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“La digitalizzazione deve essere uno strumento per diminuire le differenze, troppe, che ancora ci sono nella nostra Nazione, e non per aumentarle”, ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci, che ha preso parte questa mattina al Politecnico di Milano agli Stati Generali della Sanità digitale. “L’innovazione è un fondamentale fattore di sviluppo del sistema sanitario– osserva- e con questo Governo abbiamo voluto ridare un forte impulso alla digitalizzazione sanitaria”.
Schillaci, che ricorda come alla digitalizzazione è destinato “il 45% dei 15,65 miliardi di euro del Pnrr Salute”, spiega che l’obiettivo “è quello di rispondere sempre meglio ai bisogni di salute dei cittadini con un sistema più equo ed efficace”.
Al contempo il ministro è conscio “di dover assicurare la sostenibilità futura del nostro sistema d’assistenza, anche in relazione al progressivo invecchiamento della popolazione”, ma “sappiamo- rileva- le opportunità che ci offre la digitalizzazione in tanti campi: dalla ricerca alla prevenzione, dalla cura e dallo sviluppo dei servizi sino al campo della programmazione, grazie all’utilizzo di sistemi predittivi sempre più accurati”.
Senza dubbio, per Schillaci le tecnologie digitali “possono contribuire a migliorare la qualità della vita e l’efficacia delle cure ai pazienti, specie quelli che si trovano in condizioni di fragilità, che devono avere un’assistenza sempre più personalizzata e multidisciplinare”.
Il pensiero del ministro va ad esempio “ai pazienti con vulnerabilità fisiche, psicosociali o legate a condizioni croniche, in particolare gli anziani; i pazienti con più patologie o con disabilità, con problemi di salute mentale o in situazioni di isolamento sociale; o ancora, che abbiano difficoltà di accesso alle cure per barriere geografiche, tecnologiche o cognitive”.
Insomma, “le opportunità che le tecnologie ci aprono sono molte”, anche attraverso la telemedicina, o meglio “i servizi di teleassistenza o al monitoraggio da remoto, oggi anche con dispositivi di facile utilizzo, smartwatch o braccialetti”, che, dice Schillaci, “consentono un accesso facilitato alle cure, in particolare quelle domiciliari, riducendo gli accessi in ospedale e favorendo una presa in carico più veloce in caso di emergenza”.
L’esponente del governo Meloni annuncia inoltre di aver avviato “un Piano di formazione che in un biennio aumenterà le competenze digitali di oltre mezzo milione di operatori sanitari”, in quanto “la medicina del terzo millennio ha bisogno anche di nuovi operatori sanitari con competenze diverse e su questo c’è il lavoro che stiamo facendo con i collegati alla finanziaria 2024”.
Inoltre, spiega ancora il ministro alla Sanità, “stiamo compiendo uno sforzo deciso per potenziare il Fascicolo Sanitario Elettronico, su cui siamo all’avanguardia a livello europeo, che ci aiuterà ad attuare una vera e propria rivoluzione digitale nella sanità”. Anche per questo, “ritengo importante la sensibilità sull’aspetto regolatorio dimostrata dall’Intergruppo parlamentare Sanità digitale e terapie digitali, che già a giugno 2023, grazie al lavoro dell’on. Loizzo, ha presentato una proposta di legge per disegnare cornici in cui inquadrare queste terapie”.
Quel testo per Schillaci punta “a definire gli ambiti d’uso di queste soluzioni e istituire gli organi per valutarle e monitorarle. Non posso che assicurare che si tratta un impegno comune, un impegno sul quale il ministero della Salute è già al lavoro”.
Lei è Simona Loizzo, medico chirurgo e deputata. Lui, Emanuele Monti, è consigliere regionale e presidente della commissione welfare in Lombardia.
Entrambi leghisti, entrambi votati all’introduzione delle terapie digitali sanitarie nelle buone prassi italiane.
“Le terapie digitali sono dispositivi medici, ma ci vuole uno spazio ad hoc nel sistema sanitario nazionale che le ricomprenda”, spiega Loizzo al Politecnico di Milano agli Stati Generali della Sanità digitale.
La deputata leghista riassume alla ‘Dire’ “il risultato portato a casa oggi insieme da Governo e Regioni”, con “una proposta di legge che guarda al futuro”. Insomma, “un bel messaggio per l’associazione di pazienti, ma anche per le imprese che si cimentano oggi in Italia ad alto livello”, osserva la deputata.
Collaborazione tra governo e regioni, dunque. Ecco perché è importante che il convegno abbia avuto come proscenio Milano.
“La Lombardia deve guidare un percorso insieme alle altre regioni, in collaborazione con il governo e Aifa- afferma Monti, che di Aifa è membro del Cda– ne parlavo con il ministro Schillaci: entro la fine dell’anno bisognerebbe avere un luogo di confronto stabile a Milano per parlare delle grandi innovazioni e collaborare con gli altri territori”.
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