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ROMA – L’estate italiana torna nuovamente a tingersi di rosso sangue. Sono infatti numerosi i casi di omicidio-suicidio che in questi giorni si registrano nel Paese. L’ultimo a Rivalta Bormida, in provincia di Alessandria, dove questa mattina un uomo di 67 anni ha ucciso a colpi di pistola la ex moglie di 66 e il figlio disabile di 44 anni e poi si è suicidato. Tragedia anche a Collegno, alle porte di Torino, dove ieri un 81enne ha sparato in strada alla compagna coetanea, poi deceduta in ospedale, prima di togliersi la vita. E la notte prima la cronaca nera ha fatto registrare una vera e propria carneficina a San Candido, in Alto Adige: dopo aver ucciso il padre, malato e allettato, e una vicina di casa, il 49enne Ewald Kühbacher è morto all’ospedale di Bolzano dopo essersi sparato alla gola.
Raggiunto dall’agenzia Dire, il criminologo all’Università di Genova e presidente della Società Italiana di Criminologia (SIC), Alfredo Verde, sottolinea come le prima vittime di questi episodi siano spesso le donne. “Bisognerebbe analizzare le statistiche- spiega- ma normalmente in Italia c’è un femminicidio ogni tre giorni. Se poi ci soffermiamo sui numeri relativi agli ultimi anni, normalmente i femminicidi che avvengono nell’ambito di una relazione affettiva sono molti di meno, perché vi sono numerosi omicidi di donne che hanno una matrice di tipo familiare o addirittura di tipo extra familiare. Dunque, in realtà, il numero degli omicidi commessi dal partner, i cosiddetti ‘Intimate partner homicide’, sono circa 60 all’anno, uno ogni cinque-sei giorni”.
“Molto spesso- prosegue- l’autore di questi gesti è legato alla vittima da una relazione all’interno della quale il soggetto è incapace di tollerare ogni tipo di separazione. E mi riferisco alla possibilità per ciascuno di avere uno spazio di autonomia e indipendenza personale, a partire dalla possibilità di avere relazioni amicali, fino ai casi classici della gelosia patologica e della scoperta di relazioni nascoste”.
“In realtà- tiene a precisare il criminologo- queste persone non riescono a tollerare gli aspetti separativi delle relazioni affettive e a tollerare che il partner abbia uno spazio di privatezza. Non si può infatti pretendere di conoscere tutto della persona con la quale si ha una relazione: pretenderlo significa negare agli altri ogni spazio di libertà“.
“Nel momento in cui l’autore dell’omicidio sente sfumare l’illusione del controllo- evidenzia inoltre Alfredo Verde- o progetta o si trova impulsivamente portato a commettere un femminicidio. E ricordo che nel 95-98% dei casi gli autori sono gli uomini e le vittime le donne, anche se c’è qualche eccezione. La dinamica, dunque, è di tipo narcisistico: per queste persone è infatti molto difficile poter pensare di poter sopravvivere senza l’altro“.
“E allora- continua il presidente della Società Italiana di Criminologia- l’omicidio dell’altro diventa un suicidio. Anche perché la persona perde qualsiasi volontà di vivere. Un fatto, questo, che i criminologi avevano capito già 90 anni fa. Addirittura il belga Etienne De Greeff, probabilmente il più grande criminologo clinico mai esistito, che ha studiato oltre 50mila casi, aveva parlato di ‘processo suicidio’, tipico dei ‘delitti passionali’: anche se non mi uccido davvero, se ti ammazzo distruggo la tua vita e la mia“.
Il criminologo dell’Università di Genova si sofferma sul caso di Alessandro Impagnatiello, accusato di omicidio volontario aggravato da premeditazione, futili motivi, crudeltà e dal vincolo della convivenza, ma anche di interruzione di gravidanza non consensuale e occultamento del cadavere della fidanzata Giulia Tramontano: “Impagnatiello, comunque vada la perizia psichiatrica, ha distrutto la sua vita oltre a quella delle sue vittime”.
Alfredo Verde preferisce invece non entrare nel dettaglio degli ultimi casi di omicidio-suicidio. Quello che colpisce, però, è che a commettere questi gesti siano spesso uomini over 60. Un fatto che il criminologo dell’Università di Genova bolla come “il segno del deterioramento delle relazioni di coppia, perché invecchiando non si migliora ma si peggiora, mentre uno dei fattori di rischio per gli episodi di omicidio-suicidio è l’appartenenza alle Forze dell’Ordine, che hanno le armi a disposizione“.
Episodi drammatici che, spesso, si verificano durante l’estate, come attestato da numerosi studi che collegano i delitti di sangue alle stagioni dell’anno. “Ricordo uno studio indiano- conclude Verde- da cui emerge che la stagionalità può influire sui comportamenti violenti“.
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