Nubifragio Palermo, il capo della protezione civile siciliana: “Il clima cambia, fenomeni estremi sempre più frequenti”

"È impossibile prevenire i danni alle persone", scrive su Facebook Salvo Cocina

Pubblicato:20-08-2024 11:54
Ultimo aggiornamento:20-08-2024 15:01

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PALERMO – “Trovarsi nel posto sbagliato nel momento sbagliato. La tragedia della Bayesian stanotte a Porticello. Un morto e 6 dispersi, 15 persone in salvo. Una tromba d’aria o un downbursting (cascata di aria fredda con fortissime raffiche di vento) ha colpito e fatto affondare un mega yacht, gioiello di ingegneria navale. I soccorsi immediati dell’equipaggio della barca olandese vicina e della capitaneria di porto hanno evitato ulteriori vittime e tratto in salvo 15 persone. A bordo importanti personaggi dell’economia inglese, Autonomy, Morgan Stanley e studi legali, che erano in Sicilia, forse, per festeggiare un successo“. Così sulla propria pagina Facebook il capo della protezione civile siciliana, Salvo Cocina.

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“Mobilitati i sub dei vigili del fuoco da fuori Sicilia che stanno accertando le condizioni del relitto sul fondo – prosegue -. La Protezione civile siciliana e i suoi volontari si sono mobilitati per l’assistenza a terra alle operazioni. Vicinanza alle persone colpite da questo violento evento meteo e ai congiunti delle vittime. Si poteva prevedere l’evento e prevenire? Prevedere, forse, solo a livello di probabilità, ma impossibile calcolare posizione e orario del fenomeno assolutamente localizzato – continua -. La barca olandese ormeggiata vicina si è salvata! Prevenire i danni alle persone, impossibile, data la enorme energia del fenomeno a meno di non uscire più in barca. Un ulteriore segnale dei rapidi cambiamenti climatici che causano fenomeni ‘estremi’ sempre più frequenti rispetto al passato. Il mare è molto più caldo degli anni passati e ha un fortissimo potenziale e ciò aumenta la severità degli eventi meteo. Disastri meteo in una Sicilia, colpita da una grave siccità, iniziati domenica pomeriggio, con alluvioni allagamenti e colate di fango, nella costa tirrenica del messinese e poi a Stromboli e il tragico epilogo a Porticello – conclude -. Occorre imparare ad adattarsi ed essere resilienti, modificare i nostri costumi e non ‘imbrattare’ il Creato. Occorre farlo velocemente così come i cambiamenti climatici in corso che ci inseguono. Questo è forse quanto dovremmo fare tutti e non solo il mondo della protezione civile che ogni giorno tocca con mano i segnali del cambiamento in atto”.

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