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Pd, Peppe Provenzano: “Deve fare la sinistra, renzismo superato”

"Bisogna cambiare un partito inservibile, prima di un nome impronunciabile"

Pubblicato:20-08-2018 13:39
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:28
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ROMA –  “Io penso che il Partito democratico cosi’ com’e’ non serva a molto, non serva all’Italia ma nemmeno a se stesso. Penso che debba cambiare radicalmente, non solo rispetto al renzismo, ma rispetto all’impianto che si e’ dato dalla sua fondazione”. Cosi’ Peppe Provenzano, esponente del Pd in un post su Facebook. “Che debba fare la sinistra, combattere le disuguaglianze ridando valore al lavoro e alla cosa pubblica, per spezzare il nuovo bipolarismo che si sta formando, quello tra inclusi ed esclusi, e non candidarsi a rappresentare soltanto gli inclusi con un vago ‘Movimento democratico europeista’ di stampo macroniano relegando (e regalando) 17 milioni di elettori, tanti sono i voti a M5S e Lega, in larga parte tra le fasce popolari, al cosiddetto populismo antisistema. Perche’ il Pd renziano e’ gia’ stato questo, almeno in parte, ed ha fallito”, continua.

Bisogna cambiare un partito inservibile, prima di un nome impronunciabile. Bisogna mettere la parte viva della comunita’ dei democratici a disposizione di qualcosa di radicalmente diverso, di nuovo. Con un atto di coraggio e generosita’, che rimetta in discussione le cose che abbiamo detto e fatto in questi anni, soprattutto quelle che non abbiamo detto e non abbiamo fatto”. Provenzano immagina un partito “che faccia saltare le rendite di posizione che ad ogni livello hanno reso questo partito infrequentabile. Che ritrovi un messaggio che possa essere riconosciuto da un vasto mondo fuori, che esprime un bisogno di sinistra e che fa cose buone e giuste malgrado noi, qualche volta persino contro di noi. Un atto di generosita’ e coraggio, che cambi radicalmente questo partito, e che possa arrivare infine a cambiare nome, se necessario”. In ogni caso, conclude, “il nome deve avere a che fare con le persone e con le cose. Se non cambiano le persone e le cose, l’idea di cambiare nome e’ soltanto la mossa furbesca di un gruppo dirigente che, come ha dimostrato anche in questi mesi, e’ preoccupato soltanto di salvare se stesso”.

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