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L’ultimo saluto a Schillaci. “Ciao Totò, figlio di Palermo: ora sei nella squadra del paradiso”

In mattinata il passaggio al Cep e alla scuola di calcio fondata dal "numero 19" di Italia '90. Nell'omelia monsignor Sarullo lo ricorda come "eroe del pallone, eroe del riscatto"

Pubblicato:20-09-2024 13:02
Ultimo aggiornamento:20-09-2024 23:31

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PALERMO – Una cattedrale gremita, i cori e il lungo applauso all’arrivo del feretro. Palermo ha salutato così Totò Schillaci, morto al termine di una malattia. Tanta commozione all’arrivo del feretro sul sagrato. Sulla bara sciarpe della Juventus, del Messina e del Palermo, la squadra della sua città dove però non ha mai giocato, ma anche una maglia azzurra della Nazionale.

Ciao Totò, figlio di Palermo“, si legge su uno striscione del tifo organizzato rosanero della curva nord dello stadio Renzo Barbera. In chiesa circa mille le persone presenti, ottocento posti a sedere e duecento in piedi nei transetti. In tanti sono rimasti fuori, oltre le transenne.

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In mattinata, prima di raggiungere la cattedrale, il feretro di Schillaci ha raggiunto il quartiere Cep, dove l’eroe di Italia ’90 ha vissuto da bambino. A seguire un passaggio anche davanti alla scuola calcio Louis Ribolla, fondata dall’attaccante. Tappa anche davanti a via della Sfera, nel centro storico, dove Totò nacque. Le esequie sono officiate da monsignor Filippo Sarullo, parroco della cattedrale. Al termine della celebrazione, la benedizione delle spoglie è impartita dall’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice.

L’OMELIA: “TOTÒ HA FATTO SOGNARE L’ITALIA”

“In tanti oggi sono qui per ricordare Totò Schillaci come il calciatore delle notti magiche, perché ha
fatto sognare l’Italia”. Questo un passaggio dell’omelia pronunciata da monsignor Sarullo.

“EROE DEL PALLONE, EROE DEL RISCATTO”

Schillaci è stato “un eroe del pallone, un eroe della vita, un eroe del riscatto – ancora un passaggio dell’omelia – un eroe che parte dal basso, da un quartiere di borgata, dove per farti spazio devi faticare, devi fare una scelta, sì, una scelta tra la via dei soldi facili e disonesti e la via del lavoro e il sacrificio, la via dell’onestà”. Per monsignor Sarullo “l’immagine della Sicilia e della nostra Palermo è proprio questa, fatta di tante donne e tanti uomini che vogliono riscattarsi dalla condizione di miseria e spesso degrado a forza di sacrificio e lavoro- ha aggiunto- dimostrando a se stessi e agli altri di potercela fare, di poter cambiare un destino, per molti già segnato”.

TOTÒ IL VOLTO BELLO DI PALERMO”

E ancora, il legame con la sua città: “Totò è il volto bello di Palermo, di Palermo che non molla. Totò per noi palermitani e noi siciliani è un simbolo, come lo sono stati altri uomini nella storia in altri ambiti, perché è riuscito con le sue sole forze a mostrare il volto vero, impregnato di valori, della nostra Sicilia, della nostra bella Palermo”.

Al termine dell’omelia quell’immagine che ha fatto spuntare un accenno di sorriso sui volti di tanti: “Sinora, caro Totò avevi giocato soltanto il primo tempo della tua vita, breve, quasi da tempi supplementari, di 59 anni – ha aggiunto -. “Se è vero che non hai segnato il gol della vittoria su questa terra per liberarti dalla malattia, nel secondo tempo, che è durato un istante, quello della morte, nel fischio finale, come deve essere per ogni credente, lì hai giocato la partita più bella tua vita, hai fatto il passaggio più bello della tua vita”.

“SEI NELLA SQUADRA DEL PARADISO”

“Un passaggio non con giocatori altrettanto bravi come te, ma con il numero 1, Gesù, e hai realizzato il passaggio alla vita eterna e ti sei ritrovato davanti ad una porta, ma non come quella di un campo di calcio di serie A, ma ti sei trovato davanti una porta senza traversa, una porta senza pali, una porta senza rete, ti sei ritrovato davanti la porta della misericordia, la porta dell’amore, la porta della bontà del Padre che, da vero arbitro giusto e inappellabile, ti ha convocato per la partita del cuore, per la partita che non avrà mai fine, che ti ha fatto entrare nella squadra più bella del mondo, che si chiama Paradiso”.

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