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VIDEO | Sinodo per l’Amazzonia, a Roma sbarca la ‘Generazione Laudato si”

Lunedì 23 speciale rai con attivisti 'Catholic climate movement'

Pubblicato:20-09-2019 17:07
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:43
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ROMA – Sbarca a Roma la “’Laudato si” Generation”. Per il Sinodo per l’Amazzonia, voluto fortemente da Papa Francesco (dal 6 al 27 ottobre in Vaticano) si mobilita la Rete internazionale dei giovani cattolici, “Global Catholic Climate Movement”, che, grazie a internet sta raccogliendo adesioni in tutto il mondo. A Roma, in via della Conciliazione i giovani monteranno, tra l’altro, una “Sonosfera” con la ricostruzione di sonorità provenienti dal polmone della terra che sta bruciando. È tra i servizi dello Speciale ‘Missione Amazzonia’ che ‘Rai Vaticano’ propone su Rai 1, lunedì 23 settembre alle ore 00.25, per la rubrica ‘Viaggio nella Chiesa di Francesco’ di Massimo Milone e Nicola Vicenti, con Paola Coali, in replica su Rai Storia il 4 ottobre alle ore 23.30.

Spiega a ‘Rai Vaticano’ Tomas Insua, direttore esecutivo del Global Catholic Climate Movement: “L’enciclica di Papa Francesco ‘Laudato sii’ è per noi una bandiera, grazie a internet, da issare in ogni angolo del mondo. La parola d’ordine è ‘conversione’, nella dimensione spirituale, nello stile di vita, nella sfera pubblica. Un cambiamento di cuore. Ma anche gesti concreti. Il movimento ha lanciato, tra le diocesi e le organizzazioni cattoliche una campagna di disinvestimento dai combustibili fossili che oggi ha raggiunto la cifra di 11 trilioni di dollari”.

Nello Speciale ‘Missione Amazzonia’ parlano tra gli altri i cardinali Claudio Hummes, relatore generale del Sinodo, Lorenzo Baldisseri, Segretario Generale del Sinodo, Pedro Ricardo Barreto Jimeno, vicepresidente del Repam, la rete ecclesiale panamazzonica. Dice Hummes: “La Chiesa in Amazzonia non può sbagliare. C’è bisogno non di una Chiesa europea, trasportata, diciamo così, in Amazzonia, ma una Chiesa dal ‘volto amazzonico’, un volto indigeno e perciò per avere questo, dovrà essere una Chiesa inculturata”. Sottolinea Baldisseri: “In questo grande territorio vi sono gli indigeni, 3 milioni, che vivono in parte nella foresta e in parte nelle periferie, noi vogliamo dare una risposta sia nel campo della ecologia sia per le persone in senso cristiano. Le parole chiave sono vita, territorio e dialogo culturale. Una Chiesa che ha un ruolo profetico, che lancia un messaggio sempre uguale, quello evangelico, ma in un contesto nuovo”.


Per Barreto Jimeno, “L’Amazzonia, come dice Papa Francesco, è specchio di tutta l’umanità e rappresenta tanto il grido della terra quanto il grido dei poveri ed è un invito a rinnovare il dialogo sul modo in cui stiamo costruendo il futuro del pianeta. Ed ancora nello Speciale la voce di scienziati e operatori laici come Stefano Zamagni, presidente della Pontificia Accademia per le Scienze Sociali, Mauro Ferrari, prossimo presidente dell’European Research Council, Vincenzo Sanasi D’Arpe, presidente del World Food Programme Italia. Dice Zamagni: “L’economia, la finanza, la robotica, l’intelligenza artificiale ci permettono di superare il vecchio modello che ha determinato lo scarto tra il nord e il sud del mondo basato sulle risorse naturali, materie prime e forme di neocolonialismo”. Per Ferrari, “è in corso un movimento dello spirito che credo il mondo stia condividendo, non solo il mondo cattolico”. Sanasi D’Arpe sottolinea: “Riteniamo che aldilà delle differenze di credo e di religione solo con il contributo dei laici si possa raggiunge una pace vera, basata sulla giustizia sociale”. L’Amazzonia è un territorio composto da regioni che fanno parte di nove Paesi, oltre sette milioni e mezzo di chilometri quadrati, una fonte primaria di ossigeno per tutta la Terra, perché vi si trova più di un terzo delle riserve forestali primarie del mondo e che costituisce una delle più grandi aree di biodiversità del Pianeta.

IL CARDINALE BARRETO JIMENO: COMUNICARE LA RICCHEZZA

Far capire quanto l’Amazzonia è importante per l’umanità non solo sul piano geografico e ambientale ma per la ricchezza di culture e popoli che storicamente hanno subito violenze e sfruttamento: questo, secondo il cardinale Pedro Ricardo Barreto Jimeno, arcivescovo di Huancayo, l’impegno del Sinodo al via in Vaticano il 6 ottobre. L’occasione delle dichiarazioni è stata la presentazione oggi a Roma delle iniziative di ‘Amazzonia: Casa Comune’, percorso di oltre 130 appuntamenti animato da organizzazioni e voci della società civile.

Secondo il cardinale Barreto Jimeno, l’attenzione della Chiesa per la regione latinoamericana “viene da lontano”. A suggerirlo sarebbero documenti papali anche di molti anni fa, come quello di Benedetto XIV del 1741 o ancora quello di Pio X, che nel 1912 pubblicò l’enciclica ‘Lacrimabili Statu Indorum’ denunciando le crudeltà subite dai popoli nativi. Passaggio decisivo sarebbe poi stata la conferenza dell’episcopato latinoamericano che si è tenuta ad Aparecida, in Brasile, nel 2007, segnata dall’appello a “decolonizzare le menti”.

“A quell’incontro partecipò il cardinale Jorge Mario Bergoglio, Papa Francesco, che al punto 38 dell’enciclica ‘Laudato si” definisce l’Amazzonia e il bacino fluviale del Congo ‘i polmoni del pianeta’, casa comune specchio dell’umanità, messa a rischio dallo sfruttamento indiscriminato delle risorse”. Il cardinale Barreto Jimeno, peruviano, intervenuto alla conferenza in collegamento Skype, nei prossimi giorni in Vaticano per il Sinodo, è anche vice-presidente della rete transnazionale Red Eclesial Panamazonica (Repam).

PADRE CZERNY: IL SINODO SIA FRUTTO DELL’ASCOLTO

La partecipazione di tutti i vescovi della regione, non dunque solo di una loro rappresentanza, sarà uno dei valori aggiunti del Sinodo per l’Amazzonia: lo ha sottolineato oggi padre Michael Czerny, segretario speciale dell’assemblea, di recente nominato cardinale da Papa Francesco. Secondo padre Czerny, “i vescovi non sono stati eletti come è accaduto per altri sinodi perché a partecipare saranno tutti quelli dell’Amazzonia e questo è un fatto interessante”. Rispetto alla preparazione dell’assemblea al via in Vaticano il 6 ottobre, in riferimento agli incontri in Sudamerica, il segretario speciale ha detto: “Trovo commuovente la capacità di ascoltare che si è manifestata finora nei dialoghi con le comunità, con i rappresentanti nativi e non solo”. Secondo padre Czerny, “bisogna ogni tanto saper chiudere la bocca e ascoltare con simpatia e saggezza sui grandi problemi e le grandi sfide”. L’occasione delle dichiarazioni è stata la presentazione a Roma delle iniziative di ‘Amazzonia: Casa Comune’, percorso di oltre 130 appuntamenti animato da organizzazioni e voci della società civile.

PADRE CARRASCO: CON GIOVANI PER CASA COMUNE E AMAZZONIA

“Ringrazio tutti i ragazzi e i giovani che oggi hanno preso posizione, esprimendo la propria preoccupazione per la nostra casa comune”: così all’agenzia ‘Dire’ padre Robert Carrasco, sacerdote peruviano, coordinatore della manifestazione ‘Amazzonia: casa comune’. “Dobbiamo difendere le popolazioni indigene, che si prendono cura e sono guardiane del loro territorio, non solo nell’Amazzonia ma anche nel bacino del fiume Congo e in tutto il mondo” ha sottolineato il religioso. Convinto che i cortei di oggi degli studenti da Sydney a New York, organizzati in vista del Summit sul clima di lunedì all’Onu, “non sono tanto una forma di protesta quanto piuttosto una presa in carico e una condivisione di preoccupazione”. 

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