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VIDEO | Cooperazione, a disegnare il futuro sarà il Forum delle diaspore

Il progetto con Oim, Le Reseau, Aics, Dgcs e le nove reti territoriali delle associazioni presentato nella redazione dell'agenzia Dire

Pubblicato:20-07-2022 20:11
Ultimo aggiornamento:20-07-2022 22:49

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ROMA – Partecipato e inclusivo, permanente e decisivo. Aggettivi per raccontare ‘Draft the Future! Towards a Diaspora Forum’, non solo “un bel titolo” ma un impegno tutto da realizzare, prezioso per valore sociale e proiezione internazionale.

Del percorso e della sue sfide si parla in occasione della presentazione del progetto, nella sede della redazione romana dell’agenzia Dire. Il punto partenza è il Summit nazionale delle diaspore, un’iniziativa nata nel 2017 che ha permesso lo sviluppo di nove reti di organizzazioni su base regionale e che si apre ora a una nuova fase. “Nelle prossime settimane definiremo il modello di partecipazione” annuncia Ada Ugo Abara, dell’associazione Le Reseau, ora animatrice di ‘Draft the Future!’: “Dovrà essere aperto e inclusivo per far sì che le comunità di origine straniera possano continuare a mostrare il proprio attivismo rispetto agli appuntamenti della cooperazione internazionale allo sviluppo”. L’impegno è sostenere le diaspore come ponte e rete di talenti, capaci di mettere a fuoco priorità e progettare al meglio grazie alle reti di contatti e conoscenze sui territori, in Italia e nei rispettivi Paesi di origine.

LA COOPERAZIONE ITALIANA E LA VOLONTÀ POLITICA

Lo evidenzia Mehret Tewolde, moderatrice alla Dire, ringraziando la cooperazione italiana “che ha finanziato e sostenuto il progetto con la volontà politica” e “accompagnato tutto il percorso che guarda alla creazione del Forum“. Secondo Eugenio Ambrosi, direttore di gabinetto dell’Organizzazione internazionale delle migrazioni (Oim), ente che ha il ruolo di attuatore di ‘Draft the Future!’, “è necessario dare alle diaspore la possibilità di costituirsi in un soggetto permanente che sia di supporto alle azioni di cooperazione”. L’assunto è che le comunità di origine straniera debbano avere una centralità anche “per potenziare la risposta alla gestione dei flussi migratori“, diretti in Italia dall’Africa e non solo.


L’orizzonte è quello dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Ascoltate Luca Maestripieri, direttore dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics): “Quando andiamo sul campo, come ho potuto osservare durante la mia ultima visita in Senegal, vediamo concretamente testimonianze bellissime di come le azioni intraprese grazie alle diaspore diano grandi risultati”. È da esperienze come questa che nasce l’impegno, ancora Maestripieri, a “raccogliere in modo sistematico e completo il mondo dell’associazionismo delle diaspore, mettendo in atto una strategia importante a livello comunicativo e aiutando queste realtà a essere protagoniste dirette della cooperazione”.

L’ESEMPIO DELL’ONG SOOMAALIYA IN PIEMONTE

Durante l’incontro si cita Soomaaliya, una ong nata in Piemonte dall’iniziativa di cittadini di origine somala ora iscritta nell’albo di Aics. “Siamo credibili e possiamo ottenere risultati concreti” sottolinea Bertrand Mani Ndongbou, parlando in prima persona da rappresentante delle reti territoriali del Summit delle diaspore. Annuisce Fabio Cassese, alla guida in Farnesina della direzione generale per la cooperazione allo sviluppo (Dgcs). Il suo auspicio è che ‘Draft the Future!’ possa dare “rappresentanza solida, strutturata e più efficace” alle comunità di origine straniera. “Ripartendo dal Summit e “ispirandosi a un principio di continuità” precisa Cassese: “Bisogna incorporare ciò che è stato fatto prima, e includere, coinvolgendo tutti gli attori”.

NUOVE NARRAZIONI E IMPEGNO PER IL FUTURO

Tra questi ci sono realtà sia profit che no profit. Lo sottolinea Giorgio Righetti, direttore dell’Associazione di fondazioni e di casse di risparmio (Acri). “Ciascuno può contribuire a un percorso comune che auspichiamo di grande successo” il suo appello. Righetti menziona progetti sul campo, in Burkina Faso e in Uganda, per un valore di 18 milioni di euro. Si parla poi di “narrazioni”, da cambiare in meglio e rendere più veritiere. “Senza fermarsi a un bel titolo” avverte Ambrosi. Perché ‘Draft the Future!’ vuol dire disegna il futuro ma è soprattutto un impegno.

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