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La guerra legale tra gli attivisti di Napoli e il Movimento 5 Stelle si sposta a Roma

Il tribunale partenopeo dichiara l'incompetenza sui ricorsi contro il nuovo statuto e l'elezione di Giuseppe Conte alla presidenza

Pubblicato:20-09-2022 17:07
Ultimo aggiornamento:20-09-2022 17:07

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NAPOLI –  “Va dichiarata l’incompetenza per territorio del tribunale di Napoli in favore del tribunale di Roma”. È quanto stabilisce un’ordinanza della settimana sezione civile del tribunale di Napoli, firmata dalla giudice Loredana Ferrara, nella causa tra il Movimento 5 Stelle e un gruppo di attivisti partenopei che contestano la legittimità delle delibere di approvazione dello statuto e di elezione di Giuseppe Conte come presidente dell’M5s, votazioni ripetute dopo che il tribunale di Napoli in prima battuta aveva certificato l’illegittimità dei relativi atti.

La decisione è giunta dopo che il Movimento aveva eccepito il difetto di competenza del tribunale di Napoli (in favore di quello di Roma) e successivamente il difensore della parte ricorrente, l’avvocato Lorenzo Borrè, aveva dichiarato di “aderire all’eccezione di incompetenza territoriale” sollevata dalla controparte in favore del tribunale di Roma. Nell’ordinanza di fatti si legge: “deve ritenersi sussistere, in ragione dell’adesione valida ed efficace all’eccezione di incompetenza territoriale, un accordo fra le parti in ordine all’individuazione del giudice competente a conoscere della presente controversia”.

L’ordinanza ha fatto scattare un nuovo braccio di ferro tra i legali dell’M5s e il difensore degli attivisti, convinti che sussistano profili di illegittimità anche nelle delibere che nel marzo del 2022 hanno approvato nuovamente lo statuto del movimento e l’elezione di Conte alla presidenza.


L’M5S: “USO STRUMENTALE DEL RICORSO AL TRIBUNALE DI NAPOLI”

In una nota il Movimento 5 Stelle attacca: “il tribunale di Napoli si è dichiarato territorialmente incompetente sul ricorso. In base all’ordinanza, il tribunale competente è quello di Roma, come da principio da noi sempre sostenuto. Questa decisione certifica l’uso strumentale del ricorso al tribunale di Napoli da parte dei ricorrenti. Ribadiamo che la politica non si fa con le carte bollate ma è il frutto di processi politici democratici, processi che il M5s ha sempre promosso, incoraggiato e protetto”.

IL LEGALE DEGLI ATTIVISTI: “I MOTIVI DI ILLEGITTIMITÀ RESTANO SUL TAVOLO”

Borrè ribalta le accuse: “Il tribunale di Napoli – spiega – non ha affatto certificato la competenza del tribunale di Roma come strumentalmente sostiene il M5s. L’ordinanza è stata emessa esclusivamente in conseguenza dell’adesione dei ricorrenti all’indicazione della competenza territoriale del tribunale di Roma, adesione espressamente motivata non perché il tribunale di Napoli non sia competente territorialmente, ma esclusivamente per la necessità di una rapida definizione del secondo procedimento d’impugnazione, definizione del procedimento che la necessità di decidere preliminarmente sulla questione della competenza territoriale avrebbe ritardato. Il tribunale non ha deciso in base ad un effettivo riscontro della competenza esclusiva del tribunale di Roma, ma solo in forza della non opposizione dei ricorrenti alla traslazione del processo a Roma. Tant’è che non ha deciso sulle spese proprio perché non c’è soccombenza”.

L’avvocato, che difende gli attivisti Steven Brian Hutchinson, Renato Delle Donne, Liliana Coppola, Claudio La Marca, Rosa Contò, Loredana Tarallo, Antonio Caiazzo e Giuseppe Sica, continua: “I motivi di illegittimità delle delibere di marzo rimangono tutti sul tavolo e saranno decisi nel merito a seguito della riassunzione della causa”.

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