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Report del Consiglio grande e generale del 20 settembre – Seduta mattutina

SAN MARINO - In mattinata si conclude l'esame dell'Assestamento di Bilancio che viene quindi approvato

Pubblicato:20-09-2016 13:45
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:42

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SAN MARINO – In mattinata si conclude l’esame dell’Assestamento di Bilancio che viene quindi approvato con 25 voti favorevoli e 21 contrari, consentendo così il raddoppio del contributo a partiti e movimenti per l’imminente campagna elettorale. Si apre poi il comma 5 sulle istanze d’Arengo: l’Aula affronta il dibattito sulle cinque istanze che richiedono di depenalizzare l’interruzione di gravidanza nei casi in cui sussistano rischi gravi di salute per la donna (istanza n.7), quando interessi minorenni (istanza n. 9) o vittime di violenza sessuale (istanza n.8), nei casi in cui sussistano rischi di patologie o malformazioni gravi per il feto (istanza n. 10), infine per gravidanze che riguardino donne in condizione di emarginazione o disagio sociale (istanza n. 11).

Nel riferimento iniziale sulle istanze d’Arengo, il segretario di Stato per la Sanità, Francesco Mussoni, specifica che il Congresso di Stato non ha formulato “una valutazione di gradimento o diniego rispetto ai temi sollevati”. Ma ci tiene a riferire la sua posizione personale: “Si deve correre a difesa della vita- spiega- un’uniformità ad altri ordinamenti sarebbe per me un limite”. Di qui l’auspicio: “Dobbiamo mantenere l’apparato che disincentiva l’aborto”. Per il segretario di Stato per la Giustizia, Gian Carlo Venturini, l’ordinamento sammarinese prevede che “l’aborto è ora un reato contro la persona- spiega-il concepito è un individuino distinto dai suoi genitori ed è tutelato dall’impianto giuridico”, pertanto “le istanze-conclude- appaiono non accoglibili”.

Dal dibattito consiliare emerge un’Aula fortemente divisa, al di là di vecchi e nuovi schieramenti. Netto il “no” del partito di maggioranza relativa, per Marco Gatti, Pdcs, la legge infatti “deve tutelare il più debole”, quindi “il feto, che non ha colpe, ma diritto alla vita”. Anche Ap, per voce di Antonella Mularoni, si schiera contro le istanze: “San Marino è uno dei pochi Paesi in Europa a tutelare il diritto di vita del nascituro- osserva- ne sono felice, è un grande merito”. Invece Mimma Zavoli, C10, punta il dito contro “gli ipocriti di Stato”. L’aborto è un argomento delicato, sottolinea, ma va affrontato: “Non possiamo girarci dall’altra parte- spiega- e consentire a una donna di andare a consumare fuori territorio ciò che viene considerato come un abominio”. A sostegno dei sì anche Elena Tonnini di Rete che porta in Aula dati sui Paesi in cui è stato legalizzato l’aborto in cui “il ricorso a questa pratica non è incrementato, anzi- fa sapere- è diminuito”. Per Nicola Selva, Upr, invece le istanze non vanno accolte, “per ragioni etiche e morali”. Vladimiro Selva, Psd lamenta la mancanza di dati e statistiche sul ricorso all’aborto delle sammarinesi. “Gatti non può chiudere il microfono e sentirsi con la coscienza a posto- manda a dire -ci sono zero condanne, c’è una pena mai comminata. Chi pensa che quello sia l’unico strumento per evitare il fenomeno deve farsi delle domande”. Per i sì alle istanze anche Andrea Belluzzi, Psd: “Se accogliamo le istanze nel pieno dei poteri- assicura- il prossimo governo potrà darne attuazione piena”. Ivan Foschi, Su, punta il dito contro “l’approccio ideologico” al tema da parte della Dc. “Con questa impostazione- spiega- il dibattito diventa un dialogo fra sordi”. Pro-istanze anche Denise Bronzetti, Indipendente: “Non accetto l’equazione che depenalizzare l’aborto è essere contro la vita”. Sono 47 gli iscritti a intervenire nel dibattito che si interrompe a fine seduta e riprenderà nel pomeriggio.


Di seguito un estratto del dibattito della mattina.

Comma 5 – Istanze d’Arengo

Perché la pratica dell’aborto sia depenalizzata e resa legale con riferimento ai casi di gravidanza in cui sussistano gravi rischi di salute per la donna (istanza n.7); perché la pratica dell’aborto sia depenalizzata e resa legale con riferimento ai casi di gravidanza riguardanti donne vittime di violenza sessuale (istanza n.8); perché la pratica dell’aborto sia depenalizzata e resa legale con riferimento ai casi di gravidanze riguardanti donne minorenni (istanza n.9); perché la pratica dell’aborto sia depenalizzata e resa legale con riferimento ai casi di gravidanze in cui sussistano rischi di patologie gravi o malformazioni per il feto (istanza n.10); perché la pratica dell’aborto sia depenalizzata e resa legale con riferimento ai casi di gravidanze riguardanti donne che versano in condizioni di emarginazione o disagio sociale (istanza n.11)

Francesco Mussoni, Segretario di Stato alla Sanità

Sottolineo che il Congresso di Stato non ha formulato una valutazione di gradimento o diniego rispetto a questi temi. C’è massima libertà di discussione. Non c’è un approccio tecnico, ma di rispetto dell’Aula. Esprimo delle valutazioni personali. In questo caso pochi cittadini riescono a sottoporre all’Aula un dibattito fondante, di spessore, con una modalità di copia e incolla. Le istanze sono un copia e incolla, cambia solo la parte finale con la richiesta di intervento. C’è un vero rispetto dello strumento di democrazia diretta con queste istanze? Secondo me è un uso esagerato, esasperato, forse strumentale, dell’Istanza d’Arengo. Il nostro Paese ha una tradizione cristiana. Sulla vita si deve correre a sua difesa. Un’uniformità ad altri ordinamenti sarebbe per me un limite. Dobbiamo mantenere l’apparato che disincentiva l’aborto. E’ improprio affrontare la materia dicendo “depenalizziamo l’aborto”. Mi rendo conto di essere conservatore. Quando c’è il concepimento c’è vita, è la cosa più preziosa.

Giancarlo Venturini, Segretario di Stato agli Interni

L’ordinamento indica che i diritti della persona umana sono inviolabili. Nel 1974 una commissione aveva sviluppato un dibattito in cui erano emerse le diverse sensibilità delle forze politiche. Si era ritenuto che l’intervento su questa materia non si poteva approvare con un’abrogazione della fattispecie penale, che avrebbe depenalizzato tout court l’interruzione di gravidanza. L’aborto è ora un reato contro la persona. Il concepito è un individuino distinto dai suoi genitori ed è tutelato dall’impianto giuridico. L’ordinamento italiano non prevede la depenalizzazione tout court dell’interruzione di gravidanza. Le istanze appaiono non accoglibili.

Marco Gatti, Pdcs

Gli istanti ci chiedono un passo di civiltà. Per capire quando la civiltà fa un passo in avanti bisogna partire dai diritti. Una civiltà che difende i diritti fa un passo in avanti, una che li nega non fa dei passi in avanti, ma indietro. Uno Stato che reintroduce la possibilità di aprire dei lager fa dei passi indietro. Il nazismo fece una legge in questo senso. Mi chiedo: c’è chi può decidere della vita di un altro? E’ possibile che un altro possa decidere della mia vita? Io posso decidere della mia vita, di quando porre termine? Le risposte ci pongono in condizione di decidere se la vita è un diritto inviolabile. Se la risposta è sì, abbiamo già chiuso la questione. Torniamo nel Far West, dove il più forte decide sul più debole. Per me la vita è un diritto inviolabile e va difesa, dal concepimento in avanti. Ci sono Paesi con norme che vietano il suicidio. Nessuno è in grado di dire che un feto non è vita. La legge deve tutelare il più debole. Il più debole è il feto, che non ha colpe, ma diritto alla vita. Quando succedono cose ignobili come la violenza su una donna, se vogliamo essere una società solidale, il primo compito che abbiamo è non lasciare sola la persona. La società non deve farla sentire in colpa.

Antonella Mularoni, Ap

Qui è in ballo il rapporto fra 2 vite ugualmente meritevoli di tutela. San Marino è uno dei pochi Paesi in Europa a tutelare il diritto di vita del nascituro. Sono felice di questo. E’ un grande merito. Si può far sì che la donna che non vuole il bambino lo possa fare adottare a una coppia, anonimamente. Oggi quante sono le mamme che hanno rinunciato a far nascere dei bimbi e si sono pentite? Dobbiamo sostenere il percorso della donna che non vuole il bambino. Magari con aiuti economici, se serve, anche se in questo Paese non credo ci siano problemi di questo tipo. In caso di pregiudizio per la vita della mamma, a San Marino, l’aborto è possibile. In caso di malattie gravi della mamma è possibile, per la donna sammarinese, ricorrere all’aborto. Lo Stato interviene già dove non interviene la solidarietà di altri. Lo facciamo per ragazzi che hanno problemi fisici non da poco. Ho visto gli atleti dei giochi paralimpici, sono rimasta impressionata dal loro attaccamento alla vita. Non è giusto sopprimere una persona con problemi fisici.

Mimma Zavoli, C10

E’ prevista la prigionia di secondo grado. E’ una condizione che la dice lunga sulla filosofia con cui il Paese ha approcciato questa delicatissima materia. E’ l’approccio a essere sbagliato. Cosa dovrebbe scegliere uno Stato laico e sovrano? E’ subdolo dipingere come creatura superficiale chi, non allineato al pensiero ecclesiale, prende una sofferta decisione. Qui si fa finta di non vedere se la cittadina va fuori confine a compiere questo atto. Siamo ipocriti. Ipocriti di Stato. E’ un argomento delicato, lo sappiamo. Ma non possiamo non affrontarlo. Non possiamo girarci dall’altra parte e consentire a una donna di andare a consumare fuori territorio ciò che viene considerato come un abominio. Che messaggio è? Siamo noi, dall’Aula, a trasmettere che non bisogna parlarne. Ragioniamo sul perché non siamo in grado di affrontare argomenti così difficili.

Elena Tonnini, Rete

L’unica cosa certa è che nella legge del 1974 l’aborto è perseguibile penalmente, anche in caso di stupro o malattia della madre. Le donne sammarinesi abortiscono, ma fuori dai nostri confini. La legge non impedisce alle donne di andare fuori confine. Si permette quindi un finto controllo e si rinuncia a una reale possibilità di incidere. Io sono a favore della difesa della vita. Nei Paesi in cui è stato legalizzato l’aborto il ricorso a questa pratica non è incrementato, anzi, è diminuito. In Lussemburgo si è spostato l’aborto dal piano penale a quello educativo nel 2014. In Mozambico si è inserita la non punibilità dell’aborto nello stesso anno. Non si è incitato il ricorso, come ha dimostrato la Svizzera dal 2002. In questi anni è stato attivato un controllo sul fenomeno. Il tasso delle donne che ricorrono all’interruzione di gravidanza è il più basso d’Europa ed è in decrescita.

Nicola Selva, Upr

Siamo chiamati a decidere se uccidere o tenere in fiat un feto. Questo è il punto, vita o non vita. Queste istanze sono giudicate ammissibili, ciò mi mette a disagio. A San Marino è sempre stato garantito un equilibrio sulla tutela della vita. Su un tema come questo non basta un’Istanza d’Arengo. E nemmeno tutto il Consiglio Grande e Generale. Ci si dimentica della piaga degli aborti clandestini. Per i sammarinesi basta andare a Rimini. Vanno poste basi, da parte della politica, per disincentivare l’aborto. A livello di sostegno. La donna va aiutata a capire, l’aspetto medico va garantito, eccetera. Le istanze non vanno accolte, per ragioni etiche e morali.

Michele Muratori, Psd

Mi lascia perplessa la ritrosia nel non fare dibattere su un tema come questo. Personalmente non riuscirei a fare abortire la mia compagna. Ma questa è la mia umile posizione. Depenalizzare non significa obbligare ad abortire. Ma non posso obbligare a non abortire chi ha subito violenza o è in rischio di vita. Non si rispetta la donna e la sua possibilità di scegliere. Siamo in uno Stato laico, in cui va rispettato anche chi non ha fede. Dichiaro il mio voto favorevole, coerentemente con quanto sostenuto da sempre dal mio partito

Vladimiro Selva, Psd

In molti interventi c’è stato qualche ragionamento utilitaristico ed elettoralistico. Marco Gatti ha fatto un intervento in cui il richiamo al nazismo era inopportuno. Qui nessuno vuole costringere qualcuno ad abortire. Non è vero che le donne sammarinesi non abortiscono. Ma non esistono statistiche, non ci sono dati che ci aiuterebbero a capire. Gatti non può chiudere il microfono e sentirsi con la coscienza a posto. Ci sono zero condanne, c’è una pena mai comminata. Chi pensa che quello sia l’unico strumento per evitare il fenomeno deve farsi delle domande. E’ con le politiche di sostegno che si tutela la vita. Al dramma noi sappiamo solo rispondere con la minaccia di una pena. Parlare per ideologia fa solo danni.

Ivan Foschi, Su

Su questo tema siamo ostaggio dei partiti conservatori, Dc in primis. Mi sarei aspettato una relazione dal governo. Invece ho sentito un anticipo del dibattito fra le forze consiliari. Mussoni aveva dubbi sull’appropriatezza di questi strumenti di democrazia diretta. Gli ricordo che lui non ha brillato per il risultato del referendum del 2014, che è un altro esempio di democrazia diretta. L’approccio al tema è purtroppo ideologico. Con questa impostazione il dibattito diventa un dialogo fra sordi. Nemmeno Paesi islamici come il Marocco e l’Iran sono al livello di San Marino. Consentono, seppure in forma limitata, di ricorrere a questa pratica. Anche Spagna e Israele hanno superato l’oscurantismo medievale. L’aborto non va incentivato o imposto. Si tratta di rispettare la donna e la sua libertà. Non è accettabile che una donna vittima di violenza venga trattata come una criminale perché reagisce a ciò che ha subito. Bisogna regolamentare e fare prevenzione. Invece domina l’atteggiamento perbenista che non vuole che si parli di questo argomento. Basta spostare il problema di 20 chilometri, nelle strutture del circondario. Lo Stato, in questo modo, abbandona la donna in difficoltà.

Luca Beccari, Pdcs

Lungi da me puntare il dito contro gli istanti che sollevano un tema legittimo, ma chiedo rispetto per chi come me e i miei colleghi ha opinione contraria. Chi è a favore della vita in modo assoluto e non mediato e chi ha approccio contrario. Io sono d’accordo sul fatto che il nostro sistema di tutela meriterebbe uno sforzo maggiore da parte dell’Aula e della società civile, affinché si crei una rete di sicurezza sociale che aiuti persone in difficoltà fisiologiche, naturali o legate a episodi di violenza. Ma ciò non significa che bisogna mettere le mani avanti, depenalizzando l’aborto, per poi creare tutele. Malgrado la differenza, rispetto i colleghi Selva e Zavoli, ma non capisco perché chi ha contrarietà rispetto le istanze debba essere etichettato come bigotto e ideologico. Siamo diversi perché partiamo da convinzioni ideali diverse. In questi anni poi non mi pare sia arrivato un progetto di legge di origine consiliare che tratti di questi temi, in questa legislatura se ne è parlato solo attraverso istanze d’Arengo. Perché non è mai stato presentato un Pdl sull’aborto? Ci sono cittadini che hanno sentito il bisogno di portare le istanze, ma anche cittadini che hanno fatto sentire la loro voce contro le istanze e per sensibilizzare l’opinione pubblica in questo senso. Non è tema che si può confinare nelle logiche del diritto. E’ questa la sfida che si deve raccogliere e non impegnando il prossimo governo- che non sapremo quale sarà- a fare qualcosa che deve partire dall’iniziativa legislativa propria, con le logiche della nostra democrazia.

Andrea Belluzzi, Psd

Voterò si a tutte queste istanze d’Arengo. Ho sentito dall’una e dall’altra parte delle prese di posizione ideologiche e radicali che vanno a demolire le finalità di queste istanze. Si sentono interventi non chiamati a valutare i contenuti delle istanze, ma a rendere pubblica in maniera forte la propria posizione. E’ un disservizio nei confronti delle istanze intese come istituzioni. Vorrei richiamare i consiglieri allo ‘stare al pezzo’. Non dobbiamo ergere ognuno la sua bandiera. Le istanze pongono circostanziati quesiti, non chiedono la depenalizzazione totale dell’aborto. Abbiamo 5 significative richieste, su alcune di queste bisogna porsi al si là del votare sì o no. Invece è doveroso aprire delle considerazioni, a prescindere dal mantenere una norma obsoleta. Mi chiedo perché il mio Paese permetta che per determinate cose non posso essere tutelato, ma fuori di qui, a mie spese, si, delegando tutela, presidi, anche percorsi psicologici ad altri come Ponzio Pilato. Credo sia doveroso prendersi carico di creare una struttura sociale più forte e radicata, io voto sì anche nel caso di aborto per minori, c’è un enorme vuoto legislativo e l’assistenza e la struttura sociale sono deboli. Se accogliamo le istanze, nel pieno dei poteri il prossimo governo potrà darne attuazione piena.

Luca Santolini, C10

Si è scelto di voltare la testa dall’altra parte, consentendo l’aborto 10 km più in là, mantenendolo reato nel nostro Paese. Lasciando donne che rischiano la vita, in forte disagio sociale, vittime di violenza a compiere l’esilio. Altroché normativa ‘disincentivante’, è una normativa ipocrita che non limita, ma marchia, alimentando la cultura dello ‘scarto’. Una comunità che chiude gli occhi davanti alle sue sorelle in difficoltà non si può considerare civile. Il primo soggetto di diritto da considerare sarebbe la donna che andrebbe tutelata e assistita, non abbandonata e considerata alla stregua di un criminale. Liberiamo le nostre cittadine dalla ‘lettera scarlatta’ che una normativa fuori dal tempo mantiene.

Roberto Ciavatta, Rete

E’ pienamente legittimo ritenere che il feto sia vita che va difesa, ma se lo credete davvero, allora rendete penalmente perseguibile l’aborto anche delle donne sammarinesi fuori confine. E’ un modo ipocrita dire che questo Paese tutela la vita solo al suo interno. Se noi accettassimo queste istanze ad ogni modo saremmo gli ultimi in Europa. Le istanze chiedono libertà di scelta sul proprio corpo e rispettano la posizione di chi è contrario all’aborto, di chi può decidere di non abortire e scegliere per il proprio corpo. L’imposizione a chi non la pensa come noi su una pratica che non accetta è imposizione ideologica. Siamo l’unico Stato occidentale che non lo riconosce. C’è stata un’alzata di scudi senza precedente contro le istanze, ma mi sarebbe piaciuta una uguale fermezza sulle questioni di legalità da parte degli stessi partiti. Una regolamentazione in tutti gli Stati civili ha comportato la diminuzione degli aborti, anche questa è tutela della vita. Gli aborti continueranno e per ridurli che fare se non regolamentarli, creando percorsi che magari portino le donne a rivedere la loro decisione?

Mariella Mularoni, Pdcs

Ogni essere umano è sempre sacro e inviolabile in ogni fase del suo sviluppo, è l’orientamento da cui non possiamo allontanarci per tutelare i diritti umani. E’ avvilente vedere scritte le istanze con il copia-e-incolla. Dalle istanze emergono problematiche poi che a San Marino non sono emergenze, vorrei sapere quante donne in disagio sociale non abbiano potuto affrontare la maternità, quante siano in stato di gravidanza a seguito di violenza sessuale. Avere un figlio poi è forse un privilegio dei ricchi? Fa sorridere l’istanza ‘ razzista’ n. 11. Le stanze giustificano la resa della donna alla sua solitudine. Certamente San Marino dovrà impegnarsi a un nuovo quadro normativo a sostegno della vita.
I bambini concepiti con possibilità di grave malattia vanno difesi perché la vita va difesa sempre. E’ compito della comunità intervenire per salvaguardare i diritti delle persone. Oggi San Marino può diventare il primo paese al mondo libero dall’aborto, dramma e sconfitta per la donna.

Milena Gasperoni, Psd

E’ difficile discutere in Aula consiliare di temi etici. E’ doloroso affrontare oggi il tema della penalizzazione del reato di aborto. Quello che gli istanti stanno chiedendo infatti non è la legalizzazione tout court dell’aborto o l’introduzione della legge italiana che prevede l’aborto nelle strutture pubbliche. Le persone che vivono questo dramma non sono aiutate, non ne seguiamo i percorsi psicologici e i problemi. Gli istanti chiedono cose chiare e definite, non la legalizzazione dell’aborto tout court. Chiedono sia depenalizzato quando mette a rischio la salute della donna, quando sono coinvolte minorenni, per donne vittime di violenza sessuale e in casi di feti con malformazioni o patologie gravi. I fatti di cronaca recenti poi ci obbligano a riflettere sulle conseguenze delle violenze su giovani in discoteca. Con l’ipocrisia non si va avanti, i problemi ci sono e vanno affrontati. E’ nostro dovere affrontarli e porci nelle condizioni di quello che gli istanti ci chiedono. Anche io voterò favorevolmente le istanze.

Augusto Michelotti, Su

Essere tolleranti significa cercare di capire il problema. L’aborto è ultima ratio, la donna non è mai contenta di una scelta del genere. E’ una scelta difficilissima. L’ipocrisia la vediamo in questo Paese, ‘tanto vanno in Italia ad abortire’. A me piacerebbe che questa società e noi stessi non facessimo finta di niente. E’ un’ipocrisia vergognosa. Voterò sì a tutte e 5 le istanze e mi auguro sia una scelta per dare un’opportunità in più alle donne che hanno già mille problemi sulle spalle.

Andrea Zafferani, C10

Ce la faremo mai in quest’Aula a portare una legge su questa materia o costringeremo i cittadini a presentare un Referendum? Due anni fa abbiamo affrontato questo tema sempre con un’istanza per legalizzare aborto che poteva apparire radicale. Ho sostenuto quella istanza, quando si parla di riconoscere diritti che non toccano altri soggetti non ci sarebbe bisogno di discuterne, mi innervosisce quando vogliamo imporre come consiglieri le scelte, come su eutanasia, scelte che non ledono altri individui. Il tema dell’aborto è diverso perché ne esce danneggiato anche un altro individuo. Rimanendo sul tema del diritto, mi auguravo un approccio più ragionato almeno per comprendere in quali casi i diritti della madre potessero prevalere su quelli del nascituro. Non è lo slogan ‘tutelare la vita’, ma si deve ragionare in maniera laica su quando la condizione della madre deve essere tutelata.

Denise Bronzetti, Indipendenti

Sono per me stessa contraria all’aborto, non sceglierei questa soluzione se il problema fosse il mio. Ma scelgo liberamente cosa è giusto o sbagliato, Sono situazioni che sconvolgono donne e nessuno è in grado di imporre ad altri una scelta di questo genere. Quando parte la vita? Sono convinta parta dal concepimento, ma non è affrontando il tema con questa risposta che si risolva il problema della depenalizzazione dell’aborto. Non si chiede la liberalizzazione dell’aborto, siamo chiari su questo, ma la depenalizzazione di quello che è reato penale. E non accetto l’equazione che depenalizzare l’aborto è essere contro la vita. Sono convinta che la depenalizzare non porti al loro aumento, le statistiche ci dicono il contrario. Ma non basta, utile e necessario è improntare politiche scolastiche che si basino su un’educazione diversa. Vorrei un approccio più laico sul tema. Io voterò favorevolmente le istanze.

Tony Margiotta, Su- LabDem

E’ una situazione paradossale che all’interno del nostro territorio vi è una pena e fuori no. E’ uno dei concetti principali, lo vedo come una posizione non corretta. Dovremo fare un passo avanti e garantire la possibilità di libera scelta in questi casi specifici. Non posso concepire che la donna nella nostra comunità non sia percepita come donna, ma come strumento incubatore. Mi sembra una cosa distorta. Nella prossima legislatura depositeremo un progetto sulla depenalizzazione dell’aborto, crediamo come istanti si debbano mettere regole dove non ve ne sono, c’è solo la pena. E’ un Pdl che va ad individuare i casi e soprattutto l’informazione sulle possibilità che ci possono essere per le donne.

Filippo Tamagnini, Pdcs

La nostra discussione in Aula serve a far emergere le posizioni dei cittadini nel Paese. Non è questione di approccio ideologico, l’interruzione di gravidanza è legata al reato penale dal codice penale ed è sentito come un forte problema. Dal recepimento dei problemi umani deriva la produzione normativa qui dentro, il nostro compito. C’è chi può aiutare le persone con questa difficoltà? La riposta è sì, nel nostro tessuto sociale sono sempre di più le realtà aggregative e le persone che hanno la disponibilità per affrontare questo percorso e da qui bisogna partire per affrontare l’argomento in gioco che è pur sempre un argomento terribile.

Massimo Cenci, Ns

E’ un argomento che sento molto più grande di me. Non trovo rilevante quanto fanno altri Paesi o i nostri vicini di casa in merito. La vita umana va sempre rispettata, sia quella della donna che si trova a vivere situazioni difficili, ma anche la vita che nasce dentro di lei. Ma non mi sento di dire che chi la pensa diversamente da me comunque stia sbagliando.

Gian Matteo Zeppa, Rete

Con queste istanze innanzitutto sia intende intervenire sull’ art. 42 del codice penale per dire che le donne a San Marino possano non incorrere in reato penale per l’interruzione di gravidanza nel caso di violenza, per le minorenni, per le donne i cui feti siano oggetti di malformazioni gravi e per chi vive un disagio.
Ci sono arrivate ieri due prese di posizioni di parte, per parlare di aborto. Mi lasciano imbarazzato. Si dice che non si può rispondere alla violenza con altra violenza, mettendo pezze di tipo medioevale, si citano pulizie etniche dei paesi africani, o nella ex jugoslavia. Queste mail faziose sono arrivate ai consiglieri, proprio quando qui si parla di depenalizzare l’aborto per le donne vittime di stupro. Si tratta di salvaguardare la dignità delle donne. Credo che normativamente superiore al comitato di bioetica, che è stato citato, ci sia il Commissario del Consiglio d’Europa per i diritti umani, ben conosciuto dal segretario Belluzzi. E nel suo report di poco tempo fa ci chiede di prevedere proprio le deroghe richieste dalle istanze.

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