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A Milano lo scontro elettorale si infiamma su ‘Sex Education’: Fdi e ProVita contro Sala

Fanno discutere i cartelloni pubblicitari della rete metropolitana. Tuona Barbara Mazzali convinta del fatto che la ipersessualizzazione "non sia educativa ma crei confusione nei giovanissimi"

Pubblicato:20-09-2021 14:01
Ultimo aggiornamento:20-09-2021 15:48
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MILANO –  Adesso lo scontro elettorale milanese viaggia persino lungo i cartelloni pubblicitari della rete metropolitana, con FdI e ProVita che accusano il sindaco uscente Giuseppe Sala di istigare la popolazione cittadina alla ‘ipersessualizzazione’, e di non controllare le affissioni con una specie di ‘parental advisory. Oggetto della questione l’uscita della terza stagione della serie tv Netflix ‘Sex Education’, che negli ultimi giorni ha arricchito le stazioni sotterranee meneghine con poster per pubblicizzare l’evento: immagini non gradite a tutti, a quanto pare.

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“Foto e scritte con chiare allusioni falliche e vaginali nella metropolitana di Milano“, è il grido d’allarme lanciato dalla consigliera regionale di Fdi e candidata anche al Comune di Milano, Barbara Mazzali, sostenuta nella sua tesi dall’associazione ProVita & Famiglia sul suo sito. Secondo la tesi inquisitoria, infatti, le immagini “giocano su un’ambiguità” che può portare dei rischi non meglio precisati a tutti, “bambini e ragazzini”. Sotto accusa in particolare la frase (“Se la vediamo in forme diverse, è perché non ce n’è una sola. Ognuna è perfetta. Anche la tua”) ricorrente accanto a vari frutti che alludono alle forme delle parti intime maschili e femminili.


“Per l’amministrazione Sala è normale tutto questo? È accettabile che simili poster siano sotto gli occhi di tutti? L’educazione sessuale deve essere in capo alla famiglia“, tuona Mazzali, convinta del fatto che la ipersessualizzazione “non sia educativa ma crei confusione nei giovanissimi”. Insomma, la consigliera regionale, famosa in passato per aver difeso la proposta veneta (accennata dall’assessore all’istruzione e compagna di partito Elena Donazzan) di insegnare la caccia a scuola, preferisce cercare di tutelare quei minori che a sua detta sarebbero le prime vittime di questa strategia. D’altronde, per l’esponente FdI il pericolo è reale: “Poi va a finire che, con questi tipi di educazione, le malattie sessualmente trasmissibili in Europa sono in aumento- afferma- e, per di più, concentrate proprio in questi Paesi che su questo tipo di educazione sessuale hanno puntato di più”. Per questo, secondo l’aspirante consigliera comunale di centrodestra, questo “dovrebbe sollevare qualche allarme o almeno qualche riflessione”.

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