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Atletica, l’oro mondiale di Wightman davanti al padre speaker dello stadio

Il britannico Jake Wightman vince un inaspettato oro sui 1.500 metri a Eugene mentre sugli spalti la mamma piange e il papà commenta l'impresa

Pubblicato:20-07-2022 13:12
Ultimo aggiornamento:24-07-2022 14:01

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(Foto FIDAL COLOMBO/FIDAL)

ROMA – Jake corre, Geoff ci parla su. Jake accelera, Geoff alza il tono. Jake vince, Geoff urla. “Quello è mio figlio. Ed è il campione del mondo!”. L’Hayward Field alza lo sguardo verso la tribuna: c’è una signora con la bandiera del Regno Unito che salta, sventola, scala le gradinate e raggiunge un uomo nascosto da un cappellino, dagli schermi e da un microfono. Si chiamano tutti e tre Wightman. E sono nell’ordine: la medaglia d’oro sui 1.500 metri ai Mondiali di Eugene, il padre che di mestiere fa la voce narrante dell’atletica leggera in mezzo mondo, e la mamma che in questo caso fa la mamma pazza di gioia.

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Quando Jake taglia il traguardo sullo schermo gigante è inquadrato papà, lo speaker dello stadio. “Devo dirvi perché la telecamera adesso è puntata su di me. Questo è mio figlio. Lo alleno. Ed è il campione del mondo”, ammette con sobrietà Geoff. Jake e Geoff Wightman sono l’ennesima storia di successi per trasmissione generazionale: il fatto che l’ex maratoneta britannico si sia trovato a commentare l’impresa del figlio è poi una chicca del tutto inaspettata.

È il primo oro mondiale nei 1500 metri della Gran Bretagna dal 1983. Per gli scommettitori mai avrebbe dovuto battere “mostri” come Jakob Ingebrigtsen, Timothy Cheruiyot, Josh Kerr o Abel Kipsang. La British Athletics aveva prenotato a Wightman un volo per tornare a casa subito dopo la gara, senza pensare che potesse essere premiato: hanno dovuto anticipare la cerimonia apposta.

“In qualche modo – racconta il Guardian – Wightman Sr è riuscito a trattenere le lacrime, per un momento che è stato sicuramente senza precedenti nella trasmissione e nella storia dello sport d’élite”. “Jake Wightman ha appena vinto la corsa della sua vita”, ha detto papà Geoff al microfono dello stadio mentre suo figlio tagliava il traguardo, prima di ammettere: “La mia voce è andata”.

A volte può essere un po’ un robot al microfono – racconta scherzando il figlio medagliato – alcune persone dicono robot, altri dicono professionale. Spero che abbia risolto questo problema oggi. Sarà interessante rivederlo. Mia madre piangeva”.

Più tardi papà Wightman ha spiegato il suo understatement così British: “Seguo le sue giornate sportive da quando aveva circa 11 anni, mia moglie è stata la sua insegnante di educazione fisica. L’abbiamo accompagnato in stadi sempre più grandi, davanti a folle sempre più grandi fino a medaglie sempre più grandi. Ma è stato surreale vederlo vincere l’oro. Pensavo: ‘Conosco quel ragazzo. Ha un aspetto familiare'”.

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