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Di Federica Nannetti
BOLOGNA – Alejandro Chaskielberg, fotografo, videomaker e insegnante argentino, e sua figlia Lara sono stati sorpresi dalla pandemia di Covid nel corso di un viaggio in Patagonia. Il lockdown l’hanno visto da lì, rinunciando alla propria casa a Buenos Aires e adattandosi al rigido inverno in una piccola casa nel bosco. Una prospettiva inedita, di adattamento e di nuova connessione con la natura che è diventata il cuore della mostra ‘Natur-e’, una delle nove allestite al prossimo PhMuseum Days 2021, il primo festival internazionale di fotografia che si terrà al Dumbo di Bologna da giovedì a domenica (dal 23 al 26 settembre).
Un’avventura, quella di Chaskielberg e della bambina, immortalata in scatti “creativi senza precedenti, con una nuova natura pixelata visibile attraverso gli schermi dove il fuoco viene usato come metafora per bruciare la vecchia normalità”. Tutto questo, come l’aver imparato a cucinare funghi e allevare lepri in netto contrasto con il loro stile di vita, potrà essere sia ammirato lungo il binario centrale del Dumbo sia ascoltato dalla parole dirette dell’autore venerdì, nel corso del ‘Caffè’ delle 12.
Ma il fotografo argentino non sarà l’unico protagonista del festival: con lui tanti altri artisti del panorama internazionale che hanno aderito alla piattaforma online che promuove la fotografia contemporanea da nove anni. Ora è diventato un network di più di 50.000 fotografi e una prima mostra. Il tema scelto per l’edizione inaugurale è proprio ‘New Beginning / Un Nuovo Inizio’ sia perché il festival rappresenta l’alba di una nuova avventura per PhMuseum sia perché sarà un’occasione per ripensare il decennio appena iniziato e come affrontare le importanti sfide che porterà.
I PhMuseum Days 2021 di Bologna si muoveranno tra mostre, di cui una collettiva e un fotolibro, workshop e incontri sarà l’occasione per discutere di uguaglianza, sostenibilità, giustizia sociale, innovazione e tecnologia. Tra gli altri protagonisti la fotografa brasiliana Angelica Dass con la mostra Humanæ; Silvia Rosi, che parte dal suo album di famiglia per raccontare storie di migrazione e diaspora attraverso autoritratti; e, ancora, Vasantha Yogananthan, che racconta l’eterna sfida fra il bene e il male reinterpretando un passo del poema epico indiano il Ramayana.
Verranno inoltre esposti tre lavori scelti fra gli oltre 700 progetti che si sono candidati tramite l’open call del festival. Si tratta di Human dell’ecuadoriana Fabiola Cedillo, sul bisogno dell’essere umano di riprodursi, naturalmente e attraverso la tecnologia; Fading Senses della polacca Ligia Poplawska, sulle implicazioni della perdita degli ecosistemi sulla nostra salute mentale ed emotiva; C-R92/BY dell’inglese Samuel Fordham, su migliaia di famiglie britanniche separate a seguito delle politiche dal Ministero degli Interni.
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