanzare un mezzo dei Vigili del fuoco, proprio vicino al presidio. Gli agenti hanno fatto energicamente arretrare i manifestanti e uno di loro è rimasto visibilmente ferito a un dito: “Mi hanno colpito con una manganellata”, racconta. Attivisti e agenti continuano a fronteggiarsi a un metro e mezzo di distanza.

ORE 09:05 – Si è di nuovo rialzata la tensione davanti al palazzo ex Telecom sotto sgombero di via Fioravanti a Bologna: le Forze dell’ordine hanno caricato il presidio di manifestanti, con diverse manganellate sulle prime file. Continua il fronteggiamento a brevissima distanza e fra manifestanti e cordone c’è anche un uomo su una sedia a rotelle. Nel frattempo, poco fa, si sono visti alcuni paramedici entrare a passo spedito dentro l’ex Telecom.


ORE 09:37 – Due manifestanti feriti (e altri “ammaccati”) dopo la carica della Polizia sotto l’ex Telecom di Bologna sotto sgombero. Una ragazza e un ragazzo sono stati caricati su un’ambulanza. Lui ha la testa sanguinante per una ferita da manganellata. Lei, dopo il tafferuglio, si è dovuta stendere sull’asfalto, tenendosi la testa.

LA LETTERA DELLA MAESTRA E DEI COMPAGNI DI CLASSE –  “Non si possono sgomberare delle case con bambini e malati dentro, almeno prima dovrebbero avere una casa dal Comune“. È il messaggio contenuto in una lettera che alcuni ragazzini dell’Ic7 hanno deciso di scrivere sullo sgombero dell’ex Telecom, a Bologna: si tratta di compagni di classe di alcuni bambini stranieri asserragliati dentro l’ex Telecom, che sono stati avvisati dai loro amichetti quando è arrivata la Polizia. “Ci hanno chiesto di venire qui perché li stavano cacciando di casa”, raccontano. “Li sgomberano perché vivono lì senza permesso, ma è solo perché sono poveri”, continua la lettera: i ragazzini (frequentano le medie) “hanno pensato di scriverla per spiegare ai loro compagni e alla scuola cosa cosa sta succedendo”, spiega la loro insegnante di italiano, Fabiana Busisi, anche lei al presidio insieme a una collega, mentre i bambini affacciati alle finestre dell’ex Telecom salutano a grandi bracciate lei e gli amichetti. Con la lettera c’è anche un disegno: ritrae un bambino che si protegge dalle manganellate di un poliziotto. “Mohamed resisti, ci vediamo a scuola”, urlano la maestra e i bambini verso le finestre dell’ex Telecom.

ORE 10.42 – C’è anche il capo della Procura minorile, Ugo Pastore, questa mattina allo sgombero della ex Telecom in via Fioravanti a Bologna. Intorno alle 10.20 è uscito dallo stabile occupato e insieme al comandante della Polizia municipale, Carlo Di Palma, e alla responsabile degli assistenti sociali è entrato negli uffici comunali di Liber Paradisus, proprio di fronte alla ex Telecom, dove ha sede il settore Servizi sociali del Comune, probabilmente per un incontro con Amelia Frascaroli, assessore al Welfare di Palazzo d’Accursio. Frascaroli che è arrivata in Liber Paradisus dopo le 8, a sgombero già iniziato, e che per lunghi tratti ha seguito l’evolversi degli eventi dalla finestra.

ORE 11.29 – “Sarà una lunga giornata”. La previsione è del presidente del Quartiere Navile, Daniele Ara, presente questa mattina allo sgombero della ex Telecom di via Fioravanti. La trattativa per spostare le famiglie dallo stabile occupato è in corso. Nell’ufficio dell’assessore Amelia Frascaroli, insieme al procuratore dei minori, ci sono anche i rappresentanti di Social Log. Gli occupanti, riferisce Ara, vorrebbero essere spostati tutti insieme in un altro luogo, ma non al Galaxy. Il Comune invece spinge per analizzare caso per caso la situazione delle varie famiglie per trovare la soluzione più adatta ad ognuno. E su questa linea è anche Ara. “Non voglio un’altra Villa Salus- afferma il presidente del Quartiere- si valuti caso per caso. Per il Galaxy ci sono criteri d’accesso. Ci aspettiamo che qualche famiglia accetti di farsi seguire dai servizi. Ma non so se basterà la giornata di oggi per chiudere la trattativa”. Poi aggiunge: “Questo è l’epilogo normale quando pensi di concentrare i problemi in un unico luogo. Se avessero seguito le nostre indicazioni molti sarebbero già sistemati. Questo succede quando si strumentalizzano le persone in difficoltà. Chi fa casino sul tetto non sono i disperati”.

ORE 11.57 –  “No comment, è ancora molto presto”. L’assessore alle Politiche abitative del Comune di Bologna, Riccardo Malagoli, per il momento preferisce non fare dichiarazioni sullo sgombero dell’ex Telecom di via Fioravanti. Intanto, a quanto si apprende, il sindaco Virginio Merola, che si trova a Londra in missione istituzionale e rientrerà a Bologna stanotte, non dovrebbe intervenire sui fatti di via Fioravanti fino alla conclusione della vicenda, a meno che non si verifichino incidenti gravi.

ORE 12.11 – Dopo un’ora e mezza di trattativa, agli occupanti il Comune di Bologna si è detto disponibile a dare un alloggio ad ogni famiglie con bambini. “Ora vedranno loro cosa fare”, riferisce il procuratore dei minori Ugo Pastore, all’uscita dall’incontro con l’assessore Amelia Frascaroli e i servizi sociali in Liber paradisus, assicurando che le famiglie non saranno divise. “Io ho cercato una mediazione per evitare che i bambini avessero problemi”, spiega il procuratore. Le famiglie saranno spostate tutte in un unico stabile? “Questo lo vedranno i servizi sociali”, risponde Pastore.

ORE 14.34 – Fallita la trattativa con gli assistenti sociali del Comune di Bologna, ora la Forze dell’ordine stanno entrando nella ex Telecom di via Fioravanti per sgomberare a tutti gli effetti gli occupanti. Alcune donne si sono affacciate alle finestre urlando e chiedendo aiuto, mentre sul tetto continua la protesta a suon di tubi di metallo sbattuti, mentre in strada i collettivi si fronteggiano con le forze dell’ordine in assetto antisommossa, urlando “Vergogna” al megafono. “Sappiamo da dentro che sono entrati- dicono gli attivisti di Social Log- ma entrare è facile. Ora dovranno portarli fuori uno a uno e noi saremo qui”. Finora è stato portato via in ambulanza il bambino che necessitava di restare attaccato al respiratore.

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ORE 15.40 –  Lo sgombero dell’ex Telecom continua alla spicciolata. A piccoli gruppi, donne e bambini (alcuni di pochi mesi, dentro il passeggino) vengono accompagnati fuori dallo stabile, in lacrime, accolti dall’applauso dei manifestanti in presidio in via Fioravanti, portandosi dietro poche cose in alcune borse o valigie. Una donna invece è stata portata via in barella. All’uscita alcune madri hanno riferito che gli agenti avrebbero usato la forza (e il manganello) con gli occupanti, stesse accuse che volano anche dai manifestanti barricati sul tetto. “Hanno picchiato le mamme”, racconta una bimba dopo aver lasciato l’edificio. Una volta uscite, diverse famiglie hanno accettato l’aiuto dei servizi sociali del Comune di Bologna e sono entrati negli uffici di Liber paradisus. Intanto su Facebook il collettivo Social Log ha diffuso un video girato nel cortile interno della ex Telecom, nel quale si vede un poliziotto nel tentativo di sollevare un ragazzino, che resiste scalciando a terra e poi viene portato via da due agenti.

ORE 15.59 – Funzionari della Digos e Vigili del fuoco sono saliti sul tetto dello stabile ex Telecom di Bologna per trattare con gli occupanti che si sono asserragliati lassù e non vogliono saperne di lasciare l’edificio di via Fioravanti di cui è in corso lo sgombero. L’intervento serve a tentare di dissuaderli dal proseguire con la loro ‘resistenza’ e a farli scendere.

ORE 16.30 – Agenti delle Forze dell’ordine e vigili del fuoco sono riusciti ad arrivare su uno dei tetti dell’ex Telecom di Bologna. Sui punti più alti dell’edificio restano ancora degli occupanti: “Sono un centinaio, non intendono scendere” riferisce Fulvio di Social Log. Nel frattempo, le famiglie già sgomberate continuano a uscire dall’edificio, molto spesso in lacrime. La situazione è di “stallo”, dice Fulvio, anche perchè “le mamme vorrebbero rientrare per prendere gli oggetti personali ma viene loro impedito”. Il portavoce del collettivo afferma che nei locali dove si erano rifugiati donne e bambini si è verificato uno “sgombero violento, con strattonamenti e scalciate”. “E’ uno “scempio”, afferma l’attivista, continuando a ribadire che Social Log e le famiglie cercano una “soluzione politica”. Per riuscirci serve un “corridoio umanitario”, con l’allontanamento dell’ingente schieramento di agenti: “Come potete capire, non è possibile ragionare su alcuna proposta in un clima così”. Per quanto riguarda le proposte avanzate dal Comune, “noi non abbiamo rifiutato nulla- sottolinea Fulvio- noi ci limitiamo a sostenere quello che decidono le famiglie”. Cosa succederà ora? “A noi interessa innanzitutto capire come evolve la situazione di donne e bambini”, è la risposta di Fulvio.

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ORE 17.47 – Cominciano a scendere dal tetto i primi occupanti dell’ex Telecom che si erano asserragliati in cima al palazzo per protestare contro lo sgombero partito questa mattina. In questo momento sul tetto ci sono alcuni pompieri che stanno aiutando le persone a scendere con una scala di legno. In precedenza, diversi minuti fa, Vigili del fuoco e operatori del 118 hanno calato dal tetto in barella un uomo anziano sofferente di diabete. Intanto in strada continua il presidio dei collettivi faccia a faccia con le Forze dell’ordine schierate in assetto anti-sommossa; i centri sociali urlano slogan contro gli agenti e applaudono, di tanto in tanto, le famiglie che escono dall’edificio sia coloro che restano sul tetto.

ORE 18.00 – Svolta positiva nel lungo sgombero dell’ex telecom di Bologna. Dopo 11 ore di resistenza sul tetto da parte degli occupanti e di presidio in strada, Social log riferisce che si è aperto uno spiraglio nelle trattative con le Istituzioni. Parlando al presidio con il megafono, un portavoce del collettivo riferisce che la Regione Emilia-Romagna “garantisce un tetto per tutte le persone che vivevano nell’ex Telecom, dalla prima all’ultima”: è un risultato “inaspettato per come si era messa la situazione fino a un’ora fa”, aggiunge l’attivista, “frutto della lunga resistenza di oggi”. Alla luce di questa novità, Social log spiega che gli occupanti ancora sul tetto scenderanno tutti. “Ma è fondamentale restare ancora qui in presidio finchè non avremo la garanzia che tutte le persone possano venire via con noi”.

LO SGOMBERO VISSUTO DA ‘FUORI’: MARY ASPETTA IL FIDANZATO CHE È SUL TETTO, ABDUL ATTENDE MOGLIE – Mary ha dentro il fidanzato, Raman. Abdul la moglie, che aspetta un figlio. La signora con il capo avvolto in un hijab rosa la sorella con i suoi bambini. Tutti sono in attesa, i cellulari in mano, lo sguardo verso l’alto, verso le finestre dell’edificio di proprietà dell’Ex Telecom in via Fioravanti di fronte alla sede del Comune che, da dicembre dell’anno scorso, accoglie circa 300 persone, un’ottantina di famiglie con un centinaio di bambini, alcuni nati nel corso dell’ultimo anno. Occupazione che oggi è sotto sgombero. Davanti all’ingresso sono schierate una decina di camionette delle Polizia, gli accessi alla strada sono presidiati e un cordone di agenti impedisce ai manifestanti che si sono radunati nel corso della mattinata di avanzare e con i quali c’è stato anche uno scontro, con due persone portate via in ambulanza.

“Sono arrivati alle 7”, racconta Mary, gli occhi fissi sul suo ragazzo che, da ore, è sul tetto insieme ad altri occupanti a battere con pezzi di ferro sulle ringhiere. Alcune donne sono affacciate alle finestre del secondo piano, con loro ci sono i bambini che oggi non sono potuti andare a scuola. Cercano di comunicare con i mariti, usciti per andare al lavoro e che ora non possono rientrare in quella che è stata per mesi la loro casa.  “Io da qui non mi muovo”, dice Mary. Ha 22 anni e il suo ragazzo 27. Entrambi sono originari del Bangladesh e sono in Italia dal 1999. “Ci conosciamo da quando eravamo alle medie”, dice. Hanno frequentato le scuole a Bologna, lei il Sabin e lui il Fioravanti. “Poi lui ha dovuto smettere di studiare perché è stato costretto a cercarsi un lavoro”, spiega Mary. Da una decina di anni, infatti, Raman è in Italia da solo: durante un viaggio in Bangladesh per motivi familiari il padre ha avuto un ictus ed è rimasto paralizzato e così non sono più potuti ritornare in Italia. “E Raman non può andare da loro perché poi non potrebbe più rientrare”, continua Mary che non vive all’Ex Telecom. Raman invece ci è entrato da qualche mese, da quando ha perso il lavoro di programmatore in un’azienda metalmeccanica di Casalecchio. “E con il lavoro ha perso il diritto alla salute,  a una casa, ha perso il diritto di realizzare i suoi sogni- dice- non è giusto portare le persone a questo punto”.

Tra i manifestanti che sono venuti a portare il loro sostegno agli occupanti dell’Ex Telecom ci sono tante persone che vivono in altre case occupate in città, l’ex Clinica Beretta, via De Maria e via Irnerio. Come Hedia, tunisina di 46 anni che da due anni abita con il marito e i due figli in uno degli appartamenti occupati in via Irnerio, per i quali è già stato disposto il sequestro. Lei ha perso il lavoro, faceva le pulizie, e il marito lavora come giardiniere ma con contratti stagionali. “Con il permesso di soggiorno di sei mesi nessuno ci ha voluto affittare una casa”, dice Hedia. Dopo essere rimasta per un periodo in un appartamento per le persone in emergenza abitativa, la famiglia di Hedia si è ritrovata per strada. Allora il figlio grande faceva l’ultimo anno di scuola e l’altro la terza, oggi il maggiore vorrebbe cercare un lavoro per aiutare la famiglia, anche se gli piacerebbe continuare a studiare, “ingegneria”, dice la madre, mentre il piccolo sta finendo la scuola, “ha perso un anno a causa della situazione instabile in cui ci troviamo a vivere”. Da quando hanno sgomberato via Solferino, Hedia non è tranquilla e ora guarda con preoccupazione a quanto sta accadendo in via Fioravanti. “Da allora non dormo- dice- se ci cacciano da lì non sappiamo dove andare, gli assistenti sociali ci chiedono perché non torniamo in Tunisia ma mio marito, ex ispettore di Polizia e oppositore del regime, non può rientrare, ne va della sua vita”. Nel frattempo la trattativa tra il Comune, che propone accoglienza per le famiglie con bambini e le persone in situazione di fragilità, e il collettivo Social Log che ha occupato l’edificio e chiede una sistemazione “per tutti” è andata in fumo. La Polizia è entrata nell’Ex Telecom e le famiglie con bambini, una volta uscite, hanno accettato l’aiuto dei servizi sociali. (Dires – Redattore Sociale)

ORE 18.11 – Anche Roma risponde a Bologna. I movimenti per il diritto all’abitare sono scesi in piazza per manifestare la loro solidarietà con le persone che sono state sgomberate oggi dall’ex Telecom di Bologna. Nel piazzale di Porta Pia è in corso una manifestazione, che ha bloccato la circolazione nella zona davanti la sede del ministero delle Infrastrutture. Le forze dell’ordine sono intervenute usando gli idranti e con cariche di alleggerimento per disperdere i manifestanti. “Vergogna” e “assassini” i cori scanditi dalla piazza.

ORE 19.24 – Tutte le famiglie sono uscite dall’ex Telecom di via Fioravanti a Bologna. Alcuni dei nuclei residenti a Bologna sono già andati al Galaxy, altre persone sono ancora negli uffici dei servizi sociali del Comune in piazza Liber Paradisus. Intanto, le Forze dell’ordine si sono piano piano spostate e sono arretrate fino all’ingresso dell’edificio. Un cordone di agenti in assetto antisommossa ora chiude l’entrata del palazzo, affiancato da alcuni blindati, lasciando libera la strada che è stata bloccata tutto il giorno. Il presidio dei collettivi, che tuttora canta e lancia slogan, ha così potuto avanzare fino davanti all’ex Telecom. Contro lo sgombero per tutto il giorno sono arrivate prese di distanza e critiche: perfino dai delegati sindacali del Comune di San Lazzaro che, a nome dei lavoratori dell’ente, “esprimono massimo sostegno agli occupanti, perché possano prevalere -in nome del diritto all’abitare- i principi della solidarietà e dell’accoglienza”. Parla di “ennesima tragedia” Rifondazione comunista con il segretario Simone Gimona e Mauro Collina, responsabile casa e movimenti del Prc. A parer loro, “il Comune, dal sindaco a tutta la Giunta, sapeva benissimo che questa mattina ci sarebbe stato lo sgombero violento di 280 persone, di cui molti bambini e bambine”, eppure “nessuno ha avvertito gli occupanti, serviva l’effetto sorpresa per far finire una delle esperienze più positive che hanno caratterizzato le occupazioni abitative in città”.

di Maurizio Papa, Marcella Piretti e Andrea SangermanoGiornalisti

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