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BOLOGNA – Da un lato Michele de Pascale non si tira indietro sugli errori che possono essere stati commessi, perché “non si può scaricare la palla e ci si devono assumere le responsabilità”. Ma per il sindaco di Ravenna e candidato del centrosinistra alle regionali di novembre il “punto è uno: abbiamo bisogno di un piano straordinario in Romagna di opere per aumentare la sicurezza del territorio”. E questo piano “è fermo, non è ancora stato fatto. Si sono fatti interventi di ripristino, che dovevano aggiustare le cose, ma il cinque nel quattro non ci sta. Il nostro bacino idrografico è studiato per delle portate, gli eventi degli ultimi due anni sono completamente sopra queste portate”. In diretta ieri sera con Piazzapulita, su La7, de Pascale chiama in causa i cosiddetti piani speciali da 4,5 miliardi di euro che attendono la firma del commissario Francesco Paolo Figliuolo e soprattutto un finanziamento statale.
Quella, secondo il sindaco, è la scala degli interventi necessari per scongiurare nuove alluvioni come quella del 2023 o quella dei giorni scorsi, mentre i 600 milioni in 14 anni citati ieri dal ministro della Protezione civile Nello Musumeci “sono una cifra risibile per la gestione della manutenzione del territorio”. Nell’ultimo anno ne sono stati comunque spesi 278 sulla rete dei fiumi “e ne abbiamo altri 295 in corso”, dice de Pascale. Ma per mettere in sicurezza il territorio “abbiamo bisogno di opere di grandi dimensioni, dobbiamo fare le casse di espansione, allargare i fiumi, serve un’altra scala di opere”.
E al leghista Claudio Borghi, altro ospite della trasmissione, che insiste sulle responsabilità della Regione, de Pascale ricorda: “Un anno fa non è stato nominato Bonaccini (come commissario alla ricostruzione, ndr) perchè il Governo non si fidava di lui. E riteneva che il piano lo dovesse fare qualcun altro. Non lo ha fatto nessuno questo piano, invece noi dovremmo lavorare perché quel piano venga fatto, non fare conferenze stampa mentre la gente ha l’acqua in casa, mentre ci sono uomini dello Stato che stanno lavorando per salvare delle vite”. Per il democratico romagnolo, infatti, “siamo davanti al dramma di famiglie che hanno perso tutto tre volte, che non hanno ricevuto in larga parte indennizzi e che si aspettano risorse per ripartire”.
Cita Nello Musumeci, intanto, anche la consigliata regionale Pd Manuela Rontini, secondo cui il ministro “dovrebbe vergognarsi” per le sue parole di ieri. La dem faentina si chiede, partendo sempre dalla scelta di Figliuolo come commissario: “Come si fa, dopo questa scelta, a continuare ad incolpare Priolo e Bonaccini di quello che è successo? Dove è finita- scende poi nel particolari- l’ordinanza 13bis che conteneva i tre milioni di euro per intervenire su via Cimatti col progetto presentato dal Comune di Faenza che avrebbe potuto dare risposta a chi abita nella zona del Borgo che stanotte ha dovuto lasciare la propria casa per la terza volta? Ordinanza che conteneva anche gli oltre 30 milioni di euro necessari per intervenire sulle frane Brisighella, come ha del resto rilevato anche il sindaco Pederzoli che, pur di una parte politica diversa da quella che io rappresento, in questa situazione ha usato parole di verità”.
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